Il passato spesso non é solo un fantasma ingombrante, ma una presenza ossessiva in grado di spedire in paranoia una coppia apparentemente solida quale quella formata dai due protagonisti de Le Veritá nascoste, Harrison Ford e Michelle Pfeiffer.
Con questa pellicola Robert Zemeckis omaggia in maniera forse fin troppo esplicita il maestro Alfred Hitchcock. Il passato che ritorna in maniera sotterranea come fantasma che man mano é sempre più evidente, frulla in un sol colpo capolavori quali Psycho, La finestra sul Cortile ( con la Pfeiffer che spia la vita di una coppia che abita di fronte), il Sospetto, mentre le reincarnazioni della donna misteriosa evocano il fantastico Vertigo.
Gli spazi della visione, i campi stretti ed ossessivi, gli isterismi della coppia funzionano come nel maestro Alfred per irretire lo spettatore, sconvolgerlo, renderlo sempre più fragile ed asservirlo alla logica del thriller. Un magnifico esercizio di stile: se la protagonista nella sua maniacalitá, raccoglie prove, fa deduzioni e codifica, lo spettatore a breve distanza itera le mosse, i tradimenti, le cadute di stile.
Ma chi emerge in questo film come dominatrice della scena é la casa, un vero e proprio regno dello spirito e delle contraddizioni che sembra animarsi e nei suoi angoli, nei suoi specchi e nelle visioni deformanti é la palestra dove realtà e fantasia, protagonisti e fantasmi scatenano un agone senza eguali.
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