Quasi un divertissement tra i grandi artisti del 1800 e non solo. Per lo scrittore elvetico Robert Walser i quadri dei suoi pittori preferiti sono una scusa per parlare di sé, del suo mondo, e delle proprie sensazioni.
Adelphi ne “Ritratti di Pittori”, ci regala un libretto da leggere in velocità, succulento perché tratta la materia da profano e non con astrusi cavilli interpretativi. L’Icaro di Bruegel o una Venere tizianesca generano un commento rapido e fulmineo, quasi un motto oraziano. Impressioni fugaci, ma non perquesto meno profonde.
Walser dimostra ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno che l’arte è davvero alla portata di tutti, basta solo riconoscerla e piegarsi ai suoi potenti tentacoli. L’importante ci dice l’autore è dialogare, come con l’Olympia di Manet cui scrive una lettera o con le forme plastiche di Cezanne che escono prepotentemente dalla cornice.
Sensazioni che mi rimandano ai tempi dell’università, anche se spesso non mi capitavano volumi divertenti e leggeri, o meglio leggiadri come questo.
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