venerdì 5 aprile 2013

Rusty il selvaggio...la ricerca di uno spazio immenso per non lottare con se stessi ( e i propri simili)





Un grandioso omaggio al cinema classico, quello fatto di storie e di sguardi intensi, tipicamente americano, così come nostalgicamente e visceralmente Made in USA è la storia che parla di uno scontro tra bande giovanili  e l’eterno manicheo duellare fra bene e male. A questo va aggiunto un cast da brividi, attori che hanno segnato una epoca: Matt Dillon, Mickey Rourke, Dennis Hopper, Nicholas Cage, Tom Waits, una torbida e passionale Diane Lane, Vincent Spano, dulcis in fundo il geniale Tom Waits. Chi non ha bisogno di ulteriori indizi ha già riconosciuto il film: Rusty il Selvaggio di Francis Ford Coppola. 

Il titolo originale è Rumble Fish , piccoli pesciolini siamesi che lottano con i propri simili, non sopportando quasi la loro immagine. Siamo a Tulsa, e Rusty James (Dillon) guida una gang giovanile, si atteggia a leader sfrontato ed arrogante, ma in realtà è perennemente tormentato dal confronto con suo fratello maggiore, Motorcycle Boy (Rourke), che a causa dei problemi con la giustizia è fuggito. Come nella migliore tradizione del cinema giovanile e ribelle, quest’ultimo ritorna giusto in tempo per salvare Rusty da uno scontro con bande rivali cui stava per soccombere. È l’occasione per il regista di approfondire il rapporto fra i due fratelli e far emergere la stima ed il grande affetto , sentimenti cresciuti in un ambiente familiare non proprio idilliaco dove gigioneggia un magnifico Dennis Hopper nella parte di un padre alcolizzato. Intanto Rusty viene abbandonato dalla sua ragazza , delusa per il comportamento ambiguo ed incerto del fidanzato. Motorcycle Boy trascina il fratello in un negozio di animali che vengono liberati dalle gabbie e porta via dei pesci Rumble Fishes, ma sorpreso da un poliziotto che covava vendetta viene trucidato sul greto di un fiume. Rusty getta in acqua i pesci  e abbandona Tulsa in moto per le spiagge della California. 

Lo stile narrativo di Coppola è davvero originale ed affascinante: coniuga un bianconero dal retaggio espressionista  arricchito da inquadrature sghembe e sgranate con alcuni plot davvero geniali per l’economia del racconto, in primis le nuvole il cui scorrere serve a cambiare le scene ed a marcare il fluire del tempo. Siamo nei pressi di un cinema epico, dove l’epopea senza tempo è quella dell’affrancarsi di un adolescente dai problemi giovanili per approdare alla maturità. Ed è il dramma che bruscamente tronca l’età dell’innocenza. Un film che merita di stare al fianco di altri illustri capolavori quali Gioventù Bruciata, pellicole dove l’ansia della agognata ricerca della libertà emerge prepotentemente in ogni inquadratura. Tutti i giovani sono stati ribelli, … o almeno lo hanno sognato.

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