venerdì 28 dicembre 2012

Um copo de colera





Una torbida storia di passione erotica e dialettica nelle fazenda brasiliane. Il debutto cinematografico di Aluizio Abranches é una pellicola interessante che mette insieme nel frullatore, sesso, claustrofobia degli spazi e dei sentimenti, violenti scontri anche ideologici, I due protagonisti del film si cercano, si abbandonano, si amano e si odiano mantenendo come uno filo conduttore il sesso. 

E' questo il driver  che connette i due corpi che si muovono in maniera frenetica e sconnessa, il urto reso con maestria dal regista attraverso l'uso della camera a mano. Uno stile finto povero che peró risulta godibile grazie anche alla buona performance dei due attori , credibili nel ruolo di amanti infoiati. Forse il film pecca un tanto di verbosità, con pretese intellettuali del regista ma il manierismo di alcune scene non é mai troppo fine  a se stesso  e la resa ottenuta passa l'esame. 

Imperdibile il seguirsi degli sguardi fra i due attori che si inseguono come due prede in calore sempre pronti ad una resa dei conti che é un duello anche verbale/ideologico. Fuori dal letto non ci puó essere pace, ma solo battaglia, lite e violenza.

giovedì 27 dicembre 2012

Body Art e storie simili by Lea Vergine





Strano destino quello della Body Art. Non c'e' via di mezzo: o la si ama alla follia o la si odia alla follia. Di sicuro per comprendere questa controversa corrente artistica del XX sec. é necessario abbracciare  quella che Lea Vergine chiama "la necessitá ( ciò che non può' non essere ) inappagata di un amore che si estende illimitatamente nel tempo ( la durata), il bisogno di essere amati comunque, per quello che si é e per quello che si vorrebbe essere, con diritti illimitati ( di qui la delusione e il fallimento inevitabili)". 

Una riflessione tratta da Body Art e storie simili. Il corpo come linguaggio, un volume pubblicato nel 2000 dalla nota critica d'arte presso la casa editrice Skira.  Ancora oggi lo ritengo un utile e fondamentale passe-partout per avventurarsi tra le performance di Vito Acconci o le sculture viventi di Gilbert & George, tra le azioni sentimentali di Gina Pane piuttosto che gli autoritratti di Urs Luthi. Di sicuro alcune manifestazioni dell'agire sul proprio o sull'altrui corpo possono scadere, se letti con superficialità, in degenerazioni all'insegna della perversione che può scadere in feticismo, sadomasochismo ed altre alienazioni, ma scandagliando in profondità, si nota l'atto eroico di protesta verso la società contemporanea ed in ultima istanza verso la morte. inevitabile e gratificante per gli artisti della body art, la risposta del pubblico che in molte performance tende ad interagire, ansia risultare decisivo per quello che diventa un atto di estrema generosità. Una corrente artistica che diventa in alcuni casi davvero una mistica, la poetica di un ribelle dell'arte e della società che si trova costretto ad autoflagellarsi per imporre il proprio io. Una mistica corporea fatta di secrezioni, liquidi e sangue che ne fa la più fisica di tutte le arti. 

In questo libro si giunge alla conclusione che la nostra società satura di immagini non può vedere che solamente il corpo quale agorá per riflettere ed immortalare le pulsioni della società. Una società dove l'identità liquida e mutante viene messa perennemente in discussione e solo attraverso la fisicitá e l'incisione (trasfigurazione) della propria carne riesce ad affermare uno slancio vitale. Lunga vita dunque alla body art, la più postumana delle arti e lasciamo soggiogare la nostra addormentata visione alle numerose ed insostenibili immagini che hanno rappresentato e rappresentano l'apparato iconografico di questa liturgia.

The third man... e l'orologio al cucu'




Una Vienna mai così sinistra e tenebrosa é la città che accoglie questo bellissimo giallo. Lo scrittore canadese Holly Martens giunto nella capitale austriaca per incontrare un suo amico di vecchia data, Harry Lime,  viene informato della morte dell'uomo. Decide subito di indagare su quella che appare in modo chiaro una strana scomparsa, ma si ritrova al centro di un pericoloso intrigo. Carol Reed confeziona uno dei capolavori ogni epoca del genere con un cast di attori straordinari che vede oltre ad un superbo Orson Welles, due grandissimi Joseph Cotten ed Alida Valli. Una pellicola premiata a Cannes nel lontano 1949 che seguiva il plot di un celebre romanzo del maestro Graham Greene, e che mette al centro di tutto l'amicizia virile nel cui nome si é disposti a sacrificare ogni cosa. Indimenticabile il clima di paura e di sospetto su cui si avvita una Vienna post bellica resa ancora più affascinante da una fotografia notturna. Una città che diventa la platea dello scontro tra bene e male, in un manicheo parossismo che sembra un gioco di specchi. Un film che rappresenta molti altri film, tante le scene che valgono da sola la visione e che renderebbero grandi una semplice pellicola. Si va dall'uscita di Orson Welles che esordisce con il suo magnetico sguardo che buca l'oscurità all'inseguimento finale nelle fogne di Vienna, passando per le passeggiate solitarie di Alida Valli. E  dulcis in fundo , sotto la ruota panoramica di Vienna la celebre battuta pronunciata sugli svizzeri e gli orologi a cucù: " «In Italia per trenta anni hanno avuto guerra, terrore, omicidio, strage e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera, con cinquecento anni di amore fraterno, democrazia e pace cos'hanno prodotto? L'orologio a cucù». Un capolavoro da vedere e da possedere in dvd originale. Credo ne circolino buone copie con diversi extra.


mercoledì 26 dicembre 2012

No Easy Day





Le vacanze di Natale aumentano la mia voracità di lettura. Nelle grinfie é capitato un testo regalatomi da un amico che ho davvero spolpato in un paio di giorni. No Easy Day di Mark Owen e Kevin Maurer, edito da Mondadori é un best-seller che sta spopolando in USA. 

La cronaca della missione dei Navy Seals che ha posto fine alla esistenza del nemico pubblico numero uno, Osama Bin Laden, un nome di persona che dal 2001 ad oggi é diventato sinonimo del male stesso. Il libro é scritto molto bene, con uno stile asciutto e ricco di particolari militari nella dose giusta per non annoiare un professionista delle armi. La più famosa operazione di intelligence degli ultimi anni é preceduta dalla descrizione psicologica e fattuale della preparazione alla missione, attraverso l'occhio biografico di uno dei protagonisti. Una missione che sembrava scritta nel destino, almeno fin da quando l'autore, il cui nome per ovvie ragioni é di fantasia, decise di far parte di uno dei copri militari d'elite nel panorama internazionale. L'esito positivo non é come in altri testi attribuito a mosse spericolate o alla spavalderia dell'eroe di turno , ma al lavoro  corale di una squadra , che lavora con un low profile. 

Questo mi é davvero piaciuto. da nessuna riga prevarica la boria trionfalistica di altri volumi e quelle descrizioni in puro stile hollywoodiano che spesso puzzano di retorica lontano un miglio. Nessuna dietrologia, nessuno scoop, nessuna vittima di complotti segreti… e questo per una volta tanto forse é un bene. A chi va di leggere un pó di sana cronaca il libro risulterà lodevolissimo, chi invece parteggia per piani della CIA per controllare il mondo e servizi segreti deviati si troverà deluso.

lunedì 24 dicembre 2012

AngeloGrasso/CataniaTangoFestival:un Festival di grandi dimensioni deve soddisfare gusti molto diversi, per questo è importante, secondo me, la ricerca di una varietà e cromaticità di eventi all'interno dei quali ognuno possa trovare la propria dimensione per riuscire a scambiarsi emozioni in un crescendo di intensità e di coinvolgimento






In pieno clima natalizio sogniamo il caldo siciliano di ferragosto conversando con Angelo Grasso, deus ex machina del Catania Tango Festival, uno dei festival storici nel panorama internazionale. Un evento che coniuga grandi nomi nel cast artistico con le bellezze storico - artistiche e naturalistiche del capoluogo entro e che in virtù di questo mix affascina ogni anno numerosi appassionati dagli angoli più remoti del mondo. La passione di Angelo, coinvolgimento intellettivo ed emotivo,  rimane intatta, anzi rinvigorita di edizione in edizione e rappresenta il filo conduttore di questa intervista, utile a chi vuole penetrare nei segreti dell'organizzazione di grandi eventi tangueri alla stregua del Catania Tango Festival. Buona lettura.

Il grande pubblico ti riconosce soprattutto come l'organizzatore del Catania Tango Festival. Quale il segreto del successo di questo evento?

L'idea originale era quella di unire un programma di tango intenso e articolato (stage, mostre, cinema, teatro, shows e tante milonghe) ad un soggiorno in una terra (la Sicilia) di grandi interessi: artistici, naturalistici e soprattutto ... con tanto mare!. La scelta del periodo proprio a cavallo del Ferragosto è stata proprio legata al fatto che molti italiani vanno in vacanza in quel periodo, mentre gli stranieri ne approfittano per visitare un luogo che sempre nell'immaginario evoca sensazioni "vacanziere". Tant'è che nell'ultima edizione abbiamo raggiunto la cifra record di partecipanti provenienti da 35 province italiane e 22 nazioni straniere (anche la lontana Nuova Zelanda oltre che Canada e USA). Sicuramente uno dei maggiori punti di riferimento dei festival estivi.

Nonostante tutte queste edizioni la tua passione rimane intatta?

Assolutamente si! Anni di lavoro in questo campo mi hanno fatto raggiungere una esperienza ed una consapevolezza che ogni anno fa aumentare sempre di più il mio coinvolgimento intellettivo oltre che emotivo. Un cast di Maestri in ogni edizione sempre più "stellare" con i quali mi confronto sempre in termini di idee e possibilità innovative stimola sempre di più il mio impegno perchè, parafrasando Gustavo Naveira (grande ospite dell'edizione scorsa),  "è la conoscenza profonda del tango che lo migliora" .

Il " mestiere dell'organizzatore" spesso risulta uno dei meno gloriosi nel mondo del tango? Come ci si costruisce un potente parafulmine per respingere critiche del pubblico, capricci degli artisti, problematiche di carattere logistico-pratico?

Non c'è una ricetta specifica, forse la capacità di comunicare ad ogni livello, cercare di creare sempre e comunque un'atmosfera che faccia stare bene e divertire, accogliere le richieste con gentilezza, cercare di accontentare sempre per quanto è possibile....e poi trasmettere questo approccio alla squadra che mi assiste nella preparazione dell'evento e nella sua realizzazione. Se consideri che il pubblico del Festival è costituito ogni anno  per il 40% da utenti che hanno partecipato ad almeno una delle edizioni precedenti si può senz'altro concludere che l'approccio può essere considerato quello giusto! 
E' ovvio che un Festival di grandi dimensioni deve soddisfare gusti molto diversi, per questo è importante, secondo me, la ricerca di una varietà e cromaticità di eventi all'interno dei quali ognuno possa trovare la propria dimensione per riuscire a scambiarsi emozioni in un crescendo di intensità e di coinvolgimento. 

Quali sono secondo te gli elementi che rendono grande un evento?  Artisti di fama internazionale, splendide location, pubblico internazionale, livello alto di Tangueros...? 

Si un po' tutto quello che hai citato che deve essere,comunque, sempre mantenuto e migliorato in ogni edizione. Il tutto sicuramente accompagnato con una marcia in più: la Sicilia, il suo mare, le sue tradizioni, la sua estate quasi tropicale. Sicuramente un punto di forza che fa propendere verso la decisione di partecipare a questo Festival piuttosto che un altro.

Il calendario degli eventi tangueri risulta sempre più fitto. Come si riesce organizzare un evento di grande portata nonostante l'offerta enorme di milonghe, festival, maratone?

Secondo me mantenendo quella che deve essere (e che è stata per circa un decennio)  la formula dei grandi Festival di Tango: dei grandi contenitori che non propongono solo ballo ma una molteplicità di eventi collaterali (mostre fotografiche, readings, conversazioni con i Maestri, shows...memorabile il "Tango Generations show" di Gustavo Naveira & Figli nell'edizione scorsa...) i quali contribuiscono non solo al miglioramento creativo del "proprio tango" ma anche all'accrescimento della propria "cultura" tanguera assecondando, interpretando (o cercando di farlo) desideri ed emozioni di tutti i partecipanti.. Le maratone diventano tutta un'altra storia... Se vengono organizzate senza il criterio della "selezione di livello alto" possono contribuire secondo me al ruolo "social" del tango ma non bisogna confonderle o assimilarle ad un  Festival in cui i contenuti sono molteplici e dove il ballo è una componente importante e considerevole...ma non l'unica. 

Come giudichi il rapporto con gli artisti con cui lavori ( ballerini, dj)? Preferisci che lavorino in esclusiva con te nell'area limitrofa alle tue locations?
Il rapporto con gli artisti mi piace costruirlo; invito sempre artisti che ho conosciuto personalmente in altri Festival o che mi sono consigliati da chi mi fido ciecamente. Quello che prediligo in ognuno di essi, a parte, indubbiamente, il talento, è il loro approccio con il pubblico, con gli allievi durante gli stage e durante i momenti conviviali. In essi prediligo due caratteristiche importanti: l'umiltà, quella dell'artista di valore universale e, soprattutto, l'assenza di autoreferenza (della serie...io solo sono il Tango, tutto il resto è niente....). Grandi nomi, conosciuti personalmente da "anonimo" utente di classi di gruppo in Festival internazionali sono stati da me cancellati dall'elenco di potenziali facenti parte del cast del Festival di Catania! Egocentrismi e smanie da prime donne sono da me bandite, gli artisti sono coloro che ti trasmettono emozioni uniche con semplicità, che stanno a chiacchierare con te di tango e non solo, che ballano per tutta la notte assieme al pubblico, che fanno colazione con te alle prime luci dell'alba dopo una notte di milonga... in altre parole i depositari della tradizione più genuina del "tango" pur proiettata nella dimensione nuova del Terzo Millennio.

Quale è l'evento o l'edizione a cui sei più legato? Quali gli artisti con cui hai un rapporto più stretto?

Di solito sono sempre legato all'ultima edizione perchè in essa hai tentato di superare sempre la precedente. Non riesco fare una classifica di rapporti più stretti con alcuni artisti piuttosto che con altri. Tutti sono ormai diventati amici nel senso più vero del termine anche se un ruolo particolare nella storia dell'organizzazione del Festival lo hanno avuto, perchè mi hanno supportato da un punto di vista artistico ( e non solo) dalle primissime edizioni i miei Maestri (non solo di tango) Luis Castro e Claudia Mendoza e poi i due grandi amici che sono cresciuti con me (lo posso dire perchè li ho conosciuti che erano poco più che adolescenti ma già brillavano di luce propria)  Margarita Klurfan e Walter Cardozo. 

Cosa ti da' più soddisfazione nell'organizzazione di un evento?

La gente che fruisce dell'evento sempre con il sorriso sulle labbra, soprattutto alla fine dello stesso. Quando l'evento è riuscito lo si sente nell'aria e lo si legge sul volto della gente: è l'energia che i tangueri emanano che per me fa la differenza.

Cosa ti fa più arrabbiare?

La critica fine a se stessa e non fatta con spirito costruttivo. Ovvero le critiche non possono mai mancare e io le accetto con grande predisposizione se sono riportate con onestà, simpatia e costrutto, meglio se accompagnate da soluzioni / suggerimenti che mi consentano di migliorare quanto possa aver manifestato qualche deficienza e ti assicuro che per eventi di tali dimensioni non tutto può essere perfetto. Devo dire, comunque, che l'esperienza di dodici edizioni ha migliorato di molto tanti punti che nel passato si erano dimostrati piuttosto deboli.

Con quali artisti avresti voluto lavorare ma non ci sei mai riuscito?

Sono riuscito a portare a Catania tutti coloro con cui avrei voluto lavorare. Ultimi Gustavo Naveira & figli l'anno scorso (una presenza su cui lavoravo già da un paio d'anni, difficile perchè il Festival di Catania coincideva con uno "storico" seminario che Gustavo e Giselle tenevano da anni a Buenos Aires proprio in quelle date) e nell'edizione di quest'anno Miguel Angel Zotto e Daiana che rincorrevo già da un po' di tempo ma con i quali non ero riuscito mai  a far coincidere il periodo.

Quali consigli daresti a chi per la prima volta vorrebbe organizzare un evento di tango?

Innanzi tutto prevedere quale potrebbe essere l'utenza e perchè le persone dovrebbero arrivare a partecipare al tuo evento piuttosto che  ad un altro. Poi il suggerimento è di frequentarne prima alcuni. Io l'ho fatto per circa tre/quattro anni girando per i maggiori Festival che si organizzavano alla fine degli anni '90 (Madrid, San Francisco, Bologna, Amburgo....). Da ogni esperienza mi portavo tutte le cose che mi facevano stare bene e quelle che secondo me dovevano necessariamente essere evitate...poi le ho tradotte nell'organizzazione del primo Festival a Catania nel 2001

E' possibile realizzare eventi in sinergia con altri organizzatori? Ti piace partecipare ad eventi non tuoi?

La risposta è: assolutamente SI ! Io partecipo sempre ad eventi non miei, cerco sempre di ritagliarmi dei momenti da fruire come semplice "utente". L'ultimo è stato il "Tango in Paradise Festival" di Bali, proprio nell'altro emisfero, con il quale abbiamo deciso di costruire un gemellaggio (Catania - Bali, due isole nei due emisferi per un tango universale). I partecipanti all'uno e all'altro usufruiranno di sconti e particolari agevolazioni... le sinergie sono sempre le benvenute!

Ed ora quattro domande " fuori dagli schemi".

Quale evento non tuo avresti voluto organizzare?

Credo che ogni evento possieda l'impronta dei propri organizzatori e per questo è unico e impossibile da riprodurre. Ovvero la risposta è: nessuno 

Preferisci i festival o le maratone, e perché ?

Assolutamente i Festival !  Perchè per me il tango non è solo ballo ma un vasto universo culturale da esplorare e da scoprire in cui senz'altro il ballo è una componente fondamentale ma non è l'unica. L'opportunità di avere artisti di fama internazionale (artisti che hanno fatto e continuano a fare la storia del tango) con cui confrontarsi, dibattere e imparare è, secondo me il punto di forza dei Festival rispetto alle maratone. Gli eventi collaterali dei Festival stimolano la necessità di scoprire sempre qualcosa di nuovo .... tutta l'energia che si respira ti penetra e ti pervade nella sua completezza

Come giudichi complessivamente il livello delle milonghe e dei grandi eventi italiani? Migliore o inferiore rispetto a quello europeo?

Il livello è ormai tipico di eventi che hanno percorso più di un decennio di edizioni per cui tutto dipende dal fatto che i partecipanti hanno più anni di esperienza di ballo. Ovviamente anche i principianti sono per me i benvenuti perchè io li considero sempre "il tango del domani" , per cui aborrisco gli eventi in cui essi sono quasi bandìti o, comunque, non ben accetti. Considera che negli stage del Festival di Catania le classi di livello A (da sei mesi ad un anno di lezioni ed esperienza di ballo) sono sempre pienissime, anche più di quelle di liv. C o D (quattro anni e oltre di esperienza). La convivenza dei diversi livelli ha fatto sempre parte della storia del tango, gli eventi che prediligono solo un livello alto di partecipanti sono destinati, secondo me, ad autoesaurirsi.

Secondo te nel tango esistono dei clan? La loro presenza può risultare determinante per il successo o il fallimento di un evento?

Per questa domanda la risposta è un po' anticipata in quella immediatamente precedente. Non credo che la presenza di "clan" (come li definisci tu) può risultare determinante per il successo o il fallimento di un evento della portata di un Festival in cui la base rimane sempre e comunque la voglia di divertimento, l' energia che accomuna e che unisce, e credo che il tango riuscirà sempre e comunque ad imprimere la sua universalità assoluta. Per mia esperienza ho sempre visto milonghe sempre e comunque..... con le sedie vuote e la pista piena! Credo che i cosiddetti clan saranno sempre sopraffatti da tutta la gente "comune" che partecipa con il suo umore, la convivialità, la disponibilità, la gentilezza, l'ospitalità....perchè ognuno secondo me vuole contribuire al massimo alla riuscita della "PROPRIA" serata. 

domenica 23 dicembre 2012

Vanja Modzelewski:I like the contrasts within one and the same song - rhythmical and lyrical -, as well as a certain dramatic component.






Let's go back across the ocean, New York,  for an interview with a great dj. Vanja Modzelewski is recognized DJ, teacher and performer. Her qualities as a dancer and knowledge of the structure of tango are two important keys to manage  the milonga. A careful selection of music influenced by dancers.  Like Vanja said " Definitely the dancers - the more experienced they are the more they seem to like the same music that I like".  Well, let's go and read the interview, and if we wanna deep her personal tango universe take a look at web site www.vanjatango.com blog: http://findthevanja.blogspot.com/, and Facebook, https://www.facebook.com/FindTheVanja?ref=hl


From the beginning : I suppose that your first approach with tango, like for other dj, was with the dance. What inspired you to get into console and play music? A conscious decision or was the result of chance?

I was dancing for 8 years without even thinking about DJ-ing. In 2008 I was co-hosting a practica and the other organizer asked me if I could DJ one night when he couldn't make it. The rest is history. :)

What were your early taste of tango? There are significant differences with the current scene?

Yeah, my taste has changed a lot! When I was an intermediate/advanced dancer I loved Pugliese, Narco Tango, Gotan Project... Later, for a couple of years I switched to D'Arienzo, Donato, Canaro... preferably without singers - you know, good rhythmical stuff. Now I love the lyrical components in the songs. My newest obsessions are a couple of songs by Varela and Malerba, although beyond my fascination for a few songs I am a big Di Sarli, Caló and Demare fan now.

Do you remember your first like tango dj?

I don't. But I am sure I must have been quite scared.

The difficulty of the search for songs on cd often burned, the explosion of the Web and the consequent relatively easy to find in the music. Do you think this paradigm shift has changed the way of working of the DJ?

Now it's so much easier for people to become DJs. I like that. Competition improves the quality. :)

When you build your performance? Long ago, during the journey to the milonga, or sudden moment by moment?

I always have "fall back on" tandas in case something goes terribly wrong or if I really, really want to dance, but I quite often put the tandas together while DJ-ing. 

Have you ever played in a boring night? Have you you understand too late that perhaps the milonga could not give you the right motivation and you could not wait to finish? 

I never had a boring night. It has happened that the people in the milonga seemed not to care at all what they are dancing to, but in such case, after trying out different music to see if I can provoke a reaction, if nothing helps then I would play the music I like and dance to it. 

Do you accept whatever you offer or try to make a selection preferring location and fascinating evening with friends?

Since I often put the tandas together during the milonga, I don't really have time to socialize much, that's why it doesn't matter much to me where I would DJ. That being said since I like watching people dance to what I play and get inspiration from them, I love DJ-ing at big festivals.

How would you define your style? It has evolved over time? And in which direction? What can influence you in an evening, the audience, the dancers, the acoustics of the location, the duration of your performance ...

I don't think I have a good way to define my style. I like the contrasts within one and the same song - rhythmical and lyrical -, as well as a certain dramatic component. I used to like more light, fluffy, easily digestible stuff, but now these are things I would play for the others, not for myself. 

What influences me? Definitely the dancers - the more experienced they are the more they seem to like the same music that I like, which is always nice, otherwise I would play easier to dance to stuff. The duration too. In a 3 or 4 hour gig at a big festival I can put the dancers under a lot of pressure - rhythmical or romantic - and keep releasing it only a little, since the dancers can take it for such rather short time. But if it's a 6 hours gig then I need to allow for a wider range of music.

Do you prefer playing alone or sharing the night with a / colleague. Generally prefer to work alone, or with friends who you feeling? Or, you love the thrill of experimenting with a colleague ever heard until then?

I prefer working alone. It allows me to focus on my work.

If someone asks you the name of a track you say it to him, perhaps suggesting where the CD is included, or invite him to venture into the trouble of searching?

I find that most people ask about the names just so that they have heard them, not because they actually intend to look for the song. I have hardly ever been asked where to find a specific song.

The public bother you with absurd requests: what do you do? Are you a jukebox?

Absurd request? I will ignore it. You can't please everybody.

Do you like to dance and listen to your colleagues enjoy the selections and styles of others from your performances?

Depends. There are some fantastic DJs in the USA to whose music I LOVE dancing. There are also some good DJs that I really enjoy although I would disagree with some of their choices. But there are certainly also famous DJs who's music choice is so far from my own taste that I feel cheated out of a good night when they play.

Do you believe that the art of "musicalizador" is different for geographic areas? Argentina, USA, Northern Europe, Eastern Europe, the Mediterranean ... or is it similar in every countries?

I think that the art, as such, of putting music together is the same everywhere, what is different is the choices one needs to make. Different places are used to different music and that's what they like. It takes time to introduce new music choices to a certain tango community. The tastes are definitely very different not only between different countries but also between different cities in the same country.

Would you like to have a milonga just for you, furnish it with the appropriate facility to your desires, try to create a wave that satisfies you over to play when you want and create a calendar of events to measure your tastes?

I am a horrible organizer I think, that's why the answer would be "no" for now. But who knows how things would change with the years... :)

The classic point-blank questions you have to answer, you cannot refuse:
Three orchestras that can not miss in one evening.

Di Sarli, D'Arienzo, Canaro

Your three favourite orchestras, which may also be different from the previous ones.

Di Sarli, Demare, Caló

Suggest a tanda of tango instrumental, a tanda of tango singer, one of vals and milonga.

Pugliese instrumental
Pelele
Flor de tango
Las marionetas
El Paladín

Di Sarli con Rufino
Si tu quisieras
Mañana zarpa un barco
Adiós, te vas
Necesito olvidar

Vals - De Angelis con Dante (y Martel)
Soñar y nada más
Pobre flor
Ilusion azul

Milonga
Mi Buenos Aires (Canaro)
No hay tierra como la mía (Lomuto)
Saca chispas (De Caro)

What are the three bands or singers you can not stand?

Ha ha ha! My taste will keep changing with time, but OK, for now here it goes: Edmundo Rivero, Firpo's tangos and a significant chunk of De Caro. 

What is the band most underrated by the general public and which is the most overrated?

Ouch! You can ask questions... I have come to really like Donato Racciatti, which is hardly ever played. As for overrated... I'd rather not go there. :)

Your top three nights (in your opinion of course ...)

Valentango in Porltand, OR - (traditional milonga) 2012
Queer Festival in Berlin - (mixed traditional and alternative milonga) 2012
Ashland Festival - (traditional milonga) 2012


We are less serious: Last night a dj saved my life. The DJ rule is sexy? have you ever had a relationship with some fans and some flirt with your colleagues?

Now that you are mentioning it... I remember hearing that DJs are on some people's check list, together with tango teachers or ski instructors... but I haven't felt more desired since I started DJ-ing... May be it's because I was already a tango teacher for many years before I started DJ-ing? :) Besides, now I am married. :) :) :)

martedì 18 dicembre 2012

Homer Ladas: It is easier to get good music but it is still hard to DJ well.




Today we go across the ocean and we meet a personality  that has made the history of tango in the U.S.A. Homer Ladas, in addition to being a famous dancer and teacher, is a very famous dj with a great experience started in 1999. The Homer´s interview  is equivalent to knowing the evolution of the figure of tangodj in the United States and trace the trends, styles and fashions. Fundamental to understanding his poetry his DJ Resource , http://theorganictangoschool.org/DJ_Resource. A great website really full of useful tips. Then, Let's read this very special interview. 

 

From the beginning : I suppose that your first approach with tango, like for other dj, was with the dance. What inspired you to get into console and play music? A conscious decision or was the result of chance?
I started DJing in 1999 in Tucson, Arizona, for a group of students who would stay after class for the practica/milonga. Back then, it involved putting 50 CDs in a CD player and pressing the random button. We all had a lot of fun. Nobody knew any better.

What were your early taste of tango? There are significant differences with the current scene?
My early tango tastes included Osvaldo Pugliese, late 50's Di Sarli Instrumentals, Francisco Canaro and Juan D'Arienzo compilation CDs. It also included a fair amount of alternative music including Apocalytica, Last of the Mohicans soundtrack, etc. Things have changed a lot over the past dozen or so years that I've been a DJ but I still enjoy a mix of traditional and alternative music.

Do you remember your first like tango dj?
The DJ that inspired me the most when I was first developing was Alex Krebs, from Portland, Oregon, who used to travel to and DJ first North American all-nighter in Berkeley, California once per month. Dancers would come from all over to dance until 6 or 7 in the morning. He played a special flow of TTTVM. Back then it worked really well.

The difficulty of the search for songs on cd often burned, the explosion of the Web and the consequent relatively easy to find in the music. Do you think this paradigm shift has changed the way of working of the DJ?
Yes and no. It is easier to get good music but it is still hard to DJ well.

When you build your performance? Long ago, during the journey to the milonga, or sudden moment by moment?
Normally I DJ on the fly (moment by moment). However, I have many prepared tandas that I can access from pervious playlists if necessary. Sometimes I spend time at home creating new playlists or re-tagging my music. Even when I have fully prepared a play list I still have to pay attention at the milonga and make changes if necessary. I do not like to pre-listen (cue & preview) the music at the milonga before I play it. I believe too many DJs spend too much time doing this and it takes away from really watching the dancers. You can download a few of my recent playlists via my DJ Resource page here: http://theorganictangoschool.org/DJ_Resource

Have you ever played in a boring night? Have you you understand too late that perhaps the milonga could not give you the right motivation and you could not wait to finish? Do you accept whatever you offer or try to make a selection preferring location and fascinating evening with friends?

I have made almost every mistake that is possible and continue to make additional mistakes from time to time. This includes playing a relatively boring set-list that may have been popular in Berlin but not popular in North Carolina. I'm always humbled by the first rule of Djing which is to make the dancers happy. As DJs we sometimes try to overeducate the dancers and I believe this is wrong.

How would you define your style? It has evolved over time? And in which direction? What can influence you in an evening, the audience, the dancers, the acoustics of the location, the duration of your performance ...

I define my style as a mixed music DJ. I try to find the right balance of traditional and alternative selections throughout the night. Sometimes this means that it's a mostly traditional night and sometimes it's a 50/50 proposition or entirely alternative. Transitions between alternative and traditional sets are also something that I'm still working on mastering.

Do you prefer playing alone or sharing the night with a / colleague. Generally prefer to work alone, or with friends who you feeling? Or, you love the thrill of experimenting with a colleague ever heard until then?

I prefer to solo. However, we have an established event in San Francisco, the CELLspace alternative Milonga, which often has two DJs working together in tandem. In reality this is hard work, yet it is especially important in mentoring new DJs. After almost 10 years of experimentation at CELLspace we've discovered a few ways that work well when you DJ with a partner. This includes laying out a flow plan before you start the night and really listening to what your partner is playing to add balance to their efforts or help strengthen any weaknesses.

If someone asks you the name of a track you say it to him, perhaps suggesting where the CD is included, or invite him to venture into the trouble of searching?

I try to encourage folks to buy the music that I DJ. To that extent I let them know as much as possible about the song in question.

The public bother you with absurd requests: what do you do? Are you a jukebox?

I like absurd questions and often times it's because a dancer really has another question or lack of understanding that you help them satisfy. It brings me great pleasure to gently educate the dancers, and encourage potential future DJs, as long as their having fun and ultimately making a positive contribution to their community.

Do you like to dance and listen to your colleagues enjoy the selections and styles of others from your performances?

I enjoy listening and dancing to many styles of DJing from completely traditional to completely alternative. The only time I have difficulty is when a DJ is not creating a nice flow or plays music that is too challenging to connect to.

Do you believe that the art of "musicalizador" is different for geographic areas? Argentina, USA, Northern Europe, Eastern Europe, the Mediterranean ... or is it similar in every countries?

As mentioned earlier, the art of DJing is very specific to each community not just continent. Every tango city has it's specific needs and is in it's special place of development. As DJs we have to respect that and try to cater to those needs while gently allowing them to evolve in the direction they feel most comfortable.

Would you like to have a milonga just for you, furnish it with the appropriate facility to your desires, try to create a wave that satisfies you over to play when you want and create a calendar of events to measure your tastes?

For me, the aforementioned San Francisco situated CELLspace alternative Milonga, founded July 9th, 2003, is that special place. It a volunteer run, community based event, hosted by the non-profit organization Project Tango with a weekly attendance of 100 to 200 dancers. Sometimes we have fun 'theme nights' that really pull everyone together, creating a relaxed and festive atmosphere. After many years of experimentation, we have settled into a flow of one traditional set followed by one alternative set the entire night (unless we have special live music constraints, then we adjust accordingly).

The classic point-blank questions you have to answer, you cannot refuse:

Three orchestras that can not miss in one evening.

lyrical Carlos Di Sarli (con Alberto Podesta or Roberto Rufino)

Edgardo Donato con Horacio Lagos, Lita Morales, etc

Enrique Rodriguez con Armando Moreno

Your three favourite orchestras, which may also be different from the previous ones.

Francisco (and Rafael) Canaro

Rodolfo Biagi

Adolfo Carabelli (and OTV)

Suggest a tanda of tango instrumental, a tanda of tango singer, one of vals and milonga.

Instrumental:

Argañaraz 2:22 Ricardo Tanturi Coleccion 78 RPM 1940/50

Gallo Ciego 2:59 Ricardo Tanturi Coleccion 78 RPM 1940/50

Comparsa Criolla 2:49 Ricardo Tanturi Coleccion 78 RPM 1940/50

Recuerdo 3:03 Ricardo Tanturi 1940-1950 1942

Lyrical:

Canto De Amor 3:26 Osvaldo Fresedo Tangos De Salon Roberto Ray

Adiós Para Siempre 3:03 Osvaldo Fresedo O.Fresedo - Canta Roberto Ray

Telón (Tango) 2:48 Osvaldo Fresedo 1938/1948 - Colección 78 RPM Roberto Ray

Colibriyo 3:11 Osvaldo Fresedo 33-38 25 Tango Roberto Ray

Vals:

Un Placer 2:31 Orq. Los Provincianos (dir. Ciriaco Ortiz)

Lo Mismo Que Ayer 2:41 Juan D'Arienzo RCA - Colección 78 RPM - 1944-1949 A. Echague, A. Laborde

Penumbras 2:25 Orq. Juan D'Arienzo

 

Milonga:

De Contrapunto 2:40 Julio De Caro

Saca Chispas (slower) 2:39 Julio De Caro Hector Farrel

La Colegiala 2:40 Enrique Rodriguez El "Chato" Flores En El Recuerdo voc. Roberto Flores (Fox Trot)

 

What are the three bands or singers you can not stand?

Miguel Villasboas (most but not all)

Hector Varela (most but not all)

Anibal Troilo con Jorge Casal y Raul Beron (most but not all - wish we had more recordings to choose from)

 

What is the band most underrated by the general public and which is the most overrated?

underrated - Juan 'Pacho' Maglio

overrated - Anibal Troilo

 

Your top three nights (in your opinion of course ...)

1. Tucson Tango Festival - alternative milonga - 2012

2. Portland Tango Festival - mixed music milonga - 2011

3. Berlin Nou Tango Lounge - mixed music milonga - 2010

 

We are less serious: Last night a dj saved my life. The DJ rule is sexy? have you ever had a relationship with some fans and some flirt with your colleagues?

Just my wife Cristina Ladas ;)