Il Nordest con le tinte fosche del giallista Carlotto, l’antimilitarismo di Hemingway, il consumismo edonista degli anni ottanta, ma anche la coppia sull’orlo di una crisi di nervi di Dario Fo ed un inedito Macbeth. Proposte per tutti i gusti nel nuovo ciclo dei "Martedí dell'Avogaria", rassegna teatrale che presenta a Venezia sei fra gli spettacoli più interessanti della nuova scena drammaturgica nazionale.
Si parte, martedì 11 novembre 2014, presso lo storico Teatro dell'Avogaria, Venezia, Dorsoduro 1607, Corte Zappa, ore 21.00, con “Italia Libre. Appunti per una moderna rivoluzione borghese” dello Stabilimento Teatrale Officine Pinelli con Silvio Barbiero e Renzo Pagliaroto. Lo spettacolo nasce dalla volontà di raccontare una società individualista in cui l’interesse del singolo ed il desiderio di emergere a discapito dei propri simili sono le regole fondamentali per sopravvivere. Nella pièce si affronta il contrasto tra il bisogno, diffuso almeno a parole, di reagire ed opporsi ad un sistema consumistico che annichilisce ogni volontà e l’indolenza, l’incapacità di rinunciare ad un illusorio benessere per perseguire gli ideali e i valori che renderebbero migliore una società in cui l’individualismo regna sovrano. I due quarantenni protagonisti di Italia Libre vivono una vita stereotipata, infarcita di luoghi comuni. Sono i figli o meglio i prodotti di quello stile di vita che dagli anni ottanta in poi ha sostituito le lotte e i movimenti per l’impegno sociale e civile che avevano caratterizzato il ventennio precedente con banali prodotti di consumo.
Segue, 18 novembre 2014, “Coppia aperta, quasi spalancata”, rivisitazione a cura della Compagnia dei Cardini della più rappresentata fra le opere di Dario Fo e Franca Rame. Uomo e donna, carnefice e vittima che si invertono i ruoli, una situazione statica e dinamica contemporaneamente, ilare e tragica, senza diversi pesi o misure. Un manuale esemplare degli estremi della vita di coppia, tanto assurdo quanto plausibile nel suo svolgersi, tanto comico quanto profondamente tragico. Il gioco della coppia, il gioco della vita, la rinascita e l’inevitabile altalenare fra vittoria e sconfitta vengono visti qui come uno svago a cui sono gli attori, Lisa Moras e Michele Vargiu, a dare inizio e fine con un fischio, proprio come in una partita, altrimenti andrebbe avanti all’infinito. un atto unico dalla forte comicità e ironia che mette a nudo le dinamiche delle relazioni sentimentali in un contesto grottesco ma mai inverosimile.
Il capolavoro antimilitarista di Hemingway, “Addio alle armi” è proposto martedì 25 novembre 2014, dalla compagnia Macelleria Ettore. Gli attori Maura Pettoruso e Stefano Detassis danno voce alla celebre storia pacifista del giovane ufficiale americano Frederic Henry che durante la ritirata di Caporetto riflette sulla precarietà dell'esistenza, sull’inutilità della violenza e del sangue ingiustamente versato, condannando la guerra e lanciando contemporaneamente un inno alla vita e all'amore. Un confronto sulla verità e sulla forza delle parole dello scrittore americano che tradusse la sua personale esperienza sul fronte italiano durante la Prima Guerra Mondiale, una vicenda segnata da una tragica sconfitta della felicità, cui rimane un'aspirazione che l'uomo insegue disperatamente, prigioniero di forze misteriose contro le quali sembra inutile lottare.
A dicembre, martedì 2, è di scena “Eroi e Supereroi. Sinfonia in tre facce” di e con Marco Cantori e Giorgio Casadei. Un attore ed un musicista giocano con il tema degli eroi e dei supereroi e con l’invincibile forza mitica che queste figure riescono a generare e a trasmettere. Nascono così tre monologhi che corrispondono a tre facce della stessa sinfonia: Fai la cosa giusta, confessione di un supereroe che ci ricorda come da un grande potere derivino grandi responsabilità; Polifonia per l’Italia in miniatura: voci immaginate che restituiscono diversi punti di vista sull’unità d’Italia e la sua celebrazione; Concime di pace: leggenda metropolitana sulla debolezza del supereroe e l’utopia di un mondo unito.
Una riflessione sull’umanità del mostro è al centro, martedì 9 dicembre, de “Il bianco cuore di Macbeth” adattamento da William Shakespeare della Compagnia Teatrale Le Piccole Cose. La tragedia è raccontata attraverso la sola linea drammatica di Macbeth e Lady Macbeth. Ripercorre le tappe essenziali della vicenda con un taglio intimista che mira a scandagliare le dinamiche psicologiche della coppia ponendola al centro del problema drammatico. Il lavoro prende proprio le mosse dal contrasto tra gli efferati omicidi di cui la coppia si macchia e l'incondizionata devozione reciproca che la rende un unicum nella galleria dei personaggi di Shakespeare. La vicenda è spogliata di tutti i rapporti accessori e secondari per essere colta nel suo nucleo drammatico primario. Oltre la tragedia dell'ambizione, della corruzione,dell'omicidio, c'è la parabola, essenzialmente contemporanea, della tragedia della coppia. Una coppia non tanto di personaggi, quanto di attori costretti a recitare una parte più grande di loro.
Ultimo appuntamento, 16 dicembre, con “Figli di chi” dal romanzo “Nordest” di Massimo Carlotto e Marco Videtta. La Compagnia Lumen affronta una storia noir dove due generazioni si fronteggiano sullo sfondo di un Nordest italiano in piena crisi economica. Tutto parte dall’omicidio di una giovane protagonista, da una notte nebbiosa di destini incrociati. É indagando su questa morte che emergono i fili delle relazioni tra i personaggi in questo angolo di mondo così simile a luoghi famigliari. I capannoni industriali chiudono, interi settori dell'economia collassano, ma rimane il potere delle famiglie, di una generazione di padri che aveva un progetto che ora necessariamente richiede l'apporto dei figli. Lo sguardo si concentra proprio su questi figli, giudicati indegni eredi di quel mondo e di quel modello. Attorno alla vicenda della risoluzione del delitto si dipana il filo delle relazioni tra i personaggi. Voce narrante, quella di un dj, che conduce il pubblico in una notte fradicia di nebbia in cui, come sempre, file di tir vanno e vengono trasportando merci legali e illegali dall'Italia all'est europeo attraverso il cavalcavia di Mestre illuminato come il corso principale a una festa di paese in questa provincia travolta dal futuro dell'innovazione e imbevuta di sentimenti arcaici.
L’Associazione Teatro a l’Avogaria, nasce nel 1969 dalla passione e dalla tenacia di Giovanni Poli, già fondatore del Teatro Universitario Cà Foscari di Venezia, e dagli esordi si pone come laboratorio di ricerca che coniuga un metodo d’improvvisazione teatrale tra la Commedia dell’Arte e le Teorie dell’Avanguardia. In più di quarant’anni di attività ha prodotto oltre sessanta spettacoli tra cui la “Commedia degli Zanni” rappresentata con successo sui più importanti palcoscenici internazionali. Riconosciuta come uno dei centri di formazione professionale di riferimento nel Triveneto, ogni anno organizza corsi, dedicati ad appassionati e professionisti, su discipline quali recitazione, Commedia dell’Arte, dizione, storia del teatro, canto, tecnica dell’interpretazione.
Gli spettacoli della Rassegna “I Martedì all’Avogaria”, ore 21.00, su prenotazione telefonica ai numeri 0410991967-335372889 , avogaria@gmail.com