
– Il cinema è come una battaglia: amore... odio... azione... violenza... morte... In una parola: emozione. ( Samuel Fuller).
Non posso che condividerlo.
D.J.TangoGrooveMaster...latin strut music, contemporary sound
Giuliano è uno dei principali autori in lingua greca del IV secolo. Scrisse lettere, discorsi ed un'opera di critica al cristianesimo (Contro i Galilei). Quest'ultimo scritto, giudicato "demoniaco" nelle epoche successive, non ci è stato tramandato. Se ne conosce, tuttavia, una buona parte grazie all'opera Contro Giuliano, composta da Cirillo di Alessandria nel V secolo (questa confutazione prova che lo scritto di Giuliano era ancora considerato pericoloso 50 anni dopo la sua morte). In Contro i galilei compare la tesi giulianea secondo la quale la dottrina cristiana costituisce il prodotto di una macchinazione, un'eresia del giudaismo diffusa da una minoranza di ebrei che si erano distaccati dalla loro tradizione.
Oltre alla citata opera contro i cristiani, possiamo elencare tra i suoi scritti:
Adepto della filosofia neoplatonica, Giuliano tenne sempre, tuttavia, a precisare che non era arrivato a diventare un vero filosofo e che in quest'ambito si considerava ancora uno studente. Questo è il motivo per cui non scrisse mai un'opera propriamente filosofica, anche se la maggior parte dei suoi scritti si ispirano esplicitamente alle posizioni filosofiche. Tra le sue fonti, oltre ai misteri di Cibele (in onore della dea compose Alla Madre degli Dei), vi è il filosofo neoplatonico Giamblico, definito "divino" dall'imperatore per la sua sapienza e religiosità. Il trattato Inno a Re Helios è infatti basato sulla dottrina e sugli scritti di Giamblico; dedicato a Saturnino Secondo Salustio, suo amico, collaboratore e filosofo, nel progetto di Giuliano avrebbe dovuto costituire il testo dottrinale del "enoteismo solare" di ispirazione neoplatonica (Helios come immagine dell'Uno dal quale vengono emanati la molteplicità distinta degli Dèi, e tutta la realtà) in opposizione al cristianesimo, che doveva immettere nuova linfa nella tradizione classica. Inno alla Madre degli dei è un'esegesi dei miti greci sulla base delle dottrine misteriche.
Forse il personaggio più simpatico della golden age del porno, molti lo ricordano anche nei panni di Maradona in una celebre parodia dei Mondiali di Calcio, o nel terribile aguzzino di Concetta Licata.
Vai col baobab Ron!
Tratto da Wikipedia
Ron Jeremy, all'anagrafe Ronald Jeremy Hyatt (Queens, 12 marzo 1953), è un attore e attore pornografico statunitense.
Lavora soprattutto nel settore poronografico sin dalla fine degli anni settanta. Per sua stessa ammissione "basso, grasso, peloso, sudato, brutto",Ron Jeremy non poteva che rappresentare un elemento a sé nel mondo del porno. Mentre tutti gli altri attori hanno ruoli da macho, egli interpretò ruoli da simpaticone, che lo trasformarono nel perfetto ambasciatore del porno in una età in cui era ancora fuorilegge (oltre a ciò egli non ha mai avuto problemi di alcool o droghe, a differenza di molti altri attori porno). Questo però non sminuisce affatto il suo valore, visto che è stato votato best porn actor ever nel 2003, in una classifica estesa anche ad attrici femminili. A questo ha contribuito ovviamente il suo pene lungo 26 centimetri (da cui deriva il soprannome di "uomo baobab ") nonché la sua capacità di esercitare l'autofellatio come testimoniato da alcuni film all'inizio della sua carriera.
Jeremy è noto anche per aver partecipato ad alcuni film "normali" (in prevalenza prodotti dalla celebre Troma e video musicali. Inoltre si fa notare per la sua comicità, che spesso lo ha indotto ad esibirsi nel cabaret.
Anche quest’anno il Tango Festival di Mantova è stato mitico.
E allora voglio ringraziare gli straordinari ballerini, e gli organizzatori Marcello, Maria Elena, coadiuvati da Fernando e Ilaria.
A loro il merito di aver creato un evento leggendario in Italia e … naturally last but not least il grandissimo pubblico.
Mantova forever.
Quando sento questa musica posso solo pensare alla divina Jeanne Moreau che sola consuma la notte fra le strade desolate di una Parigi spettrale. Registrato in una sola notte , è la prova del grande genio di Miles Davis. Ascensore per il Patibolo, nel ’57 il capolavoro della nouvelle vague francese…
La ricerca dell’impossibile fino a giungere alla morte, scendendo nel cuore di tenebra. Può un uomo assecondare il proprio ideale, pur sapendo che è irragiungibile e costringerà chi gli è vicino ad inassibarsi? La risposta è affermativa e la dà uno dei miei film preferiti di sempre: Aguirre, Furore di Dio del grande Werner Herzog. Naturalmente è impossibile dissociare la pellicola dal suo protagonista che con occhi satanici vede lentamente scorrere la propria zattera nell’Ade, mentre il suo equipaggio è lentamente eliminato dalle frecce dei cannibali: Klaus Kinski. A lui dedicherò nelle prossime puntate un post. Sospinto dalla musica celestiale/infernale dei Popol Vuh ( Hosianna Mantra), il film scivola nella nostra mente e apre l’abisso dell’oblio. Ogni volta un brivido nel rivederlo, e nel rivedere gli occhi sgranati di Kinski che sogna di conquistare l’Eldorado…
Forse potrebbe essere una soluzione alla crisi energetica cha ttanaglia il nostro Paese. Anche se di un’altra epoca, siamo nel lonatno 1975, Pasquale Festa Campanile suggerisce una fonte energetica alternativa: l’ORGASMO. La pellicola in questione è “Conviene far bene l’amore”, che annovera un cast italiano di tutto rispetto, da Gigi Proietti a una eroticissima Eleonora Giorgi, da Agostina Belli ad Adriana Asti, ed un imberbe Christian De Sica! La trama evoca in maniera provocatoria teorie post sessantottine che si rifanno anche a Reich. Il professor Nobili ( uno spassoso Proietti) cerca di produrre energia dall’orgasmo, naturalmente la gente deve cambiare tendenze ed abitudini, Dal suo omonimo romanzo, Campanile trae un film divertente, anche se talvolta pecoreccio, ma con un certo rigore da pamphlet moralizzante. Suggerisco di riscoprire questo film, che ogni tanto circola sui qualche emittente privata, a chi ne ha voglia può sperimentare la teoria!
“Domani nella battaglia pensa a me”. Questa frase, estratta dal crudele Riccardo III di Shakespeare dà il titolo ad uno dei più bei romanzi spagnoli degli ultimi anni. L’autore è Javier Marias, che abilmente con un colpo di scena crea un plot incredibile che scava nella finzione e nelle ambiguità dei comportamenti umani. Un uomo va a casa della sua amante, in assenza del marito, consumano in rapidità una cena, memori dell’imminente notte di passione, ma la donna improvvisamente muore. Il protagonista scavando nella vita della defunta scopre che le apparenze inevitabilmente ingannano e forse solo le fantasie e le cose sfuggenti riescono a dirci laverità. Ho bruciato la lettura di questo libro in un paio di giorni, e come per magia mi sono sentito spaesato ed avvolto in questo reame dell’illusorio.