Non c'e'nessun regista più grande di Werner Herzog nel descrivere le ossessioni impossibili dell'uomo, quell'ostinarsi nel compiere gesti estremi di fronte alla natura che evocano la temperie romantica. E non é un caso se Herzog é tedesco.
Certo, il suo capolavoro assoluto é Aguirre, ma anche Fitzcarraldo, la storia dell'avventuriero Carlos Fitzgerald che sogna di far risuonare l'opera lirica nel cuore dell'Amazzonica, pur con qualche nodo insoluto , é un gran film. Estremo, come sono estremi il suo regista e gli eroi della sua filmografia. Uomini solitari, e già per questo grandi che combattono sfide nel nome di una idea.
In Fitzacarraldo c'é tutta la follia di un uomo, un regista che ha dichiarato testualmente: "Non si può e non si deve considerare il cinema come se dipendesse solo da ciò che si vede sullo schermo. Per avere quel particolare materiale, bisogna fare cose inaudite. Questo non mi fa paura. Se davvero é utile, per il cinema sono in grado di fare cose che altri non farebbero. Continueró a fare film soltanto inno a quando sarò fisicamente integro".
Epico.