lunedì 15 ottobre 2012

Peppe Di Gennaro: credo che entro pochi anni, ci saranno ballerini di levatura, ballerini di milonga intendo, che chiederanno con il corpo ballare su cose tanto belle, meno scandite, irrazionali come la voce. E sarà ancora una volta tutto diverso



Una lunga appassionante intervista da leggere tutta d’un fiato. Brivido puro. Parlare con Peppe Di Gennaro vuol dire scendere nell’essenza del tango, nella sua struttura, scoprirne le difficoltà e rimuoverle. Accorgersi che il tango è il riflesso della vita, delle sue regole tacitamente accettate e urlate ad alta voce. Pochi in Italia, e qui mi assumo la responsabilità di questo giudizio, capiscono di tango come Peppe. Ballerino e DJ raffinato, mai banale, impossibile non essere travolti dalla sua passione tanguera, ovvero dal tango stesso. Il nostro viaggio alla scoperta dei dj si arricchisce di una tappa irrinunciabile… all’ombra creativa del Vesuvio, fucina di talenti tangueri.

I tuoi inizi. Presumo come tutti che il tuo primo approccio sia stato con la pista. Cosa ti ha spinto a fare il salto in consolle? Una scelta ponderata o é stato frutto della casualità?

Fui rapito dalla musica prima di iniziare a ballare, se da adolescente hai curiosità musicale non puoi sfuggire a Piazzolla. Ma l’inizio vero avvenne anni dopo, non fu proprio per caso, avevo in mente delle cose perché già ballavo da un pò. L’inizio è stato egoistico, così ho iniziato a frequentare i musicalizador perché volevo ballare sulla musica su cui provavo e mi allenavo.

Ai tuoi esordi quali erano i gusti dei tangheri? Ci sono differenze significative con la scena attuale?

Era un’epoca in cui si ballava tutto ciò che circolava e c’era ben poco con cui variare. Oltre alle prime compilatiojn direttaemnte da Baires, andavano forti i CD delle musiche degli spettacoli di M. A. Zotto. Erano una cosa pazzesca sul piano emotivo quando li ballavo. Ricordo che iniziarono a circolare prima le videocassette e poi solo dopo i CD. Addirittura pensai, con un amico, alla possibilità di trasferire la musica dalle videocassette (di Zotto e Copes Tango) ai CD pur di ballare quelle musiche che me davano un enorme piacere. Oggi i gusti sono orientati ad una sorta di completezza olistica e quindi non è raro imbattersi in minestre insapori. Pero il gusto, avere gusto, è una cosa rara, perché devi sfuggire alle mode, alle tendenza, all'idea di possesso maniacale. Il gusto attinge alla sfera emotiva, ai ricordi di cose ballate, ad un passato che si reinventa. La scena attuale, per quello che ho potuto osservare e vivere, non è tuttavia sintetizzabile. A Napoli ad esempio ci sono DJ poco conosciuti ma con una competenza pazzesca, gente che mette musica da troppi anni per scendere a compromessi con organizzatori o semplicemente farsi avanti.

Ricordi la tua prima serata in consolle?
Il mio è stato un inizio graduale, non lo ricordo con precisione, ma ho un ricordo chiaro della mia prima investitura ufficiale in una milonga vera. Accadde che un amico che già metteva musica, molto genereoso, a cui rompevo le scatole, mi chiese di alternarsi in una sua serata. Così iniziai a ”sparare” le cose con cui desideravo io stesso ballare da tempo. Ballai però solo due brani, gli ultimi due. Ero stato ipnotizzato dalla pista tutto il tempo, anzi terrorizzato più che ipnotizzato, con la paura che qualcosa potesse andare storto.


Dalla difficoltà della ricerca dei brani su cd spesso masterizzati, all'esplosione del web, e la conseguente relativa facilitá nel reperire la musica. Secondo te questo cambiamento epocale ha cambiato il modo di lavorare del DJ?
Non so se l’aumento esponenziale dei DJ è legato alla facile reperibilità o alla necessità sistematica di darsi un ruolo, una qualunque esposizione mediatica che dia un senso in un universo, quello del tango, dove è difficile avere un rifermento. Soprattutto quelli che hanno iniziato da poco a ballare e che non superano lo scoglio che ballare richiede tempo, l’enfasi e la leggerezza sono un ingrediente esplosivo; ci si tuffa con spavalderia e incomprensibile autodeterminazione in consolle, in un mondo che è però come il vino. Se è buono deve invecchiare lentamente, e non lo puoi accelerare. Il modo di lavorare, è cambiato però anche in positivo. La maggior parte de DJ adotta il preascolto, alcuni operano con filtri e schede audio di altissimo livello. La pista ne gode.
Ad ogni modo la moltiplicazione dei file compressi, è il frutto della diffusione su CD di quasi tutte le discografie. Il patrimonio, un tempo inaccessibile, di Akihito Baba e pochissimi altri collezionisti è oggi approdato per fortuna in ogni angolo del globo. È molto interessante il lavoro di aggiornamento di molte discografie. Una sorta di archeologia tanguera in cui le informazioni un tempo frammentarie ed incomplete vengono almeno in parte chiarite. Ma questo è una cosa che riguarda i collezionisti. Sab, ne abbiamo già parlato ehehehe, guai quando un collezionista si sente anche DJ e decide di “educare” la pista!!


Quando costruisci mentalmente la tua serata? Molto tempo prima, durante il viaggio per arrivare in milonga, oppure improvvisi attimo per attimo?
Adoro farmi influenzare dalla pista. C’è da dire che a Napoli il livello dei DJ è, come dicevo, storicamente altissimo, e da un po’ di tempo, soprattutto fra i ragazzi è cresciuta la sensibilità verso, questo mondo, ma con rispetto e la giusta gradualità. Da due anni tutti i lunedì, nel dopo lezione abbiamo un ritrovo dove si parla solo di orchestre….e vabbè dei ballerini che ci piacciono   In compagnia di questo grande personaggio partenopeo, Il Monarca, che è una sorta di Indiana Jones delle Orchestre. Mettere musica a Napoli è una buona palestra, perché si viene educati ad improvvisare da subito perchè quello di Napoli è mediamente un pubblico colto ed esigente. Quando vado fuori, festival o persino a qualche maratona, mi risulta quasi sempre più facile afferrare la pista o comunque mi faccio meno problemi. Improvviso, ma come diceva Totò, l’improvvisazione non si improvvisa!!


Ti é mai capitato di annoiarti durante una serata, di aver compreso tardivamente che forse quella milonga non riusciva a darti le giuste motivazioni e non vedevi l'ora di finire?
Sì, mi è capitato e come!! A volte proprio non ne sono venuto a capo. Certe cose rimangono un mistero. Soprattutto quando metti musica che è una chiavica e lo senti, e vengono a congratularsi a raffica i maestri del festival. E pensi che ti stiano prendendo per il c***.
Una volta ad uno di questi, mio amico con cui ho una certa confidenza, l’ho bloccato, era secondo me una delle mie peggiori serate. È venuto a complimentarsi due volte, ed io gli detto in napoletano: ma tu me stai sfuttenno?


Accetti sempre tutto quello che ti propongono o cerchi di fare una selezione preferendo location affascinanti e serate con amici?
Come definiresti il tuo stile? Si é evoluto nel tempo ? Ed in quale direzione? Cosa può influenzarti in una serata, il pubblico, i ballerini, l'acustica della location, la durata della tua performance…
Da un po’ di tempo sono costretto ad accettare sempre meno. Capita che nei week end siamo di più in giro per dare classi, a volte le cose coincidono. In realtà preferisco la condizione di convivialità con amici, mi piace quando tengo in pista dei ballerini di cui conosco i gusti, e mi diverto a sfrocoliarli. Però la cosa su sono davvero fissato è l’acustica. Le cose che ho in mente mentre la milonga viaggia sono influenzate da questo aspetto che determina a volte la scelta di alcune orchestre a discapito di altre….


Spesso capita in alcuni eventi di condividere la serata con un/a collega. Preferisci lavorare generalmente da solo, o se in coppia con chi hai feeling? Oppure, ami il brivido di sperimentare con un collega mai ascoltato fino ad allora?
Da un po’ di tempo lavorare in condivisione mi piace tantissimo. All’inizio ero diffidente, poi col tempo è diventato un piacere!! Mi è capitato di recente di ascoltare una jam session in cui mi hanno fatto letteralmente arricreare. O forse sono io che scelgo di andare a ballare ormai solo dove i DJ sono una garanzia. Tempo fa, Sab, e tu conosci la vicenda perché mi aiutasti a cercare il brano della discordia; in un famoso festival ero in tandem con un altro DJ che era anche co-organizzatore del festival. Bene, lui mette come brano di rueda per gli artisti una cosa abbastanza “originale” della Victor, e che non mi sembrava così scandalosa, anzi!! E mi viene da ridere mentre ti rispondo perché hai già capito. Il Mostro Sacro ballerino di punta, terminata la rueda si incazza come una belva, io ero appena salito in consolle ed inizia ad emanare sentenze in più di una lingua. Indice puntato, io faccio fatica a capire perché non trovavo il filo logico e la ragione della sua incazzatura. Mi trattengo. Quel brano lo aveva indisposto in un modo così esagerato che stentavo a credere che quella fosse la reale spiegazione. E penso, realizzo mentalmente tra me e me in quei minuti, che lo star system deve definitivamente andare a farsi fottere, inevitabilmente destinato all’estinzione. L’idea rimane inalterata ancora oggi.


Se qualcuno ti chiede il nome di una traccia gliela dici, magari consigliando il cd dove é inclusa, oppure lo inviti ad avventurarsi in una faticosa ricerca?
Do tutte le informazioni. Sempre!!


Il pubblico ti molesta in consolle con richieste assurde. Cerchi di accontentarlo oppure fai capire chiaramente che non sei un jukebox?
Sono cattivissimo sulla questione. Ti ricorderai immagino, perché lo hai vissuto anche tu Sab, periodo 2005-2006, il periodo in cui il vecchietto di turno balla con la donzella principiante e a fine tanda ti chiede, trascinando la creatura malcapitata: me lo metti il tango greco?!?!!! Siamo stati forgiati con questi espedienti, no, no, Sab, la durezza in questi casi è utile a tutti. Diverso è il caso in cui mi chiedono un brano specifico, ballerini, e capisci subito che il loro desiderio è desiderio di “pista”, di milonga. E chi lo fa ha spesso garbo e rispetto, soprattutto di quello che è accaduto fino ad allora. Posso così costruire una tanda attorno che abbia un senso.


Ti piace ballare ed ascoltare i tuoi colleghi, gustare le selezioni altrui e stili differenti dalle tue esecuzioni?
Avendo scelto di andare a ballare solo dove ci sono DJ che ammiro, quando mi sposto viaggio sempre più spesso con il Clan Napoletano, perché godere in compagnia è meglio. Sì, lo faccio con l’idea di consumare le scarpe 
Mi piace andare sul sicuro, può capitare di rimanere deluso, ma è raro, e quasi sempre ascrivibile al mio umore!!!! La maggior parte dei DJ che seguo hanno gusti non troppo distanti dai miei, alcuni sono proprio diversi, ma con forte personalità. La personalità del DJ mi incanta.


Ritieni che il modo di musicalizzare sia differente per macroaree geografiche ? Argentina, Nord Europa, Est Europa, Mediterraneo… o tutto il mondo é paese?
Ci sono differenze, enormi. Ma quando un DJ è enorme queste differenze scompaiono. Il gusto europeo si è evoluto molto, cercando una propria autonomia in questi anni. Al confine con una conflittualità latente. Poi il molto è diventato troppo. È il problema dell’evoluzione in generale. Mentre si viaggia si può perdere qualcosa, quando questo qualcosa diventa essenziale al viaggio, allora è inevitabile il “cast away”. Sì, di recente nei festival, i grandi DJ ci fanno godere del ’50. Per buona pace di tutti!! E c’è chi il ’50 non ha mai smesso di metterlo negli ultimi 12 anni….


Ti piacerebbe avere un locale solo per te, arredarlo con l'impianto adeguato ai tuoi desideri, cercare di creare un'onda che ti soddisfi oltre a suonare quando ne hai voglia e creare un calendario di eventi a misura dei tuoi gusti?
Non mi posso lamentare al riguardo!!!!


Le classiche domande a bruciapelo, vietato non rispondere:
Tre orchestre che non possono mancare in una serata.

Francisco Canaro, D’Arienzo, Di Sarli


Le tue tre orchestre preferite, che possono essere anche diverse dalle precedenti.
Pugliese, Demare, Biagi, D’Agostino-Vargas


Suggerisci una tanda di tango strumentale, una tanda di tango con cantante, una di vals ed una di milonga
D’Arienzo strumentale: Rawson , Maipo, El cabure, Florida
Pugliese-Chanel: Fuimos, Muchachos Comienza La Ronda, Rondando Tu Esquina, Yo te bendigo
Vals, Troilo-Fiorentino: Tu Diagnostico, Temblando, Valsecito Amigo
Milonga, D’Agostino-Vargas: Entre copa y copa , Porque me siento feliz, Compadreando


Quali sono le tre orchestre o cantanti che non sopporti?
H. Varela, Larroca con De Angelis. Non sono proprio le cose che vorrei sentire in una serata.
Quale é l'orchestra più sottovalutata dal grande pubblico e quale la più sopravvalutata?
Sottovalutate, le orchestre come Francini-Pontier e tutto un universo da scoprire circa le molte vite di Roberto Firpo. Sottovalutata ovviamente l’orchestra De Caro. Io adoro Edmundo Rivero, le milonghe di Rivero, ma confesso che non ho il coraggio di proporlo, se non a sclero nella mia milonga del giovedì all’inizio. Così come le poche sballose milonghe di Demare, che mi creano una vera e propria vertigine di piacere. E poi Goyeneche, che è una la Voce che vale molti strumenti, anzi lo stesso Goyeneche ha avuto una metamorfosi artistica. Mi faccio delle tande miste da solo Goyeneche-Ruben Juarez-Susana Rinaldi, che rimangono sull'ipod. Sab, sono ottimista al riguardo, credo che entro pochi anni, ci saranno ballerini di levatura, ballerini di milonga intendo, che chiederanno con il corpo ballare su cose tanto belle, meno scandite, irrazionali come la voce. E sarà ancora una volta tutto diverso
Più che sopravvalutata ancora mi crea perplessità l’abuso di H. Varela che scatena ire funeste in pista. È il danno di youtube e dei collezionisti di “passi” da esibizione. Vorrei, ma come lo desidero, che si “abusasse” certe volte di Di Sarli, non mi stanca mai, mi piace sempre. Mi mette di buon umore. A volte ho ascoltato DJ così originali che non passavano Di Sarli. Capita anche questo

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Le tue tre serate top ( a giudizio tuo ovviamente…)
Ho un ricordo di Capri 2007, dal pomeriggio al tramonto, una milonga in cui si era sospesi tra i faraglioni, il mare e la montagna. Ed un meltin-pot che allora era per me una novità assoluta.


Siamo meno seri: i dj rimorchiano ? Quante storie hai avuto con i tuoi colleghi?
Eheheh Sab, i DJ sono mediamente ‘nzallanuti,ma solo mediamente. C’è una categoria di sfigati, gli ‘nzallanuti, che attira un pubblico di adoratori border_line, e allora sì me lo posso spiegare l’acchiappo, altre spiegazioni non me le saprei dare. Viceversa se sei uno che rimorchia e decidi di fare il DJ allora l’assalto è a bottino sicuro. La maggior parte dei DJ oggi, come numero, sono donne. Vale anche per loro!! Soprattutto!!


Infine Sab, siamo seri: zero!!

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