mercoledì 17 giugno 2009
The KING: John Holmes.
Il mondo dell’Hard spesso viene visto dal di fuori come un grande carrozzone dorato con belle fi..e e manganelli indemoniati pronti a rinvigorirsi a suon di massaggi e pillole. Un tempo Hard e Porno significavano trasgressione e tanto hanno contribuito a rompere l’ipocrisia perbenista e piccolo borghese della civiltà occidentale. Agli albori della golden age, ed inevitabilmente dobbiamo riferici agli USA emersero tante attrici divenute leggendarie con Linda Lovelace in primis, ma nessuno nella storia di questo genere ha avuto e credo mai avrà il carisma, il peso e la leggenda di John Holmes. Il modo migliore per scoprire una carriera che si interseca con la vita e che rappresenta in tutti i sensi le gioie ed i dolori, ma soprattutto le tante contraddizioni di questo mondo è indubbiamente la sua autobiografia. Un ritratto imperdibile che vede l’ascesa e la gloria di uno dei più grandi protagonisti della controcultura a stelle e strisce degli anni ’70 ed ’80, e la sua tragica fine!.
Rintracciate e sbranatevi la biografia del grande John!!!
ELEKTRA
Solo il genio assoluto di Frank Miller poteva partorire la più sexy eroina dell’universo Marvel. Ma forse anche la più bastarda! Elektra. Uno splendido protagonista nel mondo dei super eroi. Tormentata, tragica, ribelle, amante del meno potente dei talenti Marvel, Devil, tha Man without fear. Figlia di un greco assassinato incarna una sublime dea della vendetta, diventando una spietata ninja, eliminata prima dal crudele Bullseye, ma resuscitata dalla mano. Arrapante in quel sexy costume rosso che rasenta più volte il perisoma inguinale, è sempre fatale, e pronta a sguainare i suoi metallici dardi per eliminare avversari. Forse non c’è niente di più seducente della vendetta.
Blame, il comics espressionista arriva dall’Oriente.
Può un lettore di comics fottersene della trama e rimanere ipnotizzato solo dalll’ambientazione e dall’architettura dei luoghi , - non luoghi ove si svolge l’azione. Abissi metallici teconorganici dove il cyberpunk di fine millennio si deputa altare prediletto per la congiunzione orgaasmatica di acciaio e materiali senzienti? Blame è un fumetto unico, straordinario come il suo deus ex machina, Nihei, che si lascia ammirare solo per l’habitat. Sembra quasi di essere tornati all’espressionismo di Metropolis. Ma Fritz Lang e il suo capolavoro distano 80 anni. Killy il giovane protagonista è qui un semplice deuteragonista del paesaggio alla ricerca perenne di individui in possesso dei geni della rete terminale, ma dovrà vedersela con esseri tecnorganici anch’essi desiderosi di accedere alla rete.
Una metafora velata del grande web, dove noi siamo ragni minuscoli, all’interno di una grande ragnatela … ignari che le maglie nascondono molte insidie.
La solitudine dell’Ala destra
Un canzoniere per raccontare sotto forma di poesia lo sport per eccellenza: IL CALCIO.
Quando il “Pallone” non era asservito al dio denaro, o incu..to sotto gli altari poco nobili delle pay tv. E mi commuovo ripensando a giocatori che non ho mai visto, ma di cui ho sentito parlare ed ho letto come figure mitologiche, eroi ed angeli di tempi pionieristici dove 22 atleti si rincorrevano per dar luogo ad un evento poetico. Un titolo bellissimo… “La solitudine dell’ala destra” di Acitelli, che fa pendant nella mia mente ad un dramma letterario diversissimo ma accomunato nel nome e nella temperie “La paura del portiere prima del calcio di rigore “ di Peter Handke. Voglio approfondire. I capitoli sono divisi per tematica temporale, ma anche affinità elettive spirituali o del destino. Ed allora partenza con i pionieri, da Ferrari e Meazza, a Combi e il destinato ad imperitura memoria Cesarini. La gloriosa età di mezzo con gli indimenticabili Schiaffino, la Perla Nera Pelè, l’irregolare Best, l’abatino Rivera. I frenetici e mitici anni’70, gli anni della contestazione, il calcio totale di Cruijff, Krol, il kaiser Beckenbauer, l’argentina di Passarella e Kempes. Gli ’80 di Zoff e i campioni dell’82, El Pibe de Oro, Rummenigge. L’ultima decade del secolo scorso, Baresi, Maldini, Schillaci e le notti magiche, Del Piero. Ma forse il capitolo più bello e struggente è quello dedicato a meteore, con sul groppo però storie indimenticabili: Sollier, Boranga, Filippi, Luis Silvio…
Sono ottimista , il calcio rimarrà poesia.
Il mistero dei soldati – religiosi: il mito senza fine dei templari
Una renaissance del sacro cattolico in chiave banal populista ha invaso i nostri schermi, ma anche le nostre menti ed i nostri occhi. Angeli & Demoni, post il Codice da Vinci, due cretinate che hanno il merito di aver spinto a scandagliare in un passato spesso sconosciuto orde e frotte di teledipendenti, hanno riletto la storia del cattolicesimo fondendo pop, new age e scientismo surreale. Consiglio vivamente invece di leggere, anzi divorare i tanti testi scritti da storici seri, su quiei periodi più oscuri a margine forse della storia ufficiale ed ufficiosa. I Templari sono forse uno dei miti che più dia ltri si prestano a fantasie e rielaborazioni storico – fantastiche. Al che io suggerisco un bel volume edito da Einaudi che si chiama semplicemente “ I Templari” dello storico e giornalista Peter Partner. 200 pagine per riscoprire o approfondire il mito e la storia di quest’Ordine segreto. Un Graal dove confluiscono tradizione ufficiale e filosofie gnostiche, mistiscismo ed ermetismo. Ma alla fine resta comunque un gran dubbio. Chi erano davvero i Templari?
Le Sorgenti del suono
Scandagliare attraverso le voci, seppure sotto forma di intervista, la musica cosiddetta d’avanguardia degli ultimi (recenti?) anni è un privilegio raro nel florilegio talvolta banale della saggistica musicale. Pierluigi Castellano, musicista impegnato a 360°, ne “Le Sorgenti del suono” nientedimeno che ben trenta ce ne fa incontrare per una succulenta ma “digestiva” scorpacciata. In un arco temporale dal 1988 al 2004, il menù comprende una serie di raffinate ghiottonerie. Si parte dal grande minimalista californiano Terry Riley per chiudere con la greca Karaindrou musa musicale, scusate l’assonanza del suo regista compatriota Angelopoulos, il maestro dei piani sequenza e dei campi lunghi. In mezzo interviste a Laurie Anderson, Harold Budd, Sakamoto, Kronos Quartet, Bill Laswell, ma anche il jazz di Corea e Molvaer, il nu jazz di Wesseltoft. Immancabile anche il grande e geniale Brian Eno, il maieuta par excellence.
Non so sia ancora reperibile questo volume stampato dalla DeriveApprodi, ma se il destino con voi fosse generoso, facendolo sorgere da qualche pila polverosa di testi nel Remainders di turno… bè allora…