Ci sono scrittori apparentemente antipatici, ostili,
scomodi nella lettura, perché emerge in tutta la sua arroganza quasi un
disprezzo dei lettori, della mediocrità della borghesia. Uno di questi è quello
che reputo uno dei più geniali ed unici intellettuali del secolo scorso, Curzio
Malaparte. Narciso e dandy fino all’eccesso, fino al punto di lasciare un segno
imperituro a guisa di Tiberio con la sua villa a Capri.
Ogni volta che leggo
“Tecnica di un colpo di Stato” mi sento
quasi Malaparte che irride i regimi dittatoriali, anarchico ma splendidamente
conservatore. Destra e sinistra diventano categorie quasi prive di senso, a tal
punto che trasmutano in erme bifronte, volti, recto e verso di una stessa
medaglia.
La democrazia per Malaparte è fragile ed indifesa, continuamente
passibile di fendenti mortali. Ma allora cosa fare? Distruggere i miti borghesi e la borghesia…quanto
Malaparte assomiglia a Celine…
Nessun commento:
Posta un commento