mercoledì 18 settembre 2013

Paolino Fierro:Ogni serata è un caso a sé! Per parafrasare un famoso film con Al Pacino potrei dire “Ogni maledetta milonga”. È un lavoro per me sartoriale, devi cucire la musica addosso alla pista.







Prosegue il tour fra i grandi TangoDJ Internazionali. Si fa tappa a Napoli con Paolino Fierro , in consolle dal 2005. Una esperienza formatasi in varie milonghe, ma anche curando il blog Puro Estilo Milonguero (www.puroestilomilonguero.blogspot.com), di cui é fondatore, e collaborando con la rivista italiana di tango "El Tanguero". Uno dei pochi che  ha iniziato ascoltando la musica,  in un percorso differente a tanti musicalizador ma che lo ha portato a diventare un raffinato cuoco in consolle. Come dice Paolino con arguzia tutta partenopea : " Relativamente al mio stile, che dire, lo definirei metaforicamente uno stile da “cuoco”. Per me la pista è come il ragù napoletano, comincia a cuocere non appena inizia a bollire. Ma deve cuocere lentamente, altrimenti come diceva Eduardo De Filippo il ragù diventa “carne ca’ pummarola”. Buona Lettura.


I tuoi inizi. Presumo come tutti che il tuo primo approccio sia stato con la pista. Cosa ti ha spinto a fare il salto in consolle? Una scelta ponderata o é stato frutto della casualità? 

Questo è vero solo in parte, forse sono uno dei pochi che ha iniziato con la musica. Mi spiego meglio, ascoltavo il tango già nel 2000. Una passione solitaria che non riuscivo a condividere con nessuno. Poi nel 2004 è arrivato il tango ballato, spinto da un’amica, Alessandra, che mi diceva continuamente: “vieni martedì alle 20.00 non è possibile che ascolti il tango e non lo balli”. Alessandra poi mi ha presentato Laura, la maestra, che poi è diventata nel 2009 mia moglie. Il percorso era ormai segnato…..
L’esordio in consolle è stato veramente un caso nel febbraio del 2005. La musicalizadora resident, Mara Cicerano, dell’allora Casa Malena era impegnata per cui mi chiesero di passare musica per quella sera.

Ai tuoi esordi quali erano i gusti dei tangheri? Ci sono differenze significative con la scena attuale?

Devo dire che fortunatamente i gusti musicali dei tangheri che ho incontrato a partire dal 2005 sono molto evoluti. Ricordo che a quel tempo piaceva molto tutto ciò che era oltremodo “orchestrado” oltre ai grandi cantanti degli anni ‘50: Varela con Rodolfo Lezica era un must, Pugliese del 1950/1960 oltre a Pizzolla con Libertango. Nel tempo i ballerini hanno imparato ad apprezzare arrangiamenti più semplici e più consoni alla pista. Oggi rilevo tuttavia una tendenza tutta europea ovvero un’eccessiva enfasi per le orchestre della fine degli anni’20 fino al 1930, cosa che non esiste a Buenos Aires.

Ricordi la tua prima serata in consolle?

La ricordo benissimo. Sudai come un pugile sul ring. Ero emozionato, preoccupato e teso come una coda di violino. Ho ancora salvata sul PC la playlist di quella notte……Non so come abbiano potuto ballare tra De Angelis fine anni ’60, il tango for export di D’arienzo per intenderci con Vidal e Color Tango oltre a Pugliese con Montero di “Antiguo reloj de cobre”. D’altronde era un periodo in cui era difficile costruire una discografia soprattutto per la mancanza di cultura del tango ballato, quello di pista.

Dalla difficoltà della ricerca dei brani su cd spesso masterizzati, all'esplosione del web , e la conseguente relativa facilità nel reperire la musica. Secondo te questo cambiamento epocale ha cambiato il modo di lavorare del DJ?

Il primo effetto del tango sul web è stato sicuramente la possibilità di disporre facilmente di molto materiale. Credo che sia stato un bene per tutti, soprattutto perché la disponibilità di brani ha permesso di cominciare a contestualizzare le orchestre rispetto ad un periodo storico, anche perché insieme ai famosi mp3 da scaricare cominciavano a circolare anche informazioni di carattere storico-culturale. Chiaramente la facilità di reperire brani ha fatto proliferare in maniera esponenziale il numero di DJ, in relazione ad un fantomatico principio per cui esiste una relazione diretta tra numero di brani posseduti e bravura di un DJ. Nello stesso tempo ci siamo trovati di fronte a brani masterizzati male o di scarsa qualità, magari anche bei pezzi che avevano bisogno di essere restaurati, per cui il DJ si è anche trasformato in ingegnere del suono.

Quando costruisci mentalmente la tua serata? Molto tempo prima, durante il viaggio per arrivare in milonga, oppure improvvisi attimo per attimo? 

In verità, io ho una formazione quantitativa, il mio desiderio più grande sarebbe quello di prefabbricare la “playlist perfetta”. Ma non succede mai! Ogni serata è un caso a sé! Per parafrasare un famoso film con Al Pacino potrei dire “Ogni maledetta milonga”. È un lavoro per me sartoriale, devi cucire la musica addosso alla pista. L’esperienza mi ha insegnato che ci sono tande che mediamente funzionano più di altre, così come ci sono tande destinate ad un pubblico con gusti musicalmente più sofisticati. Ma nulla di più. Un po’ più di programmazione, o meglio di studio, la puoi trovare all’interno delle tande. Mi è stato insegnato che bisogna prevedere un brano conosciuto all’inizio della tanda per stimolare i ballerini, che bisogna mantenere il ritmo all’interno della tanda crescente o per lo meno costante. Ci sono orchestre con le quali puoi costruire poche alternative se consideri con tutti questi paletti. Ecco perché spesso le persone dicono che il musicalizador è “prevedibile”.

Ti é mai capitato di annoiarti durante una serata, di aver compreso tardivamente che forse quella milonga non riusciva a darti le giuste motivazioni e non vedevi l'ora di finire? 

Credo sia capitato a tutti qualche volta. La relazione musicalizador-pista è sempre emotiva. Alcune volte succede che sei stanco o di malumore oppure ti accorgi che le persone sono distratte. Una cosa che mi dà fastidio è il vociare continuo in milonga. Sono costretto ad alzare il volume e questo non fa altro che peggiorare la situazione. Certe volte, paradossalmente, è meglio abbassare il volume

Accetti sempre tutto quello che ti propongono o cerchi di fare una selezione preferendo location affascinanti e serate con amici? Come definiresti il tuo stile? Si é evoluto nel tempo ? Ed in quale direzione? Cosa può influenzarti in una serata, il pubblico, i ballerini, l'acustica della location, la durata della tua performance… 

Passare musica per me è una passione per cui rispetto alle proposte che arrivano mi sento molto libero nella scelta. Ci sono proposte che mi interessano di più di altre. Cerco di valutare il progetto che è sotteso ad un evento. Io sono per il tango sociale, per la milonga intesa come spazio fisico e relazionale nel quale condividere un modo di essere. Credo che per ballare bene sia indispensabile comprendere e contestualizzare culturalmente il brano che si sta ascoltando. Cerco di dare un contributo anche in questo senso con un blog (http://puroestilomilonguero.blogspot.it/) che curo da qualche anno, nel quale cerco di trattare con semplicità la cultura argentina, sfruttando gli aneddoti sul tango e le leggende che si raccontano, senza presunzione di esaustività, sperando che l’aneddoto possa stimolare i lettori eventualmente a fare qualche approfondimento.
Non amo gli “eventoni”, ma mi piacciono molto le sfide. Una di queste è rappresentata dal pubblico giovanile, che mi intriga molto relativamente ai gusti musicali. Mi piacerebbe musicalizare in una milonga di trentenni basandomi solo sul ’40 che è la decade che preferisco per il tango di pista.
Relativamente al mio stile, che dire, lo definirei metaforicamente uno stile da “cuoco”. Per me la pista è come il ragù napoletano, comincia a cuocere non appena inizia a bollire. Ma deve cuocere lentamente, altrimenti come diceva Eduardo De Filippo il ragù diventa “carne ca’ pummarola”. In questo senso, direi che in questi anni sono maturato molto, un po’ perché l’esperienza è una grande maestra, un po’ grazie al confronto con altri musicalizadores specialmente argentini che mi hanno regalato delle chiavi interpretative della musica molto interessanti. 

Spesso capita in alcuni eventi di condividere la serata con un/a collega. Preferisci lavorare generalmente da solo, o se in coppia con chi hai feeling? Oppure, ami il brivido di sperimentare con un collega mai ascoltato fino ad allora? 

Generalmente, ma credo che questo valga per la maggioranza dei DJ, preferisco lavorare da solo, anche se spesso mi è capitato di condividere serate con altri. Chiaramente preferisco condividere con amici, piuttosto che provare il brivido della sperimentazione con colleghi a me sconosciuti. Anche perché, ricordiamolo, è la pista che paga il prezzo della sperimentazione, “ne la buena y ne la mala”!

Se qualcuno ti chiede il nome di una traccia gliela dici, magari consigliando il cd dove é inclusa, oppure lo inviti ad avventurarsi in una faticosa ricerca?

Non ho alcun problema a parlare dei titoli delle tracce come anche dei CD nei quali sono pubblicati. Devo dire che mi fa piacere quando me li chiedono perché significa che quel brano è piaciuto. 

Il pubblico ti molesta in consolle con richieste assurde. Cerchi di accontentarlo oppure fai capire chiaramente che non sei un jukebox?

Ho imparato ad essere diplomatico…..

Ti piace ballare ed ascoltare i tuoi colleghi, gustare le selezioni altrui e stili differenti dalle tue esecuzioni?

Mi piace ascoltare e ballare tutto ciò che è tango. Così come mi incuriosiscono le proposte dei colleghi. Se il DJ passa tango merita tutto il mio rispetto. Diversa è invece l’ipotesi della musica “tangabile” che va molto di moda oggi, piace molto ad un pubblico poco educato all’ascolto, ma nello stesso tempo mette in cattiva luce i DJ tradizionali che vengono additati come “fondamentalisti o talebani” del tango. 

Ritieni che il modo di musicalizzare sia differente per macroaree geografiche ? Argentina, Nord Europa, Est Europa, Mediterraneo… o tutto il mondo é paese? 

Io credo che esistano buone selezioni o cattive selezioni a prescindere dalle aree geografiche. Solo in Argentina, almeno nelle milonghe che ho visitato, ho trovato uno stile diverso nella musicalizzazione, tutto incentrato sulle orchestre del ’40, pochi vals, pochi brani strumentali e molti invece quelli cantati.

Ti piacerebbe avere un locale solo per te, arredarlo con l'impianto adeguato ai tuoi desideri, cercare di creare un'onda che ti soddisfi oltre a suonare quando ne hai voglia e creare un calendario di eventi a misura dei tuoi gusti?

Ho la fortuna di condividere un posto del genere con mia moglie Laura Brandi che è la vera “dueña”. Si chiama Salon Baires ed è a Napoli.

Le classiche domande a bruciapelo, vietato non rispondere: Tre orchestre che non possono mancare in una serata

D’Arienzo instrumental anni 40
Di Sarli con Alberto Podestà
Troilo con Fiorentino

Le tue tre orchestre preferite, che possono essere anche diverse dalle precedenti.

D’Arienzo con Echague con Biagi al piano
Miguel Calò con Raul Iriarte
Di Sarli nella decade del ‘40

Suggerisci una tanda di tango strumentale, una tanda di tango con cantante, una di vals ed una di milonga

Tango (Di Sarli instrumental anni 40)
  • Siete palabras
  • Ensueños
  • Marejada
  • Un lamento

Tango (Miguel Calò con Raul Iriarte)
  • Rebeldia
  • Lluvia de Abril
  • Si yo pudiera comprender
  • Trenzas

Vals (Tanturi – Campos)

  • Al pasar
  • Tu vieja ventana
  • Me besó y se fue

Milonga (Orq. D’Arienzo)
  • La milonga del recuerdo
  • La cicatriz
  • Milonga querida

Quali sono le tre orchestre o cantanti che non sopporti?

Varela in tutte le salse con o senza cantante
Il cantante Alberto Moran
Manuel Pizarro

Quale é l'orchestra più sottovalutata dal grande pubblico e quale la più sopravvalutata?

Quella più sottovalutata credo sia quella di Laurenz
La sopravvalutata certamente è quella di Fulvio Salamanca

Le tue tre serate top ( a giudizio tuo ovviamente…)

Impruneta Raduno Milonguero 2008
Milonga La Nacional Buenos Aires 2011 Cumple de Luis Rojas
Divino Abbraccio Senigallia gennaio 2012

Siamo meno seri: i dj rimorchiano ? Quante storie hai avuto con i tuoi colleghi?

Certo che rimorchiano, sono al centro dell’attenzione! Nessuna….sono sposato
Fine della conversazione in chat

Il grande bluff in libreria: Venezia e Laguna low cost, Guida anticrisi alla città più bella del mondo






Quando mi ritrovo a pagina 61, fra gli indirizzi segnalati low cost l’aperitivo al roof garden dell’Hilton capisco che questo libro è assolutamente ridicolo e sfrutta solo il titolo per accaparrarsi qualche sprovveduto lettore, ma credo che non ne troverà neanche fra radical chic o danarosi turisti extra UE. Nell’era di Foursquare e Tripadvisor , Venezia e Laguna low cost, Guida anticrisi alla città più bella del mondo di Michela Scibilia, edito da BUR, di vero ha solo queste ultime cinque parole. Il resto è fuffa, smascherata in neanche tre  minuti persi alla Feltrinelli di Mestre dove questo libra campeggia in bella mostra. Un qualsiasi residente a Venezia , o anche a Mestre si rotolerebbe dalle risate nel leggere questo libro. Andate su consiglio dell’autrice, al Roof garden dell’Hilton a prendere un cocktail e ditemi se è anticrisi. Forse doveva recensire qualche bar cinese, gli unici low cost di una città che tutto è, fuorchè a basso prezzo, ad iniziare dai trasporti per finire al costo del pane. Allora vi fornisco io qualche indirizzo di bar cinesi dove lo spritz lo fanno meglio dell’originale, e lo fanno pagare un euro in meno. Forse voleva essere una guida comica ed ironica al lowcost, ma quando paghi , ed a Venezia é sempre un conto salato, non ti viene certo voglia di ridere.

Zomby: l'elettronica del nuovo millennio With Love



Non c’è niente da fare, i dischi della  4AD sono sempre e comunque magici. Riescono a regalarti emozioni eteree, sensazioni quasi ultraterrene, ai limiti del misticismo. With Love è il nuovo album di Zomby che interseca elettronica, dubstep e sonorità clubbing  queasi chill out con un risultato sorprendente. È un  sound che ti prende allo stomaco e contemporaneamente il cervello, ti ipnotizza portandoti in una altra dimensione, riconoscibile a tratti, o per frammenti, un a poetica dei generi che non appena si fanno riconoscibili mutano, come se si prendessero gioco di noi in un subdolo ossimoro. Un lavoro complesso e maestoso, che potrebbe suonare alla perfezione come colonna sonora per un film metropolitano. Colonna sonora di incubi lievi, ma non per questo meno angosciosi. Una pietra miliare dell’elettronica di inizio millennio … sono già dipendente…

martedì 17 settembre 2013

Italian Records: 7 pollici da leggenda




Ci sono degli album, dei 45 giri, fondamentali per comprendere la portata di alcuni fenomeni musicali in Italia. Il nostro Paese per svariate ragioni, ci vorrebbe un trattato da 1000 pagine, è sempre stata ai margini dell’evoluzione dei generi, costretta sempre ad inseguire gli altri, fossero USA o Inghilterra. Raramente abbiamo espresso artisti di grande portata tale da inserirsi a pieno titolo nel mainstream rock. 

Con la New wave eravamo al momento giusto, nel posto giusto. E’ essenziale che riusciate a reperire un cofanetto straordinario: Italian Records, The singles della Spittle Records. Una raccolta dei 7 pollici di una delle seminali label nazionali che tra il 1980 ed il 1984 riuscì  a raccogliere band straordinarie. Sembra di stare nella New York  “controsionista” ed anarchica musicalmente parlando, quella grande mela che si muoveva in direzione no wave, ma anche le avanguardie inglesi. 

Ed allora, ripensando a fenomeni da baraccone contemporanei, vengono i brividi ad ascoltare gente del calibro dei Confusional Quartet o i super elettronici Stupid Set, per non parlare di una band leggendaria per tanta elettronica nostrana quali i Gaz Nevada. …Una Bologna che non si dimentica…Per non parlare di Diaframma e Neon … e si va nella tenebrosa Firenze. Senza tralasciare la goliardia malsana di Freak Antoni e Johnson Righeira. 

Capita poche volte di attribuire un aggettivo quale imperdibile ad un cofanette di musica italiana. Qui ci sta stretto. Assolutamente stretto. Cinque cd da divorare tutto d’un fiato, … e non soltanto per i nostalgici.

venerdì 13 settembre 2013

Antonio Lalli:Oggi con lo sviluppo del web e del pc tutti si improvvisano DJ. Moltissimi lo fanno per “sport”, per semplice gratificazione personale perché altro è il loro lavoro o attività di sostentamento. E purtroppo a molti organizzatori non pare vero risparmiare 50-100 euro facendo mettere la musica ad un amico “improvvisato DJ”.






Oggi incontriamo uno dei grandi  pionieri del tangodjing in Italia.Una conversazione che ci riporta ad un'epoca che sembra geologicamente lontana, eppure gloriosa per quelli che l'hanno vissuta. Una evoluzione del gusto segnata sempre dal profondo amore per il tango. Il percorso di Antonio Lalli inizia nel lontano 1986 a Roma a Testaccio, e da allora non si é più fermato. Un ruolo quello del tango dj molto cambiato " Oggi con lo sviluppo del web e del pc tutti si improvvisano DJ. Moltissimi lo fanno per “sport”, per semplice gratificazione personale perché altro è il loro lavoro o attività di sostentamento. E  purtroppo a molti organizzatori non pare vero risparmiare 50-100 euro facendo mettere la musica ad un amico “improvvisato DJ”. Ma sulla passione e sulla competenza non si può risparmiare o farne a meno. 

1)      I tuoi inizi. Presumo come tutti che il tuo primo approccio sia stato con la pista. Cosa ti ha spinto a fare il salto in consolle? Una scelta ponderata o é stato frutto della casualità?
Ho iniziato a ballare tango fine anni’80 dopo aver iniziato nel 1986 con folclore, liscio e salsa. Ho avuto la fortuna di essere uno dei pionieri del tango romano e perciò ero costretto a fare tutto: ballare, insegnare e mettere la musica. Mettere la musica è stata perciò una necessità.
2)      Ai tuoi esordi quali erano i gusti dei tangheri? Ci sono differenze significative con la scena attuale?
Nelle prime milonghe a Roma si ballava soprattutto Astor Piazzolla e i pochi maestri che circolavano insegnavano soprattutto tango-teatro o tango da scenario. Solo più tardi, e dopo essere andati anche a B.Aires, scoprimmo le altre orchestre a cominciare da Di Sarli, D’Arienzo, Pugliese, ecc ed anche un altro modo di ballare: salon e milonguero. All’epoca c’erano poche milonghe e pochi maestri. Oggi c’è una ricchezza infinita di proposte tanguere: maestri e milonghe a volontà e per tutti i gusti, almeno a Roma.
3)    Ricordi la tua prima serata in consolle?  
La mia prima serata in consolle fu nel 1986/87 a “Libertango” a Testaccio, quartiere storico di Roma, e fu molto semplice perché si metteva il cd dal primo all’ultimo tango e si ballava quello che ne usciva, senza tandas y cortinas J Eppoi in questo modo potevo far ballare, un tango ciascuna, le tante donne presenti in sala. Introdurre tandas y cortinas, conosciute sempre a B.aires, non è stato facile in quanto alcuni “sequestratori” erano capaci di fare anche 20 tanghi di seguito, ma ormai a Roma è difficile sentire proporre musica in maniera diversa.
4)     Dalla difficoltà della ricerca dei brani su cd spesso masterizzati, all'esplosione del web , e la conseguente relativa facilitá nel reperire la musica. Secondo te questo cambiamento epocale ha cambiato il modo di lavorare del DJ? 
Dal ’96 quasi ogni anno ho passato il mio mese di vacanza a B.Aires. Ogni volta sono tornato con centinaia di cd da ascoltare traendone il meglio da proporre in milonga. Oggi con lo sviluppo del web e del pc tutti si improvvisano DJ. Moltissimi lo fanno per “sport”, per semplice gratificazione personale perché altro è il loro lavoro o attività di sostentamento. E  purtroppo a molti organizzatori non pare vero risparmiare 50-100 euro facendo mettere la musica ad un amico “improvvisato DJ”.
5)    Quando costruisci mentalmente la tua serata? Molto tempo prima, durante il viaggio per arrivare in milonga, oppure improvvisi attimo per attimo?
  Ho fatto il musicalizador per circa 13 anni al Giardino del Tango di Roma, anche più di una volta la settimana, sempre improvvisando, ma cambiando, sera per sera, almeno una parte della proposta musicale. Da due anni sto girando in tutta Italia e pertanto un minimo di scaletta la preparo. Quantomeno l’elenco delle orchestre.
6)   Ti é mai capitato di annoiarti durante una serata, di aver compreso tardivamente che forse quella milonga non riusciva a darti le giuste motivazioni e non vedevi l'ora di finire?  
Solitamente, essendo nel tango da tanto tempo, è difficile che mi trovi in una situazione “difficile” o “noiosa” in quanto conosco gli organizzatori e almeno una parte delle persone presenti, però alcune volte ho trovato un “clima” sfavorevole ed allora non vedevo l’ora di finire la serata.
7)     Accetti sempre tutto quello che ti propongono o cerchi di fare una selezione preferendo location affascinanti e serate con amici? 
In passato essendo resident DJ ho rinunciato a tante altre serate. Oggi per curiosità ed anche a causa della “crisi” solitamente accetto in quanto quasi sempre conosco gli organizzatori e poi perché mi informo preventivamente sulla musica che di solito “usano” e le modalità con cui la propongono (di quanti brani le tande, eventuali intermezzi di salsa, chacarera o altro,…) Sono stato sempre molto legato al tango della “epoca de oro” ma non avuto paura di proporre brani moderni o insoliti soprattutto a fine serata. Naturalmente ciò è possibile soprattutto quando si è resident DJ
8)    Spesso capita in alcuni eventi di condividere la serata con un/a collega. Preferisci lavorare generalmente da solo, o se in coppia con chi hai feeling? Oppure, ami il brivido di sperimentare con un collega mai ascoltato fino ad allora?  
Preferisco lavorare da solo. Lavorare in coppia è piacevole con una persona collaborativa, meno con chi fa la “primadonna”
9)     Se qualcuno ti chiede il nome di una traccia gliela dici, magari consigliando il cd dove é inclusa, oppure lo inviti ad avventurarsi in una faticosa ricerca?
 Per me è un grande piacere quando vengono a chiedermi il nome del brano o dell’orchestra. Significa che il mio lavoro di ricerca viene apprezzato da qualcuno e non ho nessun problema a comunicare tutti i dati in mio possesso
10) Il pubblico ti molesta in consolle con richieste assurde. Cerchi di accontentarlo oppure fai capire chiaramente che non sei un jukebox?
 Se la richiesta alla consolle è fatta con educazione e simpatia cerco di soddisfarla soprattutto se è compatibile con quello che voglio proporre o ho già proposto
11) Ti piace ballare ed ascoltare i tuoi colleghi, gustare le selezioni altrui e stili differenti dalle tue esecuzioni? 
Sono sempre andato a ballare nella altre milonghe, compatibilmente con i miei impegni, e se sento un brano o un arrangiamento nuovo vado a chiedere lumi alla consolle
12)  Ritieni che il modo di musicalizzare sia differente per macroaree geografiche ? Argentina, Nord Europa, Est Europa, Mediterraneo… o tutto il mondo é paese?
Sono stato invitato in Giappone, in Russia, a Cuba oltreché a B.Aires ed ho ballato in alcuni paesei europei ma almeno nelle milonghe che ho frequentato, dove si propone soprattutto tango tradizionale, non ho trovato grandi differenze.
13)  Ti piacerebbe avere un locale solo per te, arredarlo con l'impianto adeguato ai tuoi desideri, cercare di creare un'onda che ti soddisfi oltre a suonare quando ne hai voglia e creare un calendario di eventi a misura dei tuoi gusti? 
Sì mi piacerebbe avere una milonga organizzata a mio piacimento. Devo però confessare che al Giardino del Tango, pur non essendone né proprietario né gestore, insegnando e ponendo musica avevo dato una bella “impronta”
14) Le classiche domande a bruciapelo, vietato non rispondere:
Tre orchestre che non possono mancare in una serata.  Di Sarli, D’Arienzo, Calò
15) Le tue tre orchestre preferite, che possono essere anche diverse dalle precedenti.
 Calò, Donato, Pugliese
16)  Suggerisci una tanda di tango strumentale, una tanda di tango con cantante, una di vals ed una di milonga Osvaldo Pugliese (Recuerdo, Gallo Ciego, Los Mareados, A Evaristo Carriego)
17)  Carlos Di Sarli con Roberto Rufino (Todo, Cascabelito, Patotero Sentimental, Charlemos)
18)  Vals (Corazon de Oro/Canaro, Romance de barrio/Los Indios T., Desde El Alma/Pugliese)
19)  Milonga (Ella es asi/Donato, Cacareando e Milonga de Los Fortines/orch. Tipica Victor)
20)  Quali sono le tre orchestre o cantanti che non sopporti? 
Basso, Salgan, Firpo
21)  Quale é l'orchestra più sottovalutata dal grande pubblico e quale la più sopravvalutata?
Più sottovalutata: Troilo Più sopravvalutata: Varela
22)  Le tue tre serate top ( a giudizio tuo ovviamente…) 
Stare alla consolle al Giardino del Tango alla presenza di Miguel Angel e Osvaldo Zotto. La prima volta musicalizador a B.Aires a El Tacuarì a San Telmo e la prima volta dj a Cuba a La Habana presso La Milonguita en el Paseo do Prado.
23)  Siamo meno seri: i dj rimorchiano ? Quante storie hai avuto con i tuoi colleghi?
Mai “rimorchiato” una collega. Ho avuto più successo con le maestre! J

Yeezus. Sua maesta' Kanye West







Allo stato attuale Kanye West é sicuramente uno degli artisti migliori da scegliere per capire l'evoluzione delle sonorità black. E soprattutto leggere le prospettive future della musica nera e funk contemporanea che inevitabilmente si intreccia con rap e r'n'b.  Con Yeezus siamo ad una sorta di Trattato della musica contemporanea con tanto di produzione laccata e super glamour, ma non é solo immagine e scena , qui scoviamo la classe di un artista che oltre ad essere un signor musicista é anche un eccelso produttore. Sintetizzatori e sottofondo ipnotico dei bassi creano un tappeto sonoro cui é difficile resistere. Dark, ma nel senso di oscuro, introspettivo, come se Kanye facesse un viaggio per utoconfermarsi la sua grandezza, la propria megalomania. Un disco non semplicissimo , ma affascinante che fa un uso magistrale dei sample che ora prendono vita propria e si ritrasformano in brani mai ascoltati prima, nemesi crudele degli anni'80 che furono. Non si sfugge a Kanye… ma soprattutto ad una domanda che mi tormenta…é questo il soul di oggi, é questo il futuro del soul?

Nile Rodgers...Le freak






Non può che far piacere questa scoperta ( o riscoperta) da parte di un pubblico giovane del mitico Nile Rodgers grazie ai Daft Punk, in particolare il loro ultimo lavoro. Ed allora non poteva mancare una bella compilation che celebrasse la carriera di questo genio assoluto non solo della dance musica ma anche del pop . Difficile affermare quale brano possa rappresentare idealmente il leader degli Chic…forse le Freak ma anche Good Times non scherza. Anche se forse io sono più affezionato a hit, perché' Rodgers é sempre stato sinonimo di successo riempipista e riempi classifiche , realizzata con suadenti voci femminili esterne al progetto / organizzazione Chic. Tra queste ancora oggi un classico come Spacer di Sheila B & denotino non dá scampo ai dancefloor di tutto il mondo. Una raccolta dedicata ai detrattori di un artista e di un genere che non solo musicalmente , ma anche sotto la lente sociologica ha segnato la storia sociale dei nostri ultimi 30 anni.

mercoledì 11 settembre 2013

More Light per i Primal Scream






Inquadrare More Light dei Primal Scream, é una impresa titanica. Anche se il mio album preferito a livello affettivo rimane Screamadelica, questo loro ultimo lavoro lascia il segno. Potente ma raffinato, originale sebbene trituri vari generi musicali con uno strumento affilato e diabolico, … la voce satanicamente posseduta di Bobby Gillespie. Free jazz, funk, punk  e soul oscuro sono i canali di un delta musicale che non conosce approdi certi. Quando si pensa di  virare verso uno stile, il brano successivo scombussol i piani e ti riporta nella follia di una deriva sonica. Citazionismo abile e furbo, ma di una seduzione senza pari. I più obietteranno alla poca originalità di questo disco, ma si é proprio obliigati ad essere originali? e se il nuovo fosse una rilettura intelligente del passato? di un passato letto troppo frettolosamente. Prendiamoci una pausa ed ascoltiamolo tutto d'un fiato. Vi assicuro che sicuramente abbiamo bisogno di più' luce. 

Sigur Ros ... geyser bollenti







Inaspettata svolta rock per i Sigur Ros che continuano ad affascinare in un percorso creativo instancabile. Il loro settimo album, Kveikur, non tradisce le attese a livello qualitativo, ma sorprende in termini di accessibilità' e fruizione di un lavoro davvero rockeggiante. Certo, le atmosfere non possono essere mai disincantate e solari, siamo sempre in presenza di una coltre tenebrosa oppressiva ed affascinante, ma un cambio di direzione sembra esserci stato. Ed allora via ad un noise post elettrico che coniuga distorsioni e vocalizzi, con un piglio quasi punk e muscoloso che calza a pennello, come se fossero una band ribelle pronta a debuttare per la prima volta su disco… ed invece vent'anni di carriera non sono una banalità, e qui emerge la classe e lo studio che ne hanno fatto una band di culto , non solo nelle lande dei geyser. Innovarsi senza tradire le proprie origini, rifuggendo da mode effimere. I Sigur Ros hanno ancora tanto da insegnare.

lunedì 9 settembre 2013

Antónia Nagykáldi: I never forget about my most important way of choosing music: it must be danceable and besides this: interesting enough to keep people dancing!





Today we meet another great TangoDJ. From Budapest Antónia Nagykáldi (DJ Toncsi) and her style  that , as she said "is traditional, mostly Golden Age spiced up with some Guardia Vieja and the later years' music". 

From the beginning: I suppose that your first approach with tango, like for other dj, was with the dance. What inspired you to get into console and play music? A conscious decision or was the result of chance?

Yes, first I was a dedicated tanguera. Then I began to collect tango music. It was just a chance to start DJ'ing. Some friends of mine travelled to Buenos Aires and they asked me and my partner to organize their milongas. But the playlists they wanted to give us for the milongas didn't arrive so I created my own ones every week. It was such a great adventure for me, I so much enjoyed it! When they arrived back I continued as a regular guest DJ for various local milongas then we started to organize our own milonga. 

What were your early taste of tango? There are significant differences with the current scene?

For the first half a year I prepared many-many hours for each milonga to create smooth tandas and built up the arch of the milonga in advance, at home. Mostly I chose songs I supposed to be danceable for lots of dancers. Sometimes I was wrong, but I have learnt a lot from these little mistakes. Later I got involved with leading and began practicing it, and tried to think more and more with the brain of a leader. I can't lead complicated figures but I can do rhytmic walking and things like that. I often tried music at home before the milonga if I had any doubt about whether a piece of music was suitable for average dancers or not. Slowly I learned to avoid playing "music for listening" ("musica para escuchar") and started focusing more on the dancers instead of playing something new and interesting all the time. Anyway my taste has not changed basically since the first DJ'ing but it has refined a lot. 

Do you remember your first like tango dj?

During my first milonga I was very happy. I could not wait for the reaction of dancers. I danced a lot because I wanted to feel my music from the dancefloor.

The difficulty of the search for songs on cd often burned, the explosion of the Web and the consequent relatively easy to find in the music. Do you think this paradigm shift has changed the way of working of the DJ?

Of course Internet is a great help to find music, and it surely changed the work of the DJs. It is easier, maybe with less joy but the point, the goal is the same: making people happy at the milonga. As a photographer I can call a metaphor for this: taking photos with an analog camera or with a digital one...

When you build your performance? Long ago, during the journey to the milonga, or sudden moment by moment?

My way of building up the milonga has been changing through the years as I change. In the first years I did everything at home, later I changed this or that during milongas. Now I choose tandas on the spot, a few minutes before playing them. I always prepare a few totally new tandas for a milonga. Most of the time I use tandas I did previously and supposed to be good for that night's milonga, but there are moments when something makes me throw the original idea out and create something new. This can happen during great milongas of marathons and festivals where lots of excellent dancers inspire me more, but I never forget about my most important way of choosing music: it must be danceable and besides this: interesting enough to keep people dancing!

Have you ever played in a boring night? Have you understand too late that perhaps the milonga could not give you the right motivation and you could not wait to finish? Do you accept whatever you offer or try to make a selection preferring location and fascinating evening with friends?

Yes, nights sometimes can be boring even if I do my best. Not a good feeling but I always hope it gets better. But hey, I can’t be depressed! I try to give more energy to people to dance even if there’re only few of them or the weather conditions make them sleepy.
I usually accept the incoming offers, sometimes I have the opportunity to choose what attratcts me more.

How would you define your style? It has evolved over time? And in which direction?

My style is traditional, mostly Golden Age spiced up with some Guardia Vieja and the later years' music. I don't play alternative or neo or nuevo music, unless the organizer asks it on a special event. Now for me the "alternative" music is tango foxtrot and ranchera vals, but I use them only on special occasions and not all the time. Someone told about my style that it is sweet. That doesn't mean I play lots of sentimental or romantic music. On the contrary. Usually I play very rhytmic songs with all kind of characters and feelings. Feelings are certainly needed, but in the proper amount - as in life. Dancers who know me, know already most of the music I play at my milonga. That gives them the safety of coming home in a way. But there are always some little surprises, presents - some not so common pieces of music or just mixing things another way (for e.g. in a mixed tanda). It is like when your lover waits for you with some delicious food or some present when you come home (sweet home) from a long trip :-) 

What can influence you in an evening, the audience, the dancers, the acoustics of the location, the duration of your performance ...

The dancers influence mostly my choices, the number of them, their level of experience, whether they seem tired or full of energy etc. Location is also very important: small or large (correlating to the number of dancers), what kind of floor is there, weather conditions, indoor or outdoor... I have to work more with the mixer to give the possible best sound if the acoustic system is poor, or I may have to put aside some tandas for that night.

Do you prefer playing alone or sharing the night with a colleague? Generally prefer to work alone, or with friends who you feeling? Or, you love the thrill of experimenting with a colleague ever heard until then?

Of course the best is playing alone, building up the milonga myself, but it can be funny to play with a colleague. I haven't tried playing in a duo yet, but I would like to try it once.

If someone asks you the name of a track you say it to him, perhaps suggesting where the CD is included, or invite him to venture into the trouble of searching?

If someone asks me about the name of a track, I tell him. It is important that more and more people know and love tango music.

The public bother you with absurd requests: what do you do? Are you a jukebox?

If somebody comes with an absurd request I try to smile and shortly make clear that I don't think I would choose his favourite song, because I guess not so many people can dance to it because it is too special... But this situation is very rare. In most cases I can easily modify my set according to the requests. It’s just another challenge, and it gets me closer to the audience.

Do you like to dance and listen to your colleagues enjoy the selections and styles of others from your performances?

I like listening to other DJ's and dance on their music. There may be surprises. Sometimes I ask myself after a tanda: "Why...?" And a lot of times I say: "Why not! Great idea!"

Do you believe that the art of “musicalizador” is different for geographic areas? Argentina, USA, Northern Europe, Eastern Europe, the Mediterranean ... or is it similar in every countries?

Current geographic area can affect the work of musicalizador(a), but in my opinion the main point is all the same. I shouldn't play some pieces or orquestas in Argentina which are fashionable in Europe, and sure there are pieces that won't be successful in parts of Europe, because people don't know what to do with them.

Would you like to have a milonga just for you, furnish it with the appropriate facility to your desires, try to create a wave that satisfies you over to play when you want and create a calendar of events to measure your tastes?

Organizing a good regular milonga and playing there weekly is not an easy job even if having everything needed for that. I do this in Budapest. I like to play there but I also need new adventures from time to time, now I prefer collecting invitations, travelling and getting to know people all over Europe. 

The classic point-blank questions you have to answer, you cannot refuse:

Three orchestras that can not miss in one evening:
D'Arienzo, Di Sarli, Fresedo and many more :-)

Your three favourite orchestras, which may also be different from the previous ones:
D'Arienzo, Di Sarli, Troilo

Suggest a tanda of tango instrumental, a tanda of tango singer, one of vals and milonga.

Tango istrumental tanda:  Juan D'Arienzo
1. Ataniche
2. El Portenito
3. Gallo Ciego
4. El Apronte

Tango tanda with a singer: Miguel Calo, Raul Iriarte
1. Gime el Viento
2. Marion
3. Madalit
4. Nada

Vals tanda: Alberto Castillo
1. Unitaria
2. La Pulpera de Santa Lucia
3. Violetas

Milonga tanda: Mixed tanda, I always experiment with Lomuto's Que Tiempo Aquel, so:
1. Juan D'Arienzo: De Pura Cepa
2. Francisco Lomuto: Que Tiempo Aquel
3. Edgardo Donato: La Milonga que Faltaba

What are the three bands or singers you can not stand? 

Nina Miranda con Donato Racciatti

What is the band most underrated by the general public and which is the most overrated?

Very difficult question. Most underrated: Francisco Canaro, most overrated: Francisco Canaro :-D

Your top three nights (in your opinion of course …)
The first time I was a DJ outside my country, and all the marathons I DJ'd :-)

We are less serious: Last night a dj saved my life. The DJ role is sexy?
Of course :-)

Have you ever had a relationship with some fans and some flirt with your colleagues? 
Let's reverse it: all who have a relationship with me have to be my fan, because tango music and DJ'ing became a part of me :-D