domenica 21 marzo 2010

Tosca Tango Marathon:... la leggenda continua.



È difficile realizzare un evento indimenticabile e leggendario al primo colpo. Ma organizzare una seconda edizione superiore è impresa rara e titanica. Esistono delle eccezioni. Una di queste gemme è la Tosca Tango Marathon. Sei fanciulle simpatiche e dotate di grande affabilità e cordialità, complementari per i loro caratteri e modo di proporsi in un ambiente corroso da invidie e competitività esasperate quale il tango hanno segnato un’altra tappa indelebile nel panorama denso ed affollato di milonghe, feste, rave, festival italiani e non… Spesso il pubblico si improvvisa organizzatore di eventi, ritiene che sia sufficiente la parola maratona a creare la magia di 24 – 48 ore di ballo continuato ed allora sceglie posti squallidi o inappropriati, seleziona i partecipanti secondo improbabili criteri tango-razziali e affibbia selezioni musicali non di livello eccelso. La Tosca rovescia questo assunto. Una grande festa, che ha tutti i crismi del Festival, con un pubblico internazionale, con grandi numeri non irriguardosi della location, ma limitati solo dalla spazialità, dove anche la luce naturale durante il giorno contribuisce a rendere l’atmosfera onirica. Le numerose foto disseminate sui social network ne sono una testimonianza entusiasmante. Ma quello che la rende davvero grande è stato il ripetere quell’onda conviviale e rilassata, non competitiva e stressante, su numeri maggiori della prima edizione. Come può essere che 450 – 500 tangueros riescano a divertirsi così serenamente, scherzare, durante una tre giorni? Un pubblico di solito schivo e abbastanza chiuso, che in questa occasione ride, distende i nervi e gode nella maniera più pura del tango nella sua essenza. Fruisce e riesce ad acquisire della magia proveniente dalle note suadenti di un Di Sarli o del compas talvolta nervoso di D’Arienzo, delle melodie uniche di Fresedo. Un melange interculturale interpretato da un linguaggio universale del corpo e della mente quale il tango. Ancora per me rimane un misterioso enigma la Tosca Marathon, la sua chimica segreta che mixa alla perfezione tutto, dal team dei DJ alla location, alla scenografia. Passando per l’enogastronomia che non è affatto trascurata ma di buon livello, ritenendola a ragione un momento essenziale della convivialità. Credo che le uniche depositarie di questo graal tanguero siano le sei sacerdotesse officianti di questo rito, che potrebbero magari tirarsela, essere arroganti ed invece dispensano consigli e risolvono piccoli problemi con quel savoir faire perduto che avevano in dote le signore dei salotti letterari e musicali di una volta. Ora parte una sfida ancora più affascinante: la terza edizione. Potremmo rispondere con uno scontato modo di dire, non c’è due senza tre. Ma sono sicuro che le nostre “tosche” riusciranno ancora una volta a stupirci. Ed il pubblico a divertirsi per un evento unico, che anche quando è in corso suscita la nostalgia. Quella nostalgia generata dai momenti unici ed irripetibili che solo il tango ci offre.

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