giovedì 26 febbraio 2015

FEYDEAU! FEYDEAU! AL TEATRO A L'AVOGARIA UNA BRILLANTE COMMEDIA RICCA DI EQUIVOCI E COLPI DI SCENA




Ironia, colpi di scena e situazioni imbarazzanti. Per il ciclo "Teatrando",  va in scena sabato 28 febbraio 2015, a Venezia, ore 20.30, presso il  Teatro a l’Avogaria , Dorsoduro 1617, Corte Zappa, "Feydeau! Feydeau! …Amore e Risa” di Georges Feydeau e Julies Renard, per la regia di Adriana Saoner e la Compagnia  La Bautta “Fulvio Saoner”. Georges Feydeau, autore di Vaudevilles di grande arguzia ed ingegno, costruisce la maggior parte delle sue opere sul malinteso, sulla gelosia e sul tradimento tra marito e moglie o marito ed amante. Situazioni unite ad eventi assurdi, occasionali, peripezie varie scatenano altre “situazioni” comiche paradossali in cui i personaggi vengono coinvolti in innumerevoli colpi di scena al limite del surreale. 

I due atti unici di Feydeau sono accompagnati da uno di Jules Renard, suo contemporaneo  e celebre autore di “Pel di Carota”. Del primo sono proposti due classici. "Il professore di pianoforte", l'avventura di un giovane tolosano che si reca a Parigi per conoscere una cocotte, spinto dagli amici che gliene hanno fornito l’indirizzo, ma sbaglia appartamento e finisce in casa di una giovane studentessa di pianoforte la quale aspetta l’arrivo di un professore assunto dalla madre. Tra equivoci, fraintendimenti e intromissioni di una cameriera i due giovani si chiariranno e si scambieranno l’augurio di rincontrarsi prossimamente.  
Ne "Alla Finestra" Hector, avvocato dal carattere debole, abbandonato dalla moglie che gli faceva continuamente scenate di gelosia, in attesa del ritorno della consorte, cerca a di cavarsela come può nella vita casalinga. La sua dirimpettaia vuole fare ingelosire il marito e individua in Hector la persona giusta per mettere in atto il suo piano: esige che egli finga di corteggiarla davanti alla finestra aperta. Dopo una serie di qui pro quo e scambi di persona, Hector sembra riuscire a liberarsi della presenza dell’invadente vicina.  Con "Il piacere di dirsi addio" di Renard invece si punta l'attenzione sul piacere di chiudere una relazione, in una vicenda permeata di ironia, di autoironia e probabilmente di un leggero sospiro.

Lo spettacolo a cura della Fita – Federazione Italiana Teatro Amatori – Comitato Provinciale di Venezia, in collaborazione con il Teatro a l'Avogaria,  in replica domenica 1 marzo 2015, alle ore 16.30.

Informazioni e prenotazioni: tel. 340 5570051 dalle  10 alle 12.30
                                        tel. 338 6526588 dalle 16  alle 18.30

giovedì 19 febbraio 2015

I MARTEDI' DELL'AVOGARIA





Al via martedì 24 febbraio 2015, ore 21.00, nello storico teatro di Venezia, la rassegna de “I martedì dell’Avogaria” con lo spettacolo “Antigone”
 
UN NORDEST “BESTIALE”, IL DRAMMA DELLA DITTATURA ARGENTINA E DELLE DONNE SOLDATO IN COSTA D’AVORIO, UN CAPOLAVORO DI SOFOCLE RILETTO IN CHIAVE CONTEMPORANEA: ALL’AVOGARIA LA NUOVA SCENA TEATRALE ITALIANA
 
Sei incontri organizzati dall’Associazione Teatro a l’Avogaria che fino al 31 marzo 2015 propone alcuni fra gli spettacoli più interessanti della nuova scena drammaturgica nazionale
 
 Dal Nord Est “inquinato” non solo nelle polveri sottili, alla dittatura Argentina degli anni settanta, passando per l’Africa nera delle donne soldato, ma anche l’alienazione contemporanea ed il dramma senza tempo di Sofocle. Queste le tematiche del nuovo ciclo dei "Martedì dell'Avogaria", rassegna teatrale che presenta a Venezia sei fra gli spettacoli più interessanti della nuova scena drammaturgica nazionale.

Si parte, martedì 24 febbraio 2015, presso lo storico Teatro dell'Avogaria, Venezia, Dorsoduro 1607, Corte Zappa, ore 21.00, con “Antigone” della compagnia Matuta Teatro, spettacolo ideato, interpretato e diretto da JuliaBorretti e Titta Ceccano. Questa messa in scena, che si nutre del classico sofocleo, della versione novecentesca di Anouilh e di quella cinematografica della Cavani, si apre ai linguaggi della contemporaneità innestando nella trama riflessioni sui tempi che viviamo, amplificando così il valore politico dell’opera. Un duro atto d’accusa nei confronti della società contemporanea e di una classe politica che uccide i propri figli, così come fa Creonte. Lo spettacolo è ambientato in una vetrina, luogo dove la nostra società svende i propri figli, mentre l’immagine di Creonte che guarda continuamente una TV è il simbolo di una classe politica che ha perso i rapporti con la realtà. Ma questo set è anche un interno borghese dove si consuma una violenza domestica che è fisica e metaforica allo stesso tempo.

A seguire, 3 marzo 2015, “Progetto Il Bombarolo” della Compagnia Ilinx. Un work in progress nato da un testo intessuto di un pastiche linguistico che si nutre di Cinquecento (Pietro Aretino e Ariosto), inflessioni dialettali ed erranze − tra ricercati errori e vagheggiamenti crono-geografici − per una reinvenzione dalla carnalità forte, dalla musicalità antica eppure fresca del suo essere concreta, viva e pulsante, capace di tradurre l’alienazione di chi quelle parole porta. Protagonista un uomo tra le macerie che ricorda il paese distrutto e l’amore per una donna che l’ha tradito, mentre un timer che parte all’inizio dello spettacolo con un conto alla rovescia accompagna il pubblico fino all’esplosione.

Viviamoci” di e con Gigia Mazzuccato, 10 marzo 2015, si presenta come un monologo trasformista, un intreccio di storie che si colorano l’un l’altra esplorando le diverse atmosfere e sensazioni che oscillano in opposizione tra il comico e il tragico. Un viaggio interno ed esterno ai quattro diversi personaggi interpretati dall’attrice e ai loro mondi che si creano tra incontri e scontri: una giovane madre piange di gioia e poi di dolore, la piccola figlia, energica e felice, crea personaggi che prendono vita nelle sue favole viaggiando nella fantasia con i suoi giochi di parole e l’amato peluche, un giovane meccanico veneto cresce con un duro lavoro, tra soddisfazione ed errori fatali.

 L’Argentina negli anni della dittatura, i desaparecidos e le donne di Plaza de Mayo al centro di “Nonostante tutto”, 17 marzo, spettacolo che racconta le vicende di Cachita e della Negra, due donne che condividono l’esperienza di prigioniere politiche nel carcere argentino di Villa Devoto a Buenos Aires tra il '74 e il '77. Le protagoniste Enrica Chiurazzi e Claudia de Candia, mettono in scena una raccolta di testimonianze di donne che hanno subito l’ingiustizia della dittatura argentina di Videla e del momento preparatorio alla sua salita e al golpe del 1976. Attraverso i ricordi, le lettere ai famigliari, le trascrizioni dei propri diari e i fatti storici che avvenivano fuori dalle mura delle carceri argentine, le sopravvissute al regime hanno ricostruito nero su bianco il proprio drammatico vissuto così come le proprie vite dopo la liberazione, avvenuta per ognuna in momenti diversi.

Ci si sposta in Africa con “Aisha” di e con Aida Talliente. Il progetto nasce da una storia vera, una ex ragazza soldato che vive in Costa d'Avorio, conosciuta dall’attrice lavorando al progetto di un'operatrice che da anni si occupa delle ragazze vittime della guerra in Africa. È anche il desiderio di elaborare uno studio sulla figura di Medea intesa come archetipo: donna sapiente che viene sradicata dalla sua terra concreta e mitica, per essere portata in un luogo senza centralità ed umanità, ed esserne poi, bandita. Questa Medea nasce da un mare di carta stracciata, da rive abbandonate e da un deserto di macerie ed immondizia. Lo spettacolo è patrocinato da Amnesty International e cerca di sostenere il progetto “Ripartire” di Lisa Candotti, progetto di reinserimento e riavvio al lavoro per le ex ragazze soldato delle città di Abidjan e Bouakè.

 Ultimo appuntamento, 31 marzo, North (B)east, della compagnia Carichi Sospesi. Protagonisti Marco Tizianel e Silvio Barbiero, rispettivamente studente fuori corso e bancario arrivista socialmente inserito, che raccontano come dice chiaramente il titolo, la bestialità del Nord Est, uno specchio deformato dalla fantasia e dalla paura, il tentativo di raccontare quello che è sotto i nostri occhi, spesso chiaro alle mente, ma che sfugge ai nostri cuori. Due storie che corrono parallele nella Padania City, intrecciandosi come risvolti di un disegno più ampio, mentre il paesaggio urbano diventa il vero protagonista ammorbando tutto con un inquinamento che sfugge alla sigle e ai numeri, più sottile delle polveri dei gas.
 
 
L’Associazione Teatro a l’Avogaria, nasce nel 1969 dalla passione e dalla tenacia di Giovanni Poli, già fondatore del Teatro Universitario di Ca’ Foscari a Venezia, e dagli esordi si pone come laboratorio di ricerca che coniuga un metodo d’improvvisazione teatrale tra la Commedia dell’Arte e le Teorie dell’Avanguardia. In più di quarant’anni di attività ha prodotto oltre sessanta spettacoli tra cui la “Commedia degli Zanni” rappresentata con successo sui più importanti palcoscenici internazionali. La “Scuola Giovanni Poli”, riconosciuta come uno dei centri di formazione professionale di riferimento nel Triveneto, ogni anno organizza corsi dedicati ad appassionati e professionisti, su discipline quali recitazione, Commedia dell’Arte, dizione, storia del teatro, canto, tecnica dell’interpretazione.
 
Gli spettacoli della Rassegna “I Martedì all’Avogaria”, ore 21.00, su prenotazione telefonica ai numeri 0410991967-335372889, avogaria@gmail.com