Dal punk alla new wave, algidi ed elettronici, ma in grado di ipnotizzare e scuotere le coscienze rock degli anni ’80. Gli Ultravox a distanza di un trentennio riescono con Vienna a catapultarci nelle illusorie fughe ed aspettative della società post industriale uscita malconcia dalla ribellione e dalla furia iconoclasta del punk. Come una sciabola la voce di Midge Ure sibila nel silenzio dell’omonima title-track … ed allora per incanto ci destiamo in una mitteleuropa straniante e kafkiana di cui l’alfiere non può che essere il sintetizzatore. Sì, con gli Ultravox nasce il synth-pop cui tanti artisti successivi sono profondamente in debito, a partire dai Depeche Mode. Il virtuosismo degli altri strumenti si adagia sul tappeto sonoro ossessivo ed ipnotico che solo il sintetizzatore riesce a creare, con una sagacia ed una semplicità che perdono quel carattere inafferrabile e cerebrale di alcune composizioni dei Kraftwerk e Tangerine Dream. Espressionista, nel senso più tedesco del termine, è l’aggettivo che può definire il sound unico ed irripetibile degli Ultravox. Espressionista e decadente come solo un gruppo di grandi musicisti europei può essere. Ultravox forever!
mercoledì 15 giugno 2011
Ultravox:sound espressionista e decadente
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