venerdì 26 agosto 2011

Desertshore... anagramma per capolavoro...


La voce algida e mitteleuropea di Nico ha attraversato come una cometa irraggiungibile la scena artistica per un trentennio. Musa di Andy Warhol, modella nei primi '60, voce dei seminali Velvet Underground ed in proprio con splendidi album negli anni'70.


Una donna di una bellezza rigorosa e severa, aliena dalle meschinità quotidiane che ha regalato alcune fra le canzoni più significative della storia del rock, Femme Fatale, All Tomorrow's parties… Desertshore, del 1970 é la prova di maturità della cantante che accompagnata dal genio di John Cale, dá libero sfogo a tutte le sue pulsioni, nevrosi ed angosce esistenziali. Il brano di apertura, Janitor of Lunacy é una litania ipnotica e messianica che scava in profondità nei recessi più nascosti dell'animo di Nico, mentre My only child sembra fuoriuscire dai repertori della musica d'avanguardia della seconda metá del XX secolo. Siamo nei territori di Meredith Monk, Joan La Barbara, musica cameristica disegnata dalla canto a cappella.


Un lavoro, Desertshore, che mette i brividi, come se le musiche , le parole, il respiro, provenissero davvero dall'inconscio o da un'altra dimensione. Un incrocio fra musiche occidentali e sonorità orientaleggianti precursore con vent'anni di anticipo di tanta new age o world music di fine millennio. Nel deserto dei sentimenti e delle passioni una oasi di salvezza dove riconciliarsi con l'esistenza attraverso la musica, provando un sottile piacere crogiolandosi in una algida malinconia.


Desertshore, anagramma per capolavoro.


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