lunedì 9 maggio 2016

Yves Klein, una cascata cromatica





Klein é stato un punto di riferimento importante per lo sviluppo di varie tendenze: della pittura minimale, del concettualismo, per quello che riguarda in particolare il processo di materializzazione dell'arte, del coinvolgimento diretto dello spazio ambientale, dell'Arte Povera e dell'operazione artistica come evento e performance. Alla radice della sua utopia artistica, della sua eccitazione verso un'arte assoluta che superi ogni forma di condizionamento relativizzante, per raggiungere la massima libertà dello spirito e la purezza dell'essenza cosmica immateriale, c'é un profondo interesse per le dottrine esoteriche, la filosofia e l'alchimia. Distinguendo fra genio e talento, Yves Klein era in cerca di qualcosa che non fosse mai nato e morto, ma anteriore alla sensibilità stessa, un valore assoluto, il punto cruciale con cui spronare l'esistenza via dai soliti schemi immobili e sorpassati, quindi il valore della sua opera va ben al di lá delle suggestioni arcane, proponendosi come un radicale rinnovamento in relazione alle precedenti concezioni artistiche e come una straordinaria apertura mentale e materiale dell'arte alla vita e alla realtà. La monocromia può essere visto come un gesto duchampiano di disintegrazione delle istituzioni artistiche tradizionali, tra cui va annoverata la piacevolezza estetica della policromia, oltre che una azione tesa a razionalizzare la scienza della pittura, su di un percorso che da Seurat lungo Mondrian e Malevic approderà all'optical e alla nuova astrazione.

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