Sono affezionato ad un
talento come Robyn Hitchcock che ha saputo attraversare in modo inossidabile
tante stagioni del rock. Un veterano incredibile che a distanza di anni riesce
ancora a provocare sane suggestioni rock. Sanguigno , sebbene ad un primo
ascolto, la sua scarna voce possa rappresentare un flebile afflato di umanità. Mi
piace risentire in libertà cover, vecchi classici e perle scrostate dalla
polvere. Un folk minimale ma che raggiunge vette eccelse. Con “The man upstairs”
siamo dalle parti di una umanità timida e introversa che si trova a dover fare
i conti con un sé non più adolescente, ma lo sguardo maturo serve a dare corpo
ad una retrospettiva che sarebbe solo anagrafica. Ed ascoltarmi in poltrona,
assorto, nei miei pensieri, una versione da brivido della doorsiana Crystal
Ship mi riconcilia con la vita.
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