lunedì 8 dicembre 2014

UNA SERATA ADULTA AL TEATRO DELL'AVOGARIA: IN SCENA L'IRRESISTIBILE COMICITÁ SARCASTICA E POLITICAMENTE SCORRETTA DI SILVERSTEIN, IL MITO DELL'UNDERGROUND AMERICANO CELEBRATO DA MICK JAGGER






Comicitá americana pungente e ricca di humour nero allo storico Teatro dell'Avogaria, Venezia, Dorsoduro 1607, Corte Zappa. Martedí prossimo, 9 dicembre 2014, ore 21.00, nell'ambito de i "Martedí dell'Avogaria", rassegna teatrale che porta in laguna alcuni fra gli spettacoli più interessanti della nuova scena drammaturgica nazionale, va in scena "Una serata adulta" della Compagnia Teatrale Le Piccole Cose. Gli attori Alice Corni e Jacopo Zerbo, con la regia di Flavia de Strasser presentano cinque corti teatrali tratti dai celebri racconti di Shel Silverstein, un mito della cultura underground a stelle e strisce. Poeta, drammaturgo, compositore, paroliere, musicista, illustratore. Le sue canzoni sono state cantate da Mick Jagger, sua la colonna sonora di Thelma e Louise, nel curriculum un grammy award con "A boy named Sue" interpretata da Johnny Cash. 

"Una scarpa da tennis", "Il miglior papa'", "La scialuppa sta affondando", "Wash and dry" e "Willie il cieco e il cane parlante": sono questi gli sketch in programma all'Avogaria, inediti in Italia, che presentano  i tratti salienti dello stile di Silverstein,  sarcastico, politicamente scorretto, irresistibilmente infantile. La sua comicità è quella delle vignette che lo hanno reso celebre, capace di giocare con il dialogo fino a far cadere le maschere dei ruoli e delle convenzioni sociali. Le situazioni sono quotidiane, quasi schizzi per un’improvvisazione tra amici. E’ proprio questa familiarità di tematiche e luoghi comuni che l’autore riesce a usare al meglio: la rassicurante banalità del conflitto tra esseri umani (e a volte tra esseri umani e animali). Una sottile vena maschilista, per cui Silverstein ha subito non poche critiche, controbilancia l’inspiegabile corrodersi e corrompersi dei ruoli femminili, aprendo brecce di vulnerabilità inaspettata. I personaggi sono macchiette. La coppia borghese, leggermente tradizionalista, quasi sempre ipocrita. La famiglia adorata e detestata insieme, frutto di pesantissimi quanto esilaranti traumi psicologici. I rapporti tra cliente e negoziante, tanto educati, quanto pericolosi nel momento in cui diventano vere e proprie lotte di potere tra chi dà il servizio e chi lo riceve. E poi un popolo di emarginati, che non si sa se siano di tutti i più sfortunati o semplicemente in più “a ritmo” con l’andamento incerto, crudele, ironico, della vita.

 L’Associazione Teatro a l’Avogaria, nasce nel 1969 dalla passione e dalla tenacia di Giovanni Poli, già fondatore del Teatro Universitario Cà Foscari di Venezia, e dagli esordi si pone come laboratorio di ricerca che coniuga un metodo d’improvvisazione teatrale tra la Commedia dell’Arte e le Teorie dell’Avanguardia. In più di quarant’anni di attività ha prodotto oltre sessanta spettacoli tra cui la “Commedia degli Zanni” rappresentata con successo sui più importanti palcoscenici internazionali. Riconosciuta come uno dei centri di formazione professionale di riferimento nel Triveneto, ogni anno organizza corsi, dedicati ad appassionati e professionisti, su discipline quali recitazione, Commedia dell’Arte, dizione, storia del teatro, canto, tecnica dell’interpretazione.

Gli spettacoli della Rassegna “I Martedì all’Avogaria”, ore 21.00, su prenotazione telefonica ai numeri 0410991967-335372889 , avogaria@gmail.com

lunedì 1 dicembre 2014

SINFONIA IN TRE FACCE. AL TEATRO DELL’AVOGARIA DI SCENA EROI E SUPEREROI








Eroi e SuperEroi si confrontano a Venezia sul palcoscenico. L’appuntamento è martedì 2 dicembre 2014, ore 21.00, presso lo storico Teatro dell'Avogaria, Dorsoduro 1607, Corte Zappa, con il ciclo dei "Martedí dell'Avogaria", rassegna teatrale che presenta sei fra gli spettacoli più interessanti della nuova scena drammaturgica nazionale.  In programma “Eroi e Supereroi. Sinfonia in tre facce” di e con Marco Cantori e Giorgio

Casadei. Un attore ed un musicista giocano con il tema degli eroi e dei supereroi e con l’invincibile forza mitica  che queste figure riescono a generare e a trasmettere. Nascono così tre monologhi che corrispondono a tre facce della stessa sinfonia: Fai la cosa giusta, confessione di un supereroe che ci ricorda come da un grande potere derivino grandi responsabilità; Polifonia per l’Italia in miniatura: voci immaginate che restituiscono diversi punti di vista sull’unità d’Italia e la sua celebrazione; Concime di pace: leggenda metropolitana sulla debolezza del supereroe e l’utopia di un mondo unito.
 
L’Associazione Teatro a l’Avogaria, nasce nel 1969 dalla passione e dalla tenacia di Giovanni Poli, già fondatore del Teatro Universitario Cà Foscari di Venezia, e dagli esordi si pone come laboratorio di ricerca che coniuga un metodo d’improvvisazione teatrale tra la Commedia dell’Arte e le Teorie dell’Avanguardia. In più di quarant’anni di attività ha prodotto oltre sessanta spettacoli tra cui la “Commedia degli Zanni” rappresentata con successo sui più importanti palcoscenici internazionali. Riconosciuta come uno dei centri di formazione professionale di riferimento nel Triveneto, ogni anno organizza corsi, dedicati ad appassionati e professionisti, su discipline quali recitazione, Commedia dell’Arte, dizione, storia del teatro, canto, tecnica dell’interpretazione.
 
Gli spettacoli della Rassegna “I Martedì all’Avogaria”, ore 21.00, su prenotazione telefonica ai numeri 0410991967-335372889 , avogaria@gmail.com
Info: http://www.teatro-avogaria.it/
 
Ufficio Stampa: Sabino Cirulli Tel. 349 2165175 Mail: sabinofabiocirulli@yahoo.it

mercoledì 19 novembre 2014

ADDIO ALLE ARMI: AL TEATRO A L'AVOGARIA IL CAPOLAVORO ANTIMILITARISTA DI HEMINGWAY







Uno dei più celebri lavori di condanna della violenza e della guerra di tutto il '900. Martedí 25 novembre 2014, ore 21.00, allo storico Teatro dell'Avogaria, Venezia, Dorsoduro 1607, Corte Zappa, nell'ambito della rassegna i "Martedí dell'Avogaria" va in scena "Addio alle armi”, il capolavoro antimilitarista di Ernest Hemingway, nell'adattamento della compagnia Macelleria Ettore. Gli attori Maura Pettoruso e Stefano Detassis danno voce alla famosa storia pacifista del giovane ufficiale americano Frederic Henry che durante la ritirata di Caporetto riflette sulla precarietà dell'esistenza, sull’inutilità della violenza e del sangue ingiustamente versato, condannando la guerra e lanciando contemporaneamente un inno alla vita e all'amore.  Un confronto sulla verità e sulla forza delle parole dello scrittore americano che tradusse la sua personale esperienza sul fronte italiano durante la Prima Guerra Mondiale, infatti Hemingway si arruoló come volontario nel 1918 e raggiunse il Veneto nel maggio dello stesso anno come autista di ambulanza della Croce Rossa americana. Una vicenda segnata da una tragica sconfitta della felicità, cui rimane un'aspirazione che l'uomo insegue disperatamente, prigioniero di forze misteriose contro le quali sembra inutile lottare.

L’Associazione Teatro a l’Avogaria, nasce nel 1969 dalla passione e dalla tenacia di Giovanni Poli, già fondatore del Teatro Universitario Cà Foscari di Venezia, e dagli esordi si pone come laboratorio di ricerca che coniuga un metodo d’improvvisazione teatrale tra la Commedia dell’Arte e le Teorie dell’Avanguardia. In più di quarant’anni di attività ha prodotto oltre sessanta spettacoli tra cui la “Commedia degli Zanni” rappresentata con successo sui più importanti palcoscenici internazionali. Riconosciuta come uno dei centri di formazione professionale di riferimento nel Triveneto, ogni anno organizza corsi, dedicati ad appassionati e professionisti, su discipline quali recitazione, Commedia dell’Arte, dizione, storia del teatro, canto, tecnica dell’interpretazione.


Gli spettacoli della Rassegna “I Martedì all’Avogaria”, ore 21.00, su prenotazione telefonica ai numeri 0410991967-335372889 , avogaria@gmail.com
Info: http://www.teatro-avogaria.it/

martedì 11 novembre 2014

"ITALIA LIBRE. APPUNTI PER UNA MODERNA RIVOLUZIONE BORGHESE" APRE OGGI A VENEZIA, IL CICLO TEATRALE DE I MARTEDI' DELL'AVOGARIA






Al via oggi, martedì 11 novembre 2014, presso lo storico Teatro dell'Avogaria, Venezia, Dorsoduro 1607, Corte Zappa, il nuovo ciclo dei "Martedí dell'Avogaria", rassegna teatrale che presenta  sei fra gli spettacoli più interessanti della nuova scena drammaturgica nazionale. In scena, ore 21.00,   “Italia Libre. Appunti per una moderna rivoluzione borghese” dello Stabilimento Teatrale Officine Pinelli con Silvio Barbiero e Renzo Pagliaroto.  

Lo spettacolo nasce dalla volontà di raccontare una società individualista in cui l’interesse del singolo ed il desiderio di emergere a discapito dei propri simili sono le regole fondamentali per sopravvivere. Nella pièce si affronta il contrasto tra il bisogno, diffuso almeno a parole, di reagire ed opporsi ad un sistema consumistico che annichilisce ogni volontà e l’indolenza, l’incapacità di rinunciare ad un illusorio benessere per perseguire gli ideali e i valori che renderebbero migliore una società in cui l’individualismo regna sovrano. I due quarantenni protagonisti di Italia Libre, Spartacus e Goldrake, vivono una vita stereotipata, infarcita di luoghi comuni. Sono i figli o meglio i prodotti di quello stile di vita che dagli anni ottanta in poi ha sostituito le lotte e i movimenti per l’impegno sociale e civile che avevano caratterizzato il ventennio precedente con banali prodotti di consumo. Non sono cattivi e non sono nemmeno degli idealisti fanatici, sono semplicemente infantili. Infantile è il loro atteggiamento,  il loro pensiero ed egoismo,  i loro progetti campati per aria e senza possibilità di realizzazione. 

L’Associazione Teatro a l’Avogaria, nasce nel 1969 dalla passione e dalla tenacia di Giovanni Poli, già fondatore del Teatro Universitario Cà Foscari di Venezia, e dagli esordi si pone come laboratorio di ricerca che coniuga un metodo d’improvvisazione teatrale tra la Commedia dell’Arte e le Teorie dell’Avanguardia. In più di quarant’anni di attività ha prodotto oltre sessanta spettacoli tra cui la “Commedia degli Zanni” rappresentata con successo sui più importanti palcoscenici internazionali. Riconosciuta come uno dei centri di formazione professionale di riferimento nel Triveneto, ogni anno organizza corsi, dedicati ad appassionati e professionisti, su discipline quali recitazione, Commedia dell’Arte, dizione, storia del teatro, canto, tecnica dell’interpretazione.

Gli spettacoli della Rassegna “I Martedì all’Avogaria”, ore 21.00, su prenotazione telefonica ai numeri 0410991967-335372889 , avogaria@gmail.com

lunedì 3 novembre 2014

IL CONSUMISMO CONTEMPORANEO E LA COPPIA “APERTA” DI DARIO FO, L’ANTIMILITARISMO DI HEMINGWAY ED UN NORDEST A TINTE FOSCHE: ALL’AVOGARIA LA NUOVA SCENA TEATRALE ITALIANA

 
 
 
Il Nordest con le tinte fosche del giallista Carlotto, l’antimilitarismo di Hemingway, il consumismo edonista degli anni ottanta, ma anche la coppia sull’orlo di una crisi di nervi di Dario Fo ed un inedito Macbeth. Proposte per tutti i gusti nel nuovo ciclo dei "Martedí dell'Avogaria", rassegna teatrale che presenta a Venezia  sei fra gli spettacoli più interessanti della nuova scena drammaturgica nazionale.

Si parte, martedì 11 novembre 2014, presso lo storico Teatro dell'Avogaria, Venezia, Dorsoduro 1607, Corte Zappa, ore 21.00, con  “Italia Libre. Appunti per una moderna rivoluzione borghese” dello Stabilimento Teatrale Officine Pinelli con Silvio Barbiero e Renzo Pagliaroto.  Lo spettacolo nasce dalla volontà di raccontare una società individualista in cui l’interesse del singolo ed il desiderio di emergere a discapito dei propri simili sono le regole fondamentali per sopravvivere. Nella pièce si affronta il contrasto tra il bisogno, diffuso almeno a parole, di reagire ed opporsi ad un sistema consumistico che annichilisce ogni volontà e l’indolenza, l’incapacità di rinunciare ad un illusorio benessere per perseguire gli ideali e i valori che renderebbero migliore una società in cui l’individualismo regna sovrano. I due quarantenni protagonisti di Italia Libre vivono una vita stereotipata, infarcita di luoghi comuni. Sono i figli o meglio i prodotti di quello stile di vita che dagli anni ottanta in poi ha sostituito le lotte e i movimenti per l’impegno sociale e civile che avevano caratterizzato il ventennio precedente con banali prodotti di consumo.

Segue, 18 novembre 2014, “Coppia aperta, quasi spalancata”, rivisitazione a cura della Compagnia dei Cardini della più rappresentata  fra le opere di Dario Fo e Franca Rame. Uomo e donna, carnefice e vittima che si invertono i ruoli, una situazione statica e dinamica contemporaneamente, ilare e tragica, senza diversi pesi o misure. Un manuale esemplare degli estremi della vita di coppia, tanto assurdo quanto plausibile nel suo svolgersi, tanto comico quanto profondamente tragico. Il gioco della coppia, il gioco della vita, la rinascita e l’inevitabile altalenare fra vittoria e sconfitta vengono visti qui come uno svago a cui sono gli attori, Lisa Moras e Michele Vargiu,  a dare inizio e fine con un fischio, proprio come in una partita, altrimenti andrebbe avanti all’infinito. un atto unico dalla forte comicità e ironia che mette a nudo le dinamiche delle relazioni sentimentali in un contesto grottesco ma mai inverosimile.

Il capolavoro antimilitarista di Hemingway, “Addio alle armi” è proposto martedì 25 novembre 2014, dalla compagnia Macelleria Ettore. Gli attori Maura Pettoruso e Stefano Detassis danno voce alla celebre storia pacifista del giovane ufficiale americano Frederic Henry che durante la ritirata di Caporetto riflette sulla precarietà dell'esistenza, sull’inutilità della violenza e del sangue ingiustamente versato, condannando la guerra e lanciando contemporaneamente un inno alla vita e all'amore.  Un confronto sulla verità e sulla forza delle parole dello scrittore americano che tradusse la sua personale esperienza sul fronte italiano durante la Prima Guerra Mondiale, una vicenda segnata da una tragica sconfitta della felicità, cui rimane un'aspirazione che l'uomo insegue disperatamente, prigioniero di forze misteriose contro le quali sembra inutile lottare.

A dicembre, martedì 2,  è di scena “Eroi e Supereroi. Sinfonia in tre facce” di e con Marco Cantori e Giorgio Casadei. Un attore ed un musicista giocano con il tema degli eroi e dei supereroi e con l’invincibile forza mitica  che queste figure riescono a generare e a trasmettere. Nascono così tre monologhi che corrispondono a tre facce della stessa sinfonia: Fai la cosa giusta, confessione di un supereroe che ci ricorda come da un grande potere derivino grandi responsabilità; Polifonia per l’Italia in miniatura: voci immaginate che restituiscono diversi punti di vista sull’unità d’Italia e la sua celebrazione; Concime di pace: leggenda metropolitana sulla debolezza del supereroe e l’utopia di un mondo unito.
 
Una riflessione sull’umanità del mostro è al centro, martedì 9 dicembre, de “Il bianco cuore di Macbeth” adattamento da William Shakespeare della Compagnia Teatrale Le Piccole Cose.  La tragedia è raccontata attraverso la sola linea drammatica di Macbeth e Lady Macbeth. Ripercorre le tappe essenziali della vicenda con un taglio intimista che mira a scandagliare le dinamiche psicologiche della coppia ponendola al centro del problema drammatico. Il lavoro prende proprio le mosse dal contrasto tra gli efferati omicidi di cui la coppia si macchia e l'incondizionata devozione reciproca che la rende un unicum nella galleria dei personaggi di Shakespeare. La vicenda è spogliata di tutti i rapporti accessori e secondari per essere colta nel suo nucleo drammatico primario. Oltre la tragedia dell'ambizione, della corruzione,dell'omicidio, c'è la parabola, essenzialmente contemporanea, della tragedia della coppia. Una coppia non tanto di personaggi, quanto di attori costretti a recitare una parte più grande di loro.
 
Ultimo appuntamento, 16 dicembre, con “Figli di chi” dal romanzo “Nordest” di Massimo Carlotto e Marco Videtta. La Compagnia Lumen affronta una storia noir dove due generazioni si fronteggiano sullo sfondo di un Nordest italiano in piena crisi economica. Tutto parte dall’omicidio di una giovane protagonista, da una notte nebbiosa di destini incrociati. É indagando su questa morte che emergono i fili delle relazioni tra i personaggi in questo angolo di mondo così simile a luoghi famigliari. I capannoni industriali chiudono, interi settori dell'economia collassano, ma rimane il potere delle famiglie, di una generazione di padri che aveva un progetto che ora necessariamente richiede l'apporto dei figli. Lo sguardo si concentra proprio su questi figli, giudicati indegni eredi di quel mondo e di quel modello. Attorno alla vicenda della risoluzione del delitto  si dipana il filo delle relazioni tra i personaggi. Voce narrante, quella di un dj, che conduce il pubblico in una notte fradicia di nebbia in cui, come sempre, file di tir vanno e vengono trasportando merci legali e illegali dall'Italia all'est europeo attraverso il cavalcavia di Mestre illuminato come il corso principale a una festa di paese in questa provincia travolta dal futuro dell'innovazione e imbevuta di sentimenti arcaici.
 
L’Associazione Teatro a l’Avogaria, nasce nel 1969 dalla passione e dalla tenacia di Giovanni Poli, già fondatore del Teatro Universitario Cà Foscari di Venezia, e dagli esordi si pone come laboratorio di ricerca che coniuga un metodo d’improvvisazione teatrale tra la Commedia dell’Arte e le Teorie dell’Avanguardia. In più di quarant’anni di attività ha prodotto oltre sessanta spettacoli tra cui la “Commedia degli Zanni” rappresentata con successo sui più importanti palcoscenici internazionali. Riconosciuta come uno dei centri di formazione professionale di riferimento nel Triveneto, ogni anno organizza corsi, dedicati ad appassionati e professionisti, su discipline quali recitazione, Commedia dell’Arte, dizione, storia del teatro, canto, tecnica dell’interpretazione.

Gli spettacoli della Rassegna “I Martedì all’Avogaria”, ore 21.00, su prenotazione telefonica ai numeri 0410991967-335372889 , avogaria@gmail.com

mercoledì 22 ottobre 2014

DJ Maral:"I love to improvise! A night with surprises makes me always feel very excited. Improvisation keeps my energy and excitement always up"





New Great TangoDJ Interview!!! Let's go to wonderful Istanbul and meet DJ Maral and her secrets. Happy Reading!!! 

From the beginning: I suppose that your first approach with tango, like for other dj, was with the dance. What inspired you to get into console and play music? A conscious decision or was the result of chance? 

It was a conscious decision for sure. I’ve been dancing for three years and dj’ing only for two years. My passion for Tango Dj’ing comes from my passion for Music. Even before tango I have been always into music since I was 5. I played the piano when I was in high school. I used to sing in school-bands, chorus. And after schooI, I became semi-professional in my music career and started singing jingles. Despite of my young age, my favourite music genres were always Jazz and Classical Music. I think that’s why after 5 months I started dancing Tango, I decided to be a DJ. I was in love with Tango music and I felt like Tango Music was becoming more important for me than Classical Music tracks I was listening before. And knowing that there were numerous tracks out there for me to discover fueled my excitement every day and kept my passion alive to become a well-known Argentine Tango Dj. 

What was your early taste of tango? There are significant differences with the current scene? 
It has been 2 years now and I can say that there aren’t radical changes in my taste. I was always on the side of more ‘classical eras and orchestras
For example, I never liked electronic tanda more than classical one. Even the tracks after 50s-60s are too modern for me. But of course I am open to change and new influences, who knows maybe my taste will change in the future 


Do you remember your first engagement as a tango dj?
Of course I remember, it was the only night that I didn’t improvise 
After one year of preparation, my friends were pushing me to start to play! And if they hadn’t pushed me, probably I would never felt ready to perform.
On my first engagement, I created a playlist with everything set clearly before; each tanda, length of each cortina etc. I was so happy at the end of the night, when people were complimenting about my performance. The day after that day, I never stopped and after that continued to practice more and more everyday. 


When do you prepare or construct your Set? A long time before the gig, on the day of the milonga, or do you improvise freely during the evening? 

I love to improvise! I love to improvise! ! I love to improvise! A night with surprises makes me always feel very excited. Improvisation keeps my energy and excitement always up. This is what I love most about DJ’ing. But on the day of the milonga, it doesn’t matter if it is a local milonga or a big festival, each time I spend 3-5 hours listening to music, organizing my cortinas and getting motivated for the night. 

Have you ever played a boring set? Did you maybe understand too late that the milonga could not give you the right motivation and you could not wait to finish? 
I never felt that I played a really boring set. Even if the night starts with low energy, I always try to increase the level of energy with my cortinas!:)

Do you accept whatever gig is offered to you or do you try to select engagements, preferring a special location or fascinating evening with friends? 

I’m always little bit picky about offers I take. I work with organizations, where they also respect the DJ and not only care about the cast or the location or the food...

How would you define your style? Has it evolved over time? Into which direction? What can influence you during an evening, the audience, the dancers, the acoustics of the location, the duration of the Milonga...

My style of DJ’ing in 3 words; Rythmic, Flowing and Romantic! But anything can influence me during an evening. The most important thing for me is the ‘energy’ in people, in their eyes, in their dance, on the dance floor, in the venue and even outside the venue. That’s why my number one aim in a milonga is to keep the energy always up! And I try to achieve this by trying to choose the best cortinas for each night.

Do you prefer playing alone or sharing the night with a / colleague. Do you generally prefer to work alone, or with friends who you feeling? Or, you love the thrill of experimenting with a colleague ever heard until then?

I generally prefer to work alone, because I believe in the energy of people, if you divide the energy into two different spirits, I find it a little bit risky. But for sure I would accept the challenge to play with a collegue that I never heard before or met

If someone asks you the name of a track, do you give him the requested information, perhaps mentioning the CD where he can find it, or do you refuse and thus force him to engage into an adventure of search and find? 
If people ask kindly, I do always share the requested information. The only thing is that I want them to come back at the end of the night and not to keep me busy during my performance. Mostly people ask just for listening to that song again at home or in their car, so I share the song with them through Facebook or e-mail. But if the request comes from one of my colleagues, usually they only ask the name and they should know how to figure it out the rest

The audience bothers you with absurd requests: what do you do? Are you a jukebox? 

Of course NOT! I always listen to the requests but never promise...I don’t want to hurt their feelings, but if you are improvising you can never promise about playing a requested song.

Do you like to dance and listen to your colleagues enjoy the selections and styles of others from your performances?
I really love to listen to my colleagues from all around the world. I believe in ‘Inspiration’. For sure I feel inspired when I listen to my colleagues. It is not important for me whether I like all the selections or not, it is pretty enough for me if I feel inspired by even one single tanda. So listening to my colleagues carefully comes first, second comes dancing.

Do you believe that the art of “musicalizador” is different for geographic areas? Argentina, USA, Northern Europe, Eastern Europe, the Mediterranean ... or is it similar in every countries? 
Music is international. True. Tango is international. True. Dance is international. True. Cortinas are international. FALSE. In my opinion, cortinas can’t be similar in each country at all, even in each city. You should always try to feel the culture of that city, feel the sense of humor, feel the rhythm in that city and the crowd and organize your set according to these facts. 


Would you like to have a milonga just for you, furnish it with the appropriate facility to your desires, try to create a wave that satisfies you over to play when you want and create a calendar of events to measure your tastes? 
I think I’m lucky! We already have a milonga and I’m responsible for the creation of our calendar We conduct survey to understand our customer’s needs. And when we organize our DJs, I always try to consider the results of the survey andchoose the most liked DJs.

Three orchestras that can’t miss in one evening:

Francisco Canaro
Juan D’arienzo
Carlos di Sarli

Your three favorite orchestras, which may also be different from the previous ones:

Francisco Canaro
Juan D’arienzo
Osvaldo Pugliese

Suggest a tanda of tango instrumental, a tanda of tango singer, one of vals and milonga.

Tanda instrumental:
Francisco Lomuto
Recuerdo - 1941
Sentimiento Gaucho - 1942 
Criolla Linda - 1942
Condena – 1937

Tanda with a singer: 
Juan D’arienzo – Alberto Reynal
Orquesta Tipica – 1941
No te enganes, Corazon - 1940
El Corazon Me Engaño - 1940
El Tigre Millan - 1940

Vals: 
Orquesta Los Provincianos
A tu memoria madrecita – Luis Diaz - 1934
Samaritana – Alberto Gomez - 1932
Junto Al Mar – Luis Diaz - 1934

Milonga: 
Francisco Canaro 
Se Dice De Mi - Carlos Roldan - 1943
Cuando Un Viejo Se Enamora  - Carlos Roldan - 1942
Soy Un Porteno - Carlos Roldan - 1942

What are the three bands or singers you can not stand?
Singers: Horacio Palma, Roberto Mancini, Argentino Ledesma

What is the band most underrated by the general public and which is the most overrated? 
Most underrated – Orquesta Tipica Victor
Most overrated – Hector Varela

Your top three nights (in your opinion of course ...)
Summer Tango Fest Bodrum 2014, Beirut Tango Fall Fest 2014, 333 (Weekly milonga in Istanbul - 31 July 2013)
We are less serious: Last night a dj saved my life. Are DJs sexy? have you ever had a relationship with a fan or a flirt with a colleague? 

I got married 2 years ago, before I started DJ’ing. And my husband is one of the most talented and well-known Tango instructors of Turkey 

Human League: nasce il synth pop





Credo che non tutti abbiano compreso la rivoluzione compiuta alla fine dei seventies dal synth pop. Puó essere questo equivoco ad aver generato quell'oblio, o  quella non adeguata considerazione, che ha fatto di grandi gruppi delle band sottovalutate. Sto parlando degli Human League che prima di una deriva pop molto commerciale hanno sfornato un lavoro eccellente quale Reproduction. Musica elettronica da ascoltare con uno spirito quasi da studioso per scovare stilemi ed intuizioni che hanno fatto la fortuna di tanto pop elettronico a venire. O godersi in santa pace un capolavoro come Empire State Human o un altro gioiello come Blind Youth. Quante perle dobbiamo ancora riascoltare.

Mitici Cure




Da quel disco, da quel lontano 1979 é venuto molto. Grazie all'irruzione  nella storia del rock del debutto dei Cure di Three Imaginary Boys, ci troviamo ancora oggi a dover ragionare con quelle sonorità gotiche , con quelle inquietudini esistenziali che Robert Smith ha somatizzato sulla sua pelle.

Un album incredibile che condivide il piedistallo, personalmente, con Unknown Pleasures dei Joy Division. Un nuovo modo di canonizzare le turbolenze giovanili, di incanalare quella energia e quello spirito di ribellione adolescenziale post punk. Per certi versi un album grezzo, ma ricolmo di una magma rock che erutta, in modo controllato e glaciale ad ogni nota. Il capolavoro assoluto dello spleen esistenziale nel rock. Mitici Cure!!!

martedì 21 ottobre 2014

Xenia Mikhailov: A part of my style is introducing a new danceable music from the end of twenties to the middle of fifties. Please, pay attention: the keyword is 'danceable', not 'new'.


New great TangoDJ Interview. Let’s go to Israel and meet Xenia Mikhailov and her secrets. Happy reading!!!
From the beginning : I suppose that your first approach with tango, like for other dj, was with the dance. What inspired you to get into console and play music? A conscious decision or was the result of chance?
Both. I come from a strange family (no, no tango at all): my father was a ballet dancer, left dancing forever due to a very dramatic personal reasons and became a very well known historian. I was not allowed to learn music and dancing and was grown up in the atmosphere of longing for dancing and music, with a feeling of a lost Paradise – and with a very firm and sound scientific approach to any information, including artistic. My MA thesis has been written about history of Russian literature in the first half of XX century (more history than literature). How I could avoid becoming DJ with such an emotional and intellectual background?
On the other hand, it was by chance, yes. I came to a milonga where just three tandas were danceable, all three were valses. I got upset and said: “Well, if people play such music, I definitely can play better”. Went home and downloaded a free player. That's it.
What was your early taste of tango? There are significant differences with the current scene?
I am not a quick person by nature and it took me some time to learn how to appreciate D'Arienzo or Biagi (well, to be honest, it just took me some time to start hearing violins there). I was always fond of Canaro family, OTV, Firpo and all this sweet and creamy music, but it also took me some time to understand that in the end of twenties – beginning of thirties tango was not primitive but on the contrary, sometimes it was much deeper, much more sophisticated. I think, it was quite a typical way of development.
Do you remember your first engagement as a tango dj?
Oh, yes. It was at one of the best milongas in Israel and I was scared almost to death, but it was such a huge success that I couldn't sleep for the whole night. I had a very clear feeling that the most important thing already happened that night and now I just have to learn a lot.
When do you prepare or construct your Set? A long time before the gig, on the day of the milonga, or do you improvise freely during the evening? I went through few stages of development. Playlisting is considered appropriate in Israel and I was encouraged to have a ready and tested playlist before the milonga, so I started with a playlist. But I was told honestly from the very beginning that 'somewhere there' they are so cool that they even do not prepare playlists...
I think, I stopped playlisting at my second or third milonga because it was just unbearable for me, I felt that I have to change things according to the crowd, to the day, to something in the air. It just didn't sound the same as yesterday!
Then I started to bring a playlist and change according to my memory - I couldn't listen to the tandas before I put them, but I have a very good memory and know my music, so it worked for a while. Until I made two terrible mistakes, with the wrong tune and crippling sound. I learned a lesson quite quickly and immediately got a regular DJ setup, with two players, controller and headphones.
Now I have some kind of basic idea of some tandas that I am going to play, I have a first tanda, but not more. Just a very basic sketch to start a real picture in real time. And even specials may be canceled if I see that they wouldn't work. At last milonga I didn't play Los Provincianos valses, for example, because I felt that I need something heavier.
Have you ever played a boring set? Did you maybe understand too late that the milonga could not give you the right motivation and you could not wait to finish?
I wish I would be able to be boring! I have totally opposite challenges in my life. There was time when I could be too overwhelming, too new, too complicated for lazy leaders. In this sense I went through some difficult periods until I learned how to deal with it. But boring – certainly not.
Do you accept whatever gig is o!ered to you or do you try to select engagements, preferring a special location or fascinating evening with friends?
No, I choose places. I need an atmosphere, I need to feel comphortable with an organizer and I want them to trust me. Besides, I work for free only in case if this milonga has a donation purpose, otherwise I charge an average price.
How would you define your style? Has it evolved over time? Into which direction? What can influence you during an evening, the audience, the dancers, the acoustics of the location, the duration of the Milonga...
The best compliment I've ever heard until now was: “Even when you play a well known music, you make it sound as if it was something new”. I was proud of myself for... may be even for half an hour! They are right, I play a new music. Who cares that it's Poema by Canaro? Can't Poema be new?
Well, to be serious, yes, I got a very personal style. There is a well known company that has a slogan: tango for smiling people. If it wouldn't be their, I would take it, I love smiling tango and try to create a happy, dynamic, light atmosphere at my milongas. Of course, I play Pugliese at three am as everybody does, and if I see that people want something heavier, I would go for heavier music, but in general I am trying to make people smile and to keep a very high energy wave.
A part of my style is introducing a new danceable music from the end of twenties to the middle of fifties. Please, pay attention: the keyword is 'danceable', not 'new'.
I do not agree with so called evolutionary theory in tango and don't think that the most popular tangos are the best. A lot of great orchestras and tunes are just discovered in recent years and a lot of them are to be discovered, why we should throw them out? The best example is Ilusiones pasadas by Jose Granados that was totally unknown until couple of years ago but deserves to be played at every milonga because it is simple, strong and beautiful. And no one is guilty that the disc was found just few years ago.
I am sure that restricting ourselves by 300-400 tango tunes we rob our dancers not only of lots of beautiful tangos but first of all of knowledge and then – of an experience of improvising to an unknown music.
Almost all leaders lead for a first couple of years to an unknown music and they manage, they learn to predict music, because classical tango is definitely predictable. It is a skill and as every skill it has to be exercised but after a couple of years they learn their 300 tangos by heart and demand from a DJ to hear just these 300 tunes.
It is quite different in different communities but the tendency exists everywhere and the only exception that I know is professional musicians. All of a sudden they don't need to know a tune by heart, even if they are not so advanced in dancing! So, apparently improvising can be taught?
I am a beginner leader myself and I know a lot of music by heart but if I hear something new for me, I go for it. I dance slower but I enjoy a dialogue with music, expecting what it will say me next moment and being ready for something unexpected. In the time when people used to dance to a live music – that very time that we call Golden now – leaders were leading for the whole night to a live orchestra. Why do we expect our music to be dead?
Don't worry, though, I don't play a lot of new tandas at my milogas. I know, at the moment things are the way they are and I put just tanda here and tanda there, for those who like diversity.
Everything influences me, of course. A place, a crowd, a day.
Do you prefer playing alone or sharing the night with a / colleague. Do you generally prefer to work alone, or with friends who you feeling? Or, you love the thrill of experimenting with a colleague ever heard until then?
At the moment I play only on my own. Things change, who knows...
If someone asks you the name of a track, do you give him the requested information, perhaps mentioning the CD where he can find it, or do you refuse and thus force him to engage into an adventure of search and find?
I would give them the name of the track. And if they look interested, I would also tell them fifty stories about this orchestra.

The audience bothers you with absurd requests: what do you do? Are you a jukebox?
Absolutely not. I can understand such DJs, it is the easiest and the cheapest way to get popular, but you end up as an alien in Ray Bradbury's story: half masculine, half feminine, one eye is blue and another brown.
No, I would not play Otros Aires, I am not going to remove next milonga and put tango instead, an organizer will not interrupt Calo's tanda after two songs and the second D'Arienzo in the same evening would not work as well.
On the other hand, I am happy to play “something instrumental, please, during next hour” or move Pugliese from three am to one am. If a request is not absurd, I love to do everything.
To say it short, I like requests but I am the one who decides because I take all the responsibility for the music at this milonga.

Do you like to dance and listen to your colleagues enjoy the selections and styles of others from your performances?
I love many very different DJs, sometimes I can even predict their choice (different from mine), I deeply appreciate and admire many of my colleagues and can't see myself without learning from them. I will not give any names because they are dozens and I don't want to exclude somebody, but I am really blessed by lots of Djing brothers, sisters and teachers from all parts of this world. Thank you, dear friends!
Do you believe that the art of “musicalizador” is different for geographic areas? Argentina, USA, Northern Europe, Eastern Europe, the Mediterranean ... or is it similar in every countries?
Very different.
Would you like to have a milonga just for you, furnish it with the appropriate facility to your desires, try to create a wave that satisfies you over to play when you want and create a calendar of events to measure your tastes?
I try to never say 'never' because usually I end up doing exactly that 'never' thing, but at this moment I can't see myself as an organizer.
Three orchestras that can not miss in one evening.

Biagi, D'Arienzo, Di Sarli...
But I do not miss any of 'a must' orchestras, I always play all of them.

Your three favourite orchestras, which may also be different from the previous ones.
Francisco Canaro, OTV, Firpo (or Lomuto, can't choose).

Suggest a tanda of tango instrumental, a tanda of tango singer, one of vals and milonga.
Tanda instrumental:
Francisco Canaro. La Maleva.
Francisco Canaro. Pura parada.
Francisco Canaro. Fiebre.
Francisco Canaro. Por tu querer.
Tanda with a singer:
Enrique Mora y su cuarteto. Elsa Moreno. Arrepentido.
Enrique Mora y su cuarteto. Elsa Moreno. La bien paga
Enrique Mora y su cuarteto. Elsa Moreno. Destellos.
Enrique Mora y su cuarteto. Elsa Moreno. Fumando espero.
Vals:
Antonio Bonavena. Antonio Buglione. Cariño que mata.
Antonio Bonavena. Nicolas Gianastasio. Ecos del alma.
Antonio Bonavena. Neña mia.

Milonga:
Las Bordonas. Alberto Podesta. La mulateada.
Las Bordonas. Morena pilar.
Las Bordonas. Campo afuera.

What are the three bands or singers you can not stand?
I wouldn't say that I can't stand anything from classical range... But if I would smoke, I would go smoking when there is Troilo or Pugliese playing. At the moment I don't like later and heavier music but don't nail down, may be in a month I will say “Whom? Me?! But it was a month ago!”.And I play it, of course.
 
What is the band most underrated by the general public and which is the most overrated?

Underrated: Firpo (OTV is gradually receiving it's proper status).
Overrated: Fresedo. In Israel also Rodriguez and De Angelis.

Your top three nights (in your opinion of course …)
I have an up and down moment at every night. Really, every milonga is like that – at certain moment I would say that it's my best and in couple of hours I would say that it's my worst. And so on.

We are less serious: Last night a dj saved my life.
Are DJs sexy?
Depends on a DJ :)

Have you ever had a relationship with a fan or a flirt with a colleague?
No, not yet. I wonder if I would fight with him in half an hour or fall in love forever...Probably, it could be a chance to start Djing with somebody else?

The Cult: nel 1985 il mitico Love


 
 
 
Quanti si ricordano dei Cult al giorno d’oggi?  Quanti  nel  1985 sono impazziti ascoltando pezzi del calibro di Rain e She sells sanctuary?  Questa band inglese gotica nell’aspetto e nei testi, intrisa di lirico pathos ha segnato la mia gioventù ed ancora oggi ascoltare il loro album Love, edito dalla mitica etichetta Beggars Banquet, mi fa sobbalzare dalla poltrona.  Un album incredibile dove il rock duro si shakera con l’ultima inquietitudine new wave, senza tralasciare striature psichedeliche o talune in farciture kitsch glam, un must all’epoca. Di sicuro la parte del leone la fa Ian Astbury, un frontman  di indiscusse qualità che porta sul suo corpo le stimmate della ribellione giovanilistica , in primis l’urlo dei pellerossa. Mi ricordo ancora la cover, il suo effetto quando ho visto l’album dal negozio di dischi : simboli religiosi affiancati dalle ali spiegate  di memoria sioux su quello sfondo scuro. Favoloso. Un disco da recuperare assolutamente e riascoltare, con nostalgia per chi non lo sente da tempo, con meraviglia per chi lo scopre. I Cult hanno sicuramente raccolto meno gloria di quanto ne avrebbero meritato, ma di ingiustizie la lunga via del rock è costellata…

 

Dario Argento: Paura


 
 
Ci siamo, lo stavo attendendo da tanto tempo. Uno dei miei personali miti cinematografici si racconta per l’Einaudi: Dario Argento. Quanta importanza ha avuto per la mia formazione cinefila. Ora, mi travolgono i frame di Profondo Rosso, L’uccello dalle piume di cristallo, Suspiria, Quattro mosce di velluto grigio…capolavori che non sono solo immagini, ma musica, tensione emotiva, pathos…dialogo continuo fra fantastico e relae, onirico e crudeltà terrena… Una autobiografia da divorare tutta d’un fiato…ho appena acquistato il volume e già fremo… voglio essere masochista… aspettare qualche giorno e divorarmelo in un viaggio aereo che mi porterà a Mallorca… Voglio scoprire i segreti della Paura… cosa ha affascinato e colpito a tal punto il maestro da farne il tema portante della sua opera cinematografica...Uno spirito libero e indipendente, al giorno d’oggi ancora sottovalutato. Ma sono sicuro che all’ormai vecchio Dario questo essere di nicchia non dispiaccia affatto…

martedì 16 settembre 2014

Patricio Lolli: " Adesso puoi andare molto più "avanti" e proporre orchestre raffinatissime che una volta non incontravano il gusto della pista, ora si è creata una maggiore conoscenza e sensibilità musicale nei ballerini





Una bellissima intervista, che ci permette di dialogare con uno dei pionieri del tangodjing , o meglio dell'arte del musicalizar, come direbbe lui, in Italia. Patricio Lolli, argentino, é un profondo conoscitore del tango in tutte le sue sfumature, scambiarci una conversazione vuol dire scoprire aneddoti che ti catapultano oltre oceano, e almeno in me rievocano un'epoca gloriosa del tango in Italia, a cavallo fra fine '90 e primi anni 2000. Un flashback davvero pazzesco. Buona lettura a tutti

I tuoi inizi. Presumo come tutti che il tuo primo approccio sia stato con la pista.

No, il mio primo approccio in assoluto con il tango è stato, come per tantissimi argentini la radio, quindi il tango ascoltato. Dopo, agli inizi del '60, ero bambino, sono stato ad una milonga con i miei genitori dove suonava l'orchestra di D'Arienzo e si ballava, ne rimasi affascinato. Poi nel '89 la pista (molto precariamente) in Argentina.

Cosa ti ha spinto a fare il salto in consolle?

Insieme ad amici, alla fine degli anni '90, avevamo una milonga  a Bologna ed ero l'unico ad avere dei L.P., cassette e cd di tango.

Una scelta ponderata o è stato frutto della casualità?

Della necessità. Come ti dicevo ero l'unico che aveva dischi di tango, poi l'esperienza di Bs As, anche se in quegli anni non tanto riproducibile in Italia.


D: Ai tuoi esordi quali erano i gusti dei tangueri?

Di tutto, molti arrivavano per il tramite di Piazzolla e poi scoprivano i '40. Quindi alcuni volevano sentire Piazzolla, altri più ritmato, altri solo l'ultimo Pugliese, molti non volevano i cantati ma dopo qualche tempo sì. A chi non piacevano le cosiddette "marcette" e lamentandosi te lo dicevano, per rimangiarsi in seguito tutto e volere proprio solo quei ritmi.

Ci sono differenze significative con la scena attuale?

Adesso direi che è più omogeneo il tutto. Ovviamente se parliamo delle milonghe cosiddette tradizionali, perché in alcuni posti passano anche musica che non è tango e ballano con i passi del tango, e c'è un pubblico anche per questo.


Ricordi la tua prima serata in consolle?

Sì. Nel 1999 Alle Rive del Reno (anche Millenium) nel cuore di Bologna, era già una milonga ufficiale ed avevo una gran tensione.


Si è passati dalla difficoltà della ricerca dei brani su cd spesso masterizzati, all'esplosione del web, e la conseguente relativa facilità nel reperire la musica. Secondo te questo cambiamento epocale ha cambiato il modo di lavorare del DJ?

R: Parlo della mia esperienza: il 95% della mia musica viene da Bs. As. Era (è) meraviglioso andare a Bs. As. alla ricerca di cd,  e prima del '90 anche L. P. Spesso telefonavo un mese prima chiedendo quello che cercavo e facendomi consigliare... era una festa andare a recuperare cd da Oscar Himschoot en calle Paraná, e non solo musica, libri di tango, partiture, cartoline tanguere, ecc....Anche in tanti altri posti, dalle "cuevas", sconosciuti covi, ad altri rivenditori ufficiali di tango. Nella decade del '90 il cambio non era favorevole, pagai 2 cd masterizzati di Malerba 50 Pesos= 50 Dollari (100.000 Lire) moltissimo!... ma che piacere averli trovati!Mi dicono che adesso via internet sono facilmente reperibili e puoi scaricare anche a costo zero. Ciò rende meno "religioso" il tango, ma è arrivato in mano a tantissimi che non avrebbero avuto la possibilità di averlo diversamente. Detto questo non vedo un cambiamento, se non solo quello che la stragrande maggioranza usa il computer.

Quando costruisci mentalmente la tua serata? Molto tempo prima, durante il viaggio per arrivare in milonga, oppure improvvisi attimo per attimo?

Al momento, a volte un po’ prima, spesso un attimo prima. Pericoloso ma è così.

Ti è mai capitato di annoiarti durante una serata, di aver compreso tardivamente che forse quella milonga non riusciva a darti le giuste motivazioni e non vedevi l'ora di finire?

Poche volte, ma non hai tempo, perché se non va bene ti preoccupi e cerchi di risolvere. Se va bene chiaramente è un piacere. A volte è colpa di chi mette la musica che non ci sia una gran energia e ci si può accorgere e correggere le scelte musicali a rendere più vivace la serata (se non è già troppo tardi). Ma altre volte più ti impegni e cerchi di dare il massimo, ugualmente non decolla. Vuol dire che non c'è l'energia giusta in tutti.

Accetti sempre tutto quello che ti propongono o cerchi di fare una selezione preferendo location affascinanti e serate con amici?

Accetto tutto quello che non lontano è da Bologna. Poi dipende dagli impegni, come tu sai non mi dedico solo a passare musica.

Come definiresti il tuo stile? Si è evoluto nel tempo ? Ed in quale direzione?

Tradizionale con qualche incursione nell'area Piazzolliana, se la serata lo "sopporta". Poi adesso puoi andare molto più "avanti" e proporre orchestre raffinatissime che una volta non incontravano il gusto della pista, ora si è creata una maggiore conoscenza e sensibilità musicale nei ballerini.

Cosa può influenzarti in una serata, il pubblico, i ballerini, l'acustica della location, la durata della tua performance…

 I ballerini ed il pubblico


 Spesso capita in alcuni eventi di condividere la serata con un/a collega. Preferisci lavorare generalmente da solo, o se in coppia con chi hai feeling? Oppure, ami il brivido di sperimentare con un collega mai ascoltato fino ad allora?

Da solo fai come vuoi, ovvio. Se condividi metti il genere che non ha messo l'altra/o e "bilanci". Con Claudia Furlani è meraviglioso: lei mette dall’ ultimo Pugliese in su quindi io ho tutto il resto in giù...

Se qualcuno ti chiede il nome di una traccia gliela dici, magari consigliando il cd dove è inclusa, oppure lo inviti ad avventurarsi in una faticosa ricerca?

 Penso che a domanda gentile corrisponda risposta gentile...

Il pubblico ti molesta in consolle con richieste assurde. Cerchi di accontentarlo oppure fai capire chiaramente che non sei un jukebox?

Se la richiesta ci sta come va nella serata perché no, se è "fuori luogo" andrebbe spiegato.

Ti piace ballare ed ascoltare i tuoi colleghi, gustare le selezioni altrui e stili differenti dalle tue esecuzioni?


Ritieni che il modo di musicalizzare sia differente per macro aree geografiche ? Argentina, Nord Europa, Est Europa, Mediterraneo… o tutto  il mondo è paese?

Si, ma in definitiva sempre tango è. Mi sono trovato in Vietnam ed è stato un'emozione ascoltarlo in quel contesto cosi lontano e diverso.Ma ascoltavo tango, tango che veniva dalle rive del Rio de la Plata. Poi uno può disquisire su che bella sia questa tanda oppure io avrei fatto ... A volte penso sia una mania analizzare tanto la musica, elevare ad un dio il musicalizador o mandarlo all'inferno. Credo bisognerebbe rilassarsi e cercare che naturalmente la serata ti compenetri, magari con il risultato di ballare meglio.Poi ci sono le mode. Ultimamente sento che in Emilia Romagna, nelle milonghe tradizionali, ci sia un "accanirsi" intorno agli anni '30. Magari tra sei mesi non è più così...In Argentina, a Bs As cambia tutto. A parte che si parla meno del musicalizador e della musica che sta passando, si pensa di più a  ballare, a ballare per la donna, a stare con gli amici ... poi il  medesimo brano là suona diverso (almeno per me).


Ti piacerebbe avere un locale solo per te, arredarlo con l'impianto adeguato ai tuoi desideri, cercare di creare un'onda che ti soddisfi oltre a suonare quando ne hai voglia e creare un calendario di eventi a misura dei tuoi gusti?

 Sì, sì, sì ......

Le classiche domande a bruciapelo, vietato non rispondere:Tre orchestre che non possono mancare in una serata. 

Non vale, è castrante .....
Tuttavia,se proprio mi costringi, Anibal Troilo, Osvaldo Pugliese, Carlos Di Sarli, Juan D'Arienzo. lo so sono quattro, scusa, adesso te ne dico tre come mi chiedi, Laurenz, Malerba, Demare ...... ci sarebbe Canaro, Domingo Federico, D'Agostino ed altre .... come vedi è quasi impossibile rispondere alla domanda


 Le tue tre orchestre preferite, che possono essere anche diverse dalle precedenti?
 Troilo, Pugliese e Di Sarli, ma troppi altri meritano e non riesco a citarli tutti

Suggerisci una tanda di tango strumentale, una tanda di tango con 
cantante, una di vals ed una di milonga?

Anche qui non vale, comunque ti accontento e ciò che scriverò non è soltanto per l'aspetto musicale:
Los Treinta y Tres Orientales (Di Sarli), Saludos (D. Federico), Rawson (D'Arienzo), Pura Clase (Pontier) Siga el Corso (Troilo/Marino), Tinta Roja (Troilo/Fiore),  Sollozo de Bandoneòn (Tanturi/Campos), El Abrojito (Pugliese/Moràn) Incomprension (Porfirio Dìaz/Abril), Estrellita Mia (E. Donato con Morales/Lagos/Gavio), Soñar y Nada Mas (Troilo con Marino/Fiorentino) Milonga Criolla (Canaro/Maida), Milonga De Mis Amores (Laurenz/Farrell), Mano Brava (Troilo/Fiorentino) Se però me lo chiedi di nuovo saranno completamente diversi

Quali sono le tre orchestre o cantanti che non sopporti?

Magari non mi piacciono tanto ma di insopportabile nulla


Quale è l'orchestra più sottovalutata dal grande pubblico e quale la più sopravvalutata?

 Pedro Laurenz, Hector Varela

Le tue tre serate top (a giudizio tuo ovviamente…)

In un festival a Cagliari diversi anni fa, alla Fattoria, dopo due anni che non mettevo musica in quel locale e ultimamente al Barrumba

Siamo meno seri: i dj rimorchiano? Quante storie hai avuto con le tue colleghe?

 Al momento nessuna... non credo c’entri essere dj, poi sono rimasto indietro, mi piace molto di più la parola musicalizador .....A proposito di musicalizador un ricordo personale che mi è molto caro: a gennaio al Sunderland con quello che per me rimane “el musicalizador”, Felix Picherna. Nella serata in suo onore quando fu invitato alla consolle, accanto a Mario Orlando, appena fini' di presentare una tanda ci fu il boato: quella voce unica, carisma e competenza erano intatte.