martedì 16 settembre 2014

Patricio Lolli: " Adesso puoi andare molto più "avanti" e proporre orchestre raffinatissime che una volta non incontravano il gusto della pista, ora si è creata una maggiore conoscenza e sensibilità musicale nei ballerini





Una bellissima intervista, che ci permette di dialogare con uno dei pionieri del tangodjing , o meglio dell'arte del musicalizar, come direbbe lui, in Italia. Patricio Lolli, argentino, é un profondo conoscitore del tango in tutte le sue sfumature, scambiarci una conversazione vuol dire scoprire aneddoti che ti catapultano oltre oceano, e almeno in me rievocano un'epoca gloriosa del tango in Italia, a cavallo fra fine '90 e primi anni 2000. Un flashback davvero pazzesco. Buona lettura a tutti

I tuoi inizi. Presumo come tutti che il tuo primo approccio sia stato con la pista.

No, il mio primo approccio in assoluto con il tango è stato, come per tantissimi argentini la radio, quindi il tango ascoltato. Dopo, agli inizi del '60, ero bambino, sono stato ad una milonga con i miei genitori dove suonava l'orchestra di D'Arienzo e si ballava, ne rimasi affascinato. Poi nel '89 la pista (molto precariamente) in Argentina.

Cosa ti ha spinto a fare il salto in consolle?

Insieme ad amici, alla fine degli anni '90, avevamo una milonga  a Bologna ed ero l'unico ad avere dei L.P., cassette e cd di tango.

Una scelta ponderata o è stato frutto della casualità?

Della necessità. Come ti dicevo ero l'unico che aveva dischi di tango, poi l'esperienza di Bs As, anche se in quegli anni non tanto riproducibile in Italia.


D: Ai tuoi esordi quali erano i gusti dei tangueri?

Di tutto, molti arrivavano per il tramite di Piazzolla e poi scoprivano i '40. Quindi alcuni volevano sentire Piazzolla, altri più ritmato, altri solo l'ultimo Pugliese, molti non volevano i cantati ma dopo qualche tempo sì. A chi non piacevano le cosiddette "marcette" e lamentandosi te lo dicevano, per rimangiarsi in seguito tutto e volere proprio solo quei ritmi.

Ci sono differenze significative con la scena attuale?

Adesso direi che è più omogeneo il tutto. Ovviamente se parliamo delle milonghe cosiddette tradizionali, perché in alcuni posti passano anche musica che non è tango e ballano con i passi del tango, e c'è un pubblico anche per questo.


Ricordi la tua prima serata in consolle?

Sì. Nel 1999 Alle Rive del Reno (anche Millenium) nel cuore di Bologna, era già una milonga ufficiale ed avevo una gran tensione.


Si è passati dalla difficoltà della ricerca dei brani su cd spesso masterizzati, all'esplosione del web, e la conseguente relativa facilità nel reperire la musica. Secondo te questo cambiamento epocale ha cambiato il modo di lavorare del DJ?

R: Parlo della mia esperienza: il 95% della mia musica viene da Bs. As. Era (è) meraviglioso andare a Bs. As. alla ricerca di cd,  e prima del '90 anche L. P. Spesso telefonavo un mese prima chiedendo quello che cercavo e facendomi consigliare... era una festa andare a recuperare cd da Oscar Himschoot en calle Paraná, e non solo musica, libri di tango, partiture, cartoline tanguere, ecc....Anche in tanti altri posti, dalle "cuevas", sconosciuti covi, ad altri rivenditori ufficiali di tango. Nella decade del '90 il cambio non era favorevole, pagai 2 cd masterizzati di Malerba 50 Pesos= 50 Dollari (100.000 Lire) moltissimo!... ma che piacere averli trovati!Mi dicono che adesso via internet sono facilmente reperibili e puoi scaricare anche a costo zero. Ciò rende meno "religioso" il tango, ma è arrivato in mano a tantissimi che non avrebbero avuto la possibilità di averlo diversamente. Detto questo non vedo un cambiamento, se non solo quello che la stragrande maggioranza usa il computer.

Quando costruisci mentalmente la tua serata? Molto tempo prima, durante il viaggio per arrivare in milonga, oppure improvvisi attimo per attimo?

Al momento, a volte un po’ prima, spesso un attimo prima. Pericoloso ma è così.

Ti è mai capitato di annoiarti durante una serata, di aver compreso tardivamente che forse quella milonga non riusciva a darti le giuste motivazioni e non vedevi l'ora di finire?

Poche volte, ma non hai tempo, perché se non va bene ti preoccupi e cerchi di risolvere. Se va bene chiaramente è un piacere. A volte è colpa di chi mette la musica che non ci sia una gran energia e ci si può accorgere e correggere le scelte musicali a rendere più vivace la serata (se non è già troppo tardi). Ma altre volte più ti impegni e cerchi di dare il massimo, ugualmente non decolla. Vuol dire che non c'è l'energia giusta in tutti.

Accetti sempre tutto quello che ti propongono o cerchi di fare una selezione preferendo location affascinanti e serate con amici?

Accetto tutto quello che non lontano è da Bologna. Poi dipende dagli impegni, come tu sai non mi dedico solo a passare musica.

Come definiresti il tuo stile? Si è evoluto nel tempo ? Ed in quale direzione?

Tradizionale con qualche incursione nell'area Piazzolliana, se la serata lo "sopporta". Poi adesso puoi andare molto più "avanti" e proporre orchestre raffinatissime che una volta non incontravano il gusto della pista, ora si è creata una maggiore conoscenza e sensibilità musicale nei ballerini.

Cosa può influenzarti in una serata, il pubblico, i ballerini, l'acustica della location, la durata della tua performance…

 I ballerini ed il pubblico


 Spesso capita in alcuni eventi di condividere la serata con un/a collega. Preferisci lavorare generalmente da solo, o se in coppia con chi hai feeling? Oppure, ami il brivido di sperimentare con un collega mai ascoltato fino ad allora?

Da solo fai come vuoi, ovvio. Se condividi metti il genere che non ha messo l'altra/o e "bilanci". Con Claudia Furlani è meraviglioso: lei mette dall’ ultimo Pugliese in su quindi io ho tutto il resto in giù...

Se qualcuno ti chiede il nome di una traccia gliela dici, magari consigliando il cd dove è inclusa, oppure lo inviti ad avventurarsi in una faticosa ricerca?

 Penso che a domanda gentile corrisponda risposta gentile...

Il pubblico ti molesta in consolle con richieste assurde. Cerchi di accontentarlo oppure fai capire chiaramente che non sei un jukebox?

Se la richiesta ci sta come va nella serata perché no, se è "fuori luogo" andrebbe spiegato.

Ti piace ballare ed ascoltare i tuoi colleghi, gustare le selezioni altrui e stili differenti dalle tue esecuzioni?


Ritieni che il modo di musicalizzare sia differente per macro aree geografiche ? Argentina, Nord Europa, Est Europa, Mediterraneo… o tutto  il mondo è paese?

Si, ma in definitiva sempre tango è. Mi sono trovato in Vietnam ed è stato un'emozione ascoltarlo in quel contesto cosi lontano e diverso.Ma ascoltavo tango, tango che veniva dalle rive del Rio de la Plata. Poi uno può disquisire su che bella sia questa tanda oppure io avrei fatto ... A volte penso sia una mania analizzare tanto la musica, elevare ad un dio il musicalizador o mandarlo all'inferno. Credo bisognerebbe rilassarsi e cercare che naturalmente la serata ti compenetri, magari con il risultato di ballare meglio.Poi ci sono le mode. Ultimamente sento che in Emilia Romagna, nelle milonghe tradizionali, ci sia un "accanirsi" intorno agli anni '30. Magari tra sei mesi non è più così...In Argentina, a Bs As cambia tutto. A parte che si parla meno del musicalizador e della musica che sta passando, si pensa di più a  ballare, a ballare per la donna, a stare con gli amici ... poi il  medesimo brano là suona diverso (almeno per me).


Ti piacerebbe avere un locale solo per te, arredarlo con l'impianto adeguato ai tuoi desideri, cercare di creare un'onda che ti soddisfi oltre a suonare quando ne hai voglia e creare un calendario di eventi a misura dei tuoi gusti?

 Sì, sì, sì ......

Le classiche domande a bruciapelo, vietato non rispondere:Tre orchestre che non possono mancare in una serata. 

Non vale, è castrante .....
Tuttavia,se proprio mi costringi, Anibal Troilo, Osvaldo Pugliese, Carlos Di Sarli, Juan D'Arienzo. lo so sono quattro, scusa, adesso te ne dico tre come mi chiedi, Laurenz, Malerba, Demare ...... ci sarebbe Canaro, Domingo Federico, D'Agostino ed altre .... come vedi è quasi impossibile rispondere alla domanda


 Le tue tre orchestre preferite, che possono essere anche diverse dalle precedenti?
 Troilo, Pugliese e Di Sarli, ma troppi altri meritano e non riesco a citarli tutti

Suggerisci una tanda di tango strumentale, una tanda di tango con 
cantante, una di vals ed una di milonga?

Anche qui non vale, comunque ti accontento e ciò che scriverò non è soltanto per l'aspetto musicale:
Los Treinta y Tres Orientales (Di Sarli), Saludos (D. Federico), Rawson (D'Arienzo), Pura Clase (Pontier) Siga el Corso (Troilo/Marino), Tinta Roja (Troilo/Fiore),  Sollozo de Bandoneòn (Tanturi/Campos), El Abrojito (Pugliese/Moràn) Incomprension (Porfirio Dìaz/Abril), Estrellita Mia (E. Donato con Morales/Lagos/Gavio), Soñar y Nada Mas (Troilo con Marino/Fiorentino) Milonga Criolla (Canaro/Maida), Milonga De Mis Amores (Laurenz/Farrell), Mano Brava (Troilo/Fiorentino) Se però me lo chiedi di nuovo saranno completamente diversi

Quali sono le tre orchestre o cantanti che non sopporti?

Magari non mi piacciono tanto ma di insopportabile nulla


Quale è l'orchestra più sottovalutata dal grande pubblico e quale la più sopravvalutata?

 Pedro Laurenz, Hector Varela

Le tue tre serate top (a giudizio tuo ovviamente…)

In un festival a Cagliari diversi anni fa, alla Fattoria, dopo due anni che non mettevo musica in quel locale e ultimamente al Barrumba

Siamo meno seri: i dj rimorchiano? Quante storie hai avuto con le tue colleghe?

 Al momento nessuna... non credo c’entri essere dj, poi sono rimasto indietro, mi piace molto di più la parola musicalizador .....A proposito di musicalizador un ricordo personale che mi è molto caro: a gennaio al Sunderland con quello che per me rimane “el musicalizador”, Felix Picherna. Nella serata in suo onore quando fu invitato alla consolle, accanto a Mario Orlando, appena fini' di presentare una tanda ci fu il boato: quella voce unica, carisma e competenza erano intatte. 

Gus Gus ...dall'Islanda al Mexico




Un album entusiasmante che dalla lontana Islanda ci rovescia addosso del coinvolgente electrop di classe. Se spesso sentiamo in questo genere gruppi che arrancano a corto di idee, i Gus Gus riescono a riproporre gli stilemi classici personalizzandoli in una visione a cavallo del nuovo millennio. Vero, molto mestiere, ma ci vuole per raggiungere un effetto sperato. This is not the first time è un pezzo liquido ed allo stesso tempo ipnotico, mentre Airwaves è la gemma di questo album, dove aleggia il fantasma nobile dei Depeche Mode. Ormai le migliori produzioni in fatto di elettronica vengono dal nord europa, dal freddo che scalda ed infiamma i cuori. Poco cerebrali e tutta energia , Gus Gus , go for Mexico.


P.S. Crossfade da non perdere

Joy Division forever





Ha senso un ennesimo libro sui Joy Division? La risposta è sì, se l’autore è il mitico Peter Hook già bassista dela leggendaria band di Manchester e poi degli altrettanto leggendari New Order, oltre a creare l’epopea negli anni ’90 dell’Hacienda, mitico club della Madchester che fu. Aneddoti, storie scritte da chi li ha vissute di prima mano, pettegolezzi sussurati. Da leggere e rileggere per cercare di capire e rivivere virtualmente quegli anni unici per la storia del rock e del costume in Europa e non solo. Joy Division, vi amerò per sempre...