Iniziamo il 2014 intervistando Claudio Coppola, italiano trapiantato a Parigi. Una personalità dinamica e multiforme, dj, ballerino ed organizzatore. Con lui approfondiamo il lento scivolare dalla pista alla consolle e viceversa, sempre animato da una profonda passione per il tango. Un percorso nato da un lungo ascolto del repertorio tanguero, gustando e cogliendone le più sottili sfumature, dagli stili alle orchestre. Come dice Claudio, " Sono un ballerino prestato alla consolle, senza gli altri dj cosa farei? Adoro ascoltare i miei colleghi, quando vado a ballare sono il loro primo fan, e poi il settanta per cento di quello che faccio in consolle l'ho imparato ascoltando altri dj, anche quando ancora non ero interessato al tango come musica, sono loro che mi hanno fatto conoscere le canzoni che amo e che passerò". Ed allora, senza esitazioni, conosciamo da vicino i segreti di un altro grande DJ del panorama tanguero internazionale.
1)I tuoi inizi. Presumo come tutti che il tuo primo approccio sia stato con la pista. Cosa ti ha spinto a fare il salto in consolle? Una scelta ponderata o é stato frutto della casualità?
Ciao Sabino,
anch'io ho iniziato ballando e sono diventato dj per caso: per 4 anni sono stato il classico ballerino che quando ascoltava una canzone interessante diceva "bello sto pezzo", riconoscevo si e no la Cumparsita e Poema. Poi ho fatto un viaggio a Parigi ed ero ospite di un amico e grande ballerino, Luca Giacomoni, a casa sua abbiamo passato interi pomeriggi ascoltando tango, parlando dei diversi arrangiamenti, degli stili delle orchestre…da lì in poi la curiosità, la ricerca e la voglia di ascoltare in pista canzoni che mi piacevano e che passavano raramente. Così sono diventato dj.
2)Ai tuoi esordi quali erano i gusti dei tangheri? Ci sono differenze significative con la scena attuale?
Ai miei esordi non giravo molto, ballavo quasi sempre in Romagna, ed erano gli anni degli elettronici- Gotan su tutti-, Pugliese e tanghi alternativi. Oggi non so come sia la situazione in Romagna, ma in generale trovo l'offerta e la domanda più varia.
3)Ricordi la tua prima serata in consolle?
E chi se la scorda, era a Forlimpopoli, circolo sociale le Betulle. Ho fatto più casini quella sera che in tutte le serate che ho fatto dopo! Mi ricordo che pensai: "bene, ho toccato il fondo, ora non posso far altro che migliorare!" …per fortuna che giocavo in casa e avevo un buon gruppo di amici a sostenermi .
3)Dalla difficoltà della ricerca dei brani su cd spesso masterizzati, all'esplosione del web , e la conseguente relativa facilitá nel reperire la musica. Secondo te questo cambiamento epocale ha cambiato il modo di lavorare del DJ?
Certo, il mezzo usato influenza l'opera stessa: se dipingi con un pennello o con una bomboletta spray il risultato é diverso, no? Il dj che utilizza i cd probabilmente avrà un modo di catalogare la musica, sia mentalmente che fisicamente, diverso da quello che usa Pc, forse costruirà la tanda con più canzoni provenienti dallo stesso album o attingerà da compilations che si é fatto lui.
Un' altra differenza é che col pc puoi cambiare idea fino all'ultimo secondo, il che non é detto che sia sempre un vantaggio: se in una serata non ti senti sicuro puoi rovinarti il fegato cercando la strada giusta tra le migliaia possibili; lo stesso vale per la quantità delle canzoni che hai: avere tutto o quasi a disposizione può aiutarti ad essere creativo ma può essere destrutturante.
Ma questa sarebbe una domanda da fare a dj che hanno vissuto le due epoche, come te , io sono un musicalizador 2.0, nato col pc, e col disordine che faccio forse non sarei in grado di musicalizzare coi cd...o forse sarei obbligato ad essere più preciso. Chissà…
4)Quando costruisci mentalmente la tua serata? Molto tempo prima, durante il viaggio per arrivare in milonga, oppure improvvisi attimo per attimo?
La serata nasce nel momento in cui vengo contattato dall'organizzatore, con tutte le aspettative, le ansie, la gioia o la noia connesse con l'invito ricevuto. La scelta delle canzoni invece la improvviso e anche se volessi prepararmi prima, il corso della serata mi farebbe cambiare idea. A volte mi dico che passerò una tanda che in quel momento mi ispira e poi durante la serata non ne sento l'esigenza, altre volte invece é proprio la tanda che ci vuole. Le serate migliori sono quelle dove non faccio nessuno sforzo per trovare la tanda successiva, ma l'ispirazione non ce l'hai sempre quindi le altre volte tocca affidarsi solo alla tecnica.
5)Ti é mai capitato di annoiarti durante una serata, di aver compreso tardivamente che forse quella milonga non riusciva a darti le giuste motivazioni e non vedevi l'ora di finire?
Si, mi é capitato, ma in genere me ne rendo conto subito: se una serata inizia bene é difficile che finisca male. Comunque in questi casi cerco di fare autocritica, penso che noi dj siamo tra i principali animatori della serata, se una serata é noiosa immagina per i ballerini quindi dobbiamo fare il nostro possibile per cambiare l'andazzo, di solito abbiamo un buon margine per migliorare il clima di una serata.
6)Accetti sempre tutto quello che ti propongono o cerchi di fare una selezione preferendo location affascinanti e serate con amici?
Per me fare il dj é un piacere (a volte una goduria), ma é anche un lavoro, e come tutti i lavori a volte devi fare anche cose che ti piacciono meno. È anche per questo che siamo pagati, no?
Inoltre penso che questa sia un approccio "pericoloso": ipotizzare che i dj considerati bravi vadano solo in posti "cool" implica che i posti meno affascinanti e senza amici non meritino una buona selezione. Senza contare che una location affascinante e piena di amici non é detto che partorisca una serata interessante. Ma forse ho interpretato male la domanda.
Resta il fatto che ognuno é libero di accettare i lavori che vuole, come ogni libero professionista, e che comunque gli amici o le milonghe dove vai a ballare ti cerchino di più di quelle dove non sanno chi sei.
7)Come definiresti il tuo stile? Si é evoluto nel tempo ? Ed in quale direzione? Cosa può influenzarti in una serata, il pubblico, i ballerini, l'acustica della location, la durata della tua performance?
Credo che la domanda sia posta male: ho letto tutte le tue interviste e altre ancora, a questa domanda tanti dj hanno dato risposte simili e anch'io potrei rispondere allo stesso modo essendo sinceri, tipo: "passo tanta epoca dell'oro con qualcosina di anni '50 e guardia vieja, una grossa base di classici con qualche chicca, faccio attenzione alla pista e cerco di far ballare più gente possibile…" ma alla fine, anche se avremmo risposto tutti allo stesso modi le nostre selezioni saranno totalmente diverse, a volte opposte. Quindi credo che ciò che maggiormente caratterizza un dj, ciò che fa il suo stile non é cosa pensa, ma la sua personalità, la sua sensibilità, il suo modo di sentire la musica e di leggere la serata. Quindi se vuoi sapere un po' più del mio stile dovresti chiedermi qualcosa sulla mia personalità, tipo che caramelle mi piacciono, se dormo con un cuscino tra le gambe, l'ultima volta che ho pianto…insomma tutte le domande alle quali non risponderei
8)Spesso capita in alcuni eventi di condividere la serata con un/a collega. Preferisci lavorare generalmente da solo, o se in coppia con chi hai feeling? Oppure, ami il brivido di sperimentare con un collega mai ascoltato fino ad allora?
Preferisco musicalizzare da solo: già trovare la connessione con 100 persone é difficile, trovare la connessione con qualcuno che cerca la connessione con altre 100 persone é troppo cervellotico per me.
9)Se qualcuno ti chiede il nome di una traccia gliela dici, magari consigliando il cd dove é inclusa, oppure lo inviti ad avventurarsi in una faticosa ricerca?
Certo che lo dico, e li ringrazio pure, perché nella domanda c'é implicito un complimento e un messaggio di condivisione: "come si chiama questa canzone che hai selezionato che fa vibrare qualcosa sia a te che a me?". E poi mi piace parlare di musica con gente appassionata come me, se ho tempo di parlare sono io ad attaccare una pezza ai ballerini, che magari avevano voglia solo di sapere un nome e che poi rischiano di non ballare per un po'
10) Il pubblico ti molesta in consolle con richieste assurde. Cerchi di accontentarlo oppure fai capire chiaramente che non sei un jukebox?
Ho una serie di risposte pronte da dare ai "clienti difficili", ma in realtà anche lì se sento che la gente mi fa troppe richieste nella stessa serata faccio autocritica, forse vuol dire che la mia selezione non accontenta i gusti della maggior parte del pubblico, che ad un certo punto sente il bisogno di venire a esplicitarlo verbalmente. Poi capita che stai facendo un seratone e qualcuno comunque viene a chiederti qualcosa…ma per questi la lista di risposte che ho é sufficiente.
11)Ti piace ballare ed ascoltare i tuoi colleghi, gustare le selezioni altrui e stili differenti dalle tue esecuzioni?
Scherzi? Sono un ballerino prestato alla consolle, senza gli altri dj cosa farei? Adoro ascoltare i miei colleghi, quando vado a ballare sono il loro primo fan, e poi il settanta per cento di quello che faccio in consolle l'ho imparato ascoltando altri dj, anche quando ancora non ero interessato al tango come musica, sono loro che mi hanno fatto conoscere le canzoni che amo e che passerò.
12)Ritieni che il modo di musicalizzare sia differente per macroaree geografiche ? Argentina, Nord Europa, Est Europa, Mediterraneo... o tutto il mondo é paese?
Questa é una bella domanda che meriterebbe un approfondimento, ma riassumendo potrei dire che si, i gusti cambiano in base alla cultura, ma un bravo dj é bravo ovunque.
13)Ti piacerebbe avere un locale solo per te, arredarlo con l'impianto adeguato ai tuoi desideri, cercare di creare un'onda che ti soddisfi oltre a suonare quando ne hai voglia e creare un calendario di eventi a misura dei tuoi gusti?
Un locale così ce l'ho: insieme a degli amici organizzo una milonga a Parigi, "La dolce vita", e facciamo proprio come hai scritto tu.
14)Le classiche domande a bruciapelo, vietato non rispondere: Tre orchestre che non possono mancare in una serata.
Non ci sono orchestre che non possono mancare in una serata… Mi é capitato che tornando a casa da una serata riascoltando la selezione che avevo fatto mi rendevo conto di non aver passato nemmeno una tanda di D'Arienzo, o Di Sarli…il primo a stupirmi ero io, ma si vede che quella sera non ne avevo sentito l'esigenza, e la serata é riuscita comunque. Forse l'unica orchestra insostituibile é Canaro, per via delle milonghe, fare una serata senza milonghe di Canaro é difficile. E Podesta', ha inciso talmente tante hit che mi viene difficile immaginarmi una serata senza la voce di Podestà.
15)Suggerisci una tanda di tango strumentale, una tanda di tango con cantante, una di vals ed una di milonga.
Cantata:
Di Sarli/ Rufino:
Tristeza Marina, Todo, Mañana zarpa un barco e Esta noche de luna.
Strumentale:
D'Arienzo:
El flete, la Payanca, Rawson, Homero
Vals
Laurenz/OTV
Mendocina, Paisaje, Temo
Milonga
Donato
Sacale punta, Elle es asi, Torito.
16)Le tue tre orchestre preferite, che possono essere anche diverse dalle precedenti.
Di Sarli, Beatles e Pink Floyd.
Ok, anche Canaro e D'Arienzo. Per i cantanti Podesta, Rufino, Battisti e Vidal.
17)Quali sono le tre orchestre o cantanti che non sopporti?
In generale preferisco le orchestre morte ( con delle bellissime eccezioni, vedi San Souci, Arrascacielo, Solotango…), non vado pazzo per gli elettronici. Poi ho una reazione allergica al "Tesssoro mio" di Ledesmiana memoria e quasi tutte le cantanti donne ( non é sessismo, please)…Non mi piace il barocco.
Per le orchestre ho un rapporto strano con Tanturi e D'Agostino: non mi piace ascoltarli ma mi piace ballarli...misteri del tango!
18)Quale é l'orchestra più sottovalutata dal grande pubblico e quale la più sopravvalutata?
Dipende da dove e quando ti trovi, le mode fanno miracoli per riscoprire orchestre dimenticate. In generale non capisco quelle persone che non riconoscono il valore dei classici, che sono uno dei più bei doni che il tango ci fa. Una precisazione: per classico intendo quel pezzo che quando lo ascolti pensi "Finalmente! era ora che qualcuno scrivesse questa melodia", perché ti sembra di ascoltare una melodia che già esisteva, era dentro di te e mancava solo quel genio che lo partorisse per l'umanità. I classici sono ontologici, archetipici, parlano di noi, non apprezzarne il valore vuol dire dare meno importanza anche a noi stessi.
D'altra parte non capisco quelle persone che bollano come eccezionali canzoni che vengono portate dal vento della moda ma che si esauriscono nel giro di una stagione. Forse sono belle, ma credo che la musica non sia solo estetica (bella o brutta) ma anche etica (buona, giusta, cattiva, sbagliata). Dire di " Nada" di Di Sarli: "bello sto pezzo", é riduttivo, forse ci imbarazziamo nel riconoscerne quanto ci perturbi nell'intimo.
Sono andato un po' fuori tema, ma sei tu che mi hai detto che potevo scrivere quello che volevo
19)Le tue tre serate top ( a giudizio tuo ovviamente...)
Porto nel cuore una serata fatta a Lille, c'era un'energia così pazza che le persone ballavano tutto, non potevo sfumare neanche una cortina perché le persone restavano in pista a ballarle; Poi il mio primo Chantier, a Parigi, che é una specie di maratona che fai da solo ( dalle 21 a...quando va via la gente, tipo 10 del mattino) e poi mi sono divertito anche a Mosca al Festival Vamos.
20)Siamo meno seri: i dj rimorchiano ? Quante storie hai avuto con i tuoi colleghi?
Statisticamente i dj rimorchiano più dei calzolai ma meno degli oftalmologi… Sabi', seriamente, ma se stiamo tutto il tempo con la faccia attaccata ad un pc, che sembriamo i secchioni del tango, noi a fare i compiti mentre gli altri ballano e si divertono... che vuoi rimorchiare? fossimo maestri argentini… ciao e buon anno.
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