lunedì 19 gennaio 2009

Il bandoneon dal Sol Levante


Quando il bandoneon viene dal Sol Levante.

Alla scoperta di Ryota Komatsu.

Born in 1973 in Tokyo. His debut CD (Sony Classical) came out in 1998, which was recorded with many great artists, such as F.Suarez Paz, H. Malvicino, G.Gandini and H.Console, the ex-members of Astor Piazzolla Quintet.

In 1999, he made his Carnegie Hall debut which was produced by Ettore Stratta. His concert appearances have extended to Germany,Hong Kong, Taiwan, Korea and Mexico. Komatsu also collaborated with Tetsuya Kumakawa a former principal dancer of The Royal Ballet.

He has released 7 of highly acclaimed discs from Sony. In January 2003, his album "Live in TOKYO~2002" was released in Argentina. He gave fascinating live concerts in Buenos Aires, and was awarded ASOCIACION ARGENTINA DE INTERPRETES and so on.

In the fall of 2004, Komatsu produced his live "Tango Spirit 3" with Maria Grana who is the top of the Argentina tango singers, and Osvaldo Berlingieri who is a great master of tango pianist.

"Bandoneon Diary", his latest CD will be released in November 2005 by Sony in Japan . He went on a tour of South America ,sponsored by Japan Foundation from February 2005. Moreover, he joined the "live image essentielle" tour from April, 2005.

IN A GADDA DA VIDA: the legendary one shot of IRON BUTTERFLY


Può bastare un pezzo a fare entrare una band nella leggenda?
Risposta affermativa se parliamo degli Iron Butterfly de "In a gadda da vida". Californiani, lisergici e talmente influenti da presagire l'ondata Heavy metal e l'irruenza del torrenziale garage rock. Questo brano incredibile, lungo ma mai prolisso, citazionista ma non autoreferenziale, mixa con sapiente arguzia, ed improvvisazione luciferina Bach e tribalismi percussionisti africani, riff rockeggianti e blues malsano. Per vivere l'emozione dei tardi seminali sixties.

Milonga Brava: una "superba" vista sul mare


Che vista superba dalla Milonga Brava. A Sant'Ilario, Nervi, lo sguardo che si perde nell'orizzonte marino, mentre nella testa fluttuano le note dei tanghi. Quanto sono fortunati gli amici della Milonga Brava e tutti itangueros liguri a poter disporre di cotanta milonga. uno dei posti più belli e raffinati dove sia andato a mettere musica. E al debutto c'erano anche gli ormai mitici Federico Naveira y Ines Muzzopappa. è stata una serata incredibile: oltre le 4.30 con tangueros ancora pronti a consumare pavimento e zapatos. Voglio davvero ringraziare Sergio e Francesca per avermi offerto la chance di suonare in questa milonga. ma il mio pensiero è corso alla Primavera quando la vista e i profumi della riviera ligure devono davvero inebriare...
Milonga Brava, emozioni per tutti i sensi...

mercoledì 7 gennaio 2009

FEDERICO NAVEIRA, you can't stop tango!

La freschezza del tango che nella classicità del movimento si innova senza ombrarsi di naftalina. La voglia di ballare senza schemi precostituiti ma godersi un gioco meraviglioso che forse non è ancora diventato un lavoro.
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Una tecnica in evoluzione che non paralizza e blocca, creando pregiudizi sulle dinamiche.
Il futuro assicurato a Federico Naveira...

Non, je ne regrette rien

Non, je ne regrette rien - Edith Piaf

http://www.brandejsova.cz/downloads/img/m-19-edith-piaf-1946.jpg
Non ! Rien de rien...
Non ! Je ne regrette rien
Ni le bien qu'on m'a fait
Ni le mal tout ça m'est bien égal!

Non ! Rien de rien...
Non ! Je ne regrette rien
C'est payé, balayé, oublié
Je me fous du passé!

Avec mes souvenirs
J'ai allumé le feu
Mes chagrins, mes plaisirs
Je n'ai plus besoin d'eux!

Balayées les amours
Avec leurs trémolos
Balayés pour toujours
Je repars à zéro...

Non ! Rien de rien...
Non ! Je ne regrette rien
Ni le bien, qu'on m'a fait
Ni le mal, tout ça m'est bien égal!

Non ! Rien de rien...
Non ! Je ne regrette rien
Car ma vie, car mes joies
Aujourd'hui, ça commence avec toi!

GRUPPO DI FAMIGLIA IN UN INTERNO

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Ho visto stasera per la prima volta questo film di Visconti. Straordinario. Il grande regista italiano narra l'angosciante parabola di un professore coltissimo ( dietro cui si adombra il ritratto di Mario Praz) alle prese con una famigliola nobile incestuosa ed in preda a nevrosi e turbe psico - sessuali. Cast da paura: Burt Lancaster, solenne e lacerato nelle sue contraddizioni e nel suo scendere in un vortice di dubbiosi interrogatori esistenziali, Helmut Berger, mefistofelico nella sua ambiguità e catartica autodistruzione, Silvana mangano regale e ripugnante nella ninfomania perversa e trasgressione finto alto borghese. La decadenza della cultura occidentale al suo apice.


Gruppo di famiglia in un interno
è la storia di un intellettuale della mia generazione che, non riuscendo a vivere in accordo con il proprio tempo, si scontra violentemente con le odierne generazioni ed esce da questa prova ferito profondamente per tutto il resto della vita. Il professore è un collezionista di conversation pieces, quella pittura inglese del Settecento che rappresentava famiglie dell’aristocrazia e dell’alta borghesia con i loro bambini, i domestici, i cagnolini: figure deliziose, eleganti, aggraziate delle quali grande è la tentazione di immaginare le passioni e i vizi, al di là della fissità del quadro. Il mio film è appunto una conversation piece: il ritratto di una famiglia. La scena più bella, per me, è quella che, nell’ultima parte, riunisce intorno a un tavolo i cinque personaggi principali. Questa scena consente che i personaggi si affrontino dicendosi le verità più atroci: un quadro e un pranzo di famiglia che si trasforma in tragedia. Vorrei cercare di dire che, se un uomo anziano tenta di accostarsi ai giovani come se fossero suoi figli, il rapporto non può funzionare perché essi non si comprenderanno mai. A un certo punto, Lietta domanda al professore: «Ma lei che cosa faceva, quando era giovane? Ciò che facciamo noi adesso?», e lui risponde: «Nient’affatto! Ho studiato, ho fatto dei viaggi, mi sono sposato; e il mio matrimonio è stato un fallimento. Improvvisamente ho aperto gli occhi, e mi sono ritrovato in mezzo a un mondo di cui non riesco neppure a comprendere il significato». E infatti, egli soffre di questa solitudine e capisce di essersi ingannato. Si è chiuso in se stesso temendo che i problemi degli altri diventassero anche suoi e finissero con l’annientarlo. Egli preferisce occuparsi delle opere che hanno lasciato gli uomini, piuttosto che degli uomini stessi: sono parole che gli faccio dire nel film, perché la conclusione della sua vita è tragica. Il professore non comprende mai i fatti che gli accadono intorno. Quando Konrad, il più corrotto dei tre giovani, si riscatta denunciando un complotto fascista organizzato da un industriale di estrema destra, marito di Bianca Brumonti, il professore non capisce niente perché, in fondo, egli non crede che esista veramente un pericolo da destra. E così non sa dare alcun aiuto a Konrad che si aspettava, se non fiducia, almeno un appoggio, un segno. E quando infine Konrad sarà assassinato dai fascisti, il professore si ricrederà dolorosamente, chiudendosi nella propria tristezza. Da una parte c’è la tentazione, negli uomini in età avanzata, di difendersi da una vita che ormai non riserva loro alcuna illusione; e dunque il desiderio di rifugiarsi nei ricordi, in un’eredità di conoscenze immodificabili; dall’altra ci sono i giovani, la loro vitalità, il lato irrazionale, la sfiducia e il rifiuto nei confronti di tutto ciò che è esistito prima di loro. I giovani con il loro fascino.
(Luchino Visconti)
Gruppo di famiglia non è un film autobiografico. Il protagonista detesta gli uomini, detesta la presenza rumorosa degli altri, e vive in un silenzio totale. È un egoista, un collezionista maniaco. È colpevole perché rifiuta di ammettere che ciò che soprattutto conta sono gli uomini e i loro problemi, non le cose che essi hanno prodotto. Per quanto mi riguarda, non sono affatto egoista in questo senso: ho aiutato molti giovani, consigliandoli e, talvolta, anche concretamente. Mi circondo di amici, amo la compagnia degli altri. Attraverso il personaggio interpretato da Burt Lancaster ho voluto esaminare la posizione, le responsabilità, gli slanci e le sconfitte degli intellettuali della mia generazione. La parabola di una cultura. È stato un modo di rappresentare, con la mediazione di quel personaggio, un momento e una classe alla quale, se si vuole, appartengo anch’io. Ma l’identificazione si ferma qui. Detto questo, mi sembra evidente che, quando si vuole raccontare qualcosa a qualcuno, non si può farlo che attraverso se stessi. Come testimoniano Gustave Flaubert e il suo «Madame Bovary sono io».
(Luchino Visconti)

VAMPISOUL, in search of the cool!



http://www.yellowmelodies.com/e-zine/numero6/portadas/VampiCD.jpg
Welcome to the caliente world of VAMPISOUL! E' l'invito che compare sul sito web di questa label a dir poco fantastica che ci propone nel suo catalogo autentiche gemme e rarità latin jazz, boogaloo, funky, nuyorican soul, psichedelia oscura ed introvabile. Numerosi i capolavori presenti, ad esempio nel segmento latin, Willie Bobo, il leggendario Mongo Santamaria, gli introvabili Barrabas, Ray Barreto, Eddie Palmieri... impossibile restare fermi con una musica che ti fa ribollire il sangue nelle vene. Scorte golose per i fan di Billy Preston e del grande Joe Bataan. Per i patiti di un lounge raffinato, imperdibile il Sexteto electrico Moderno con "Sounds fron the Elegant World". Ma sono le compilation a "rapirmi": da Back to Perù ( A collection of truly rare grooves from Peru!), a CHE "Sexy 70" ( musiche sexy dal brasile anni'70!). E per i cultori Groovadelia!.
Que caliente el mundo de Vampisoul!