Comprendere attraverso l’arte il fine ultimo della
vita, ma non solo. Anche e soprattutto ciò che trascende la vita terrena in un
afflato al tempo stesso mistico e farne una particolare e personale cosmogonia.
Mediando e creando un percorso ontologico tra religione e filosofia. “Sui
simulacri” del filosofo Porfirio , edito da Adelphi, è uno dei più raffinati ed
utili testi per comprendere appieno la temperie e i segreti dell’arte classica.
Leggendo il risvolto di copertina «Porfirio di Tiro,
allievo prediletto di Plotino, fu il filosofo più temuto dai Padri della Chiesa
per la svettante intelligenza e la raffinata erudizione, poste a difesa della
millenaria sapienza pagana contro il dilagare della nuova concezione cristiana.
Di lui si racconta che a un convito per l'anniversario di Platone, dove lesse
un suo poema dal titolo Le nozze sacre, fu tacciato di pazzia per le
"molte cose che aveva pronunciato nell'entusiasmo, in senso mistico e
velato". Ma Plotino intervenne e gli disse: "Ti sei dimostrato al
tempo stesso poeta e filosofo e ierofante”.
Rileggere quei pochi frammenti sopravvissuti dà
ancora una emozione unica. L’opportunità di riflettere sul valore del simbolo,
di cosa ha potuto rappresentare per il mondo classico ed anche l’occasione di
non lasciarci perdere l’occasione attraverso la visione delle statue di evocare
gli dei…
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