domenica 5 febbraio 2012

Giorgio Moroder... come back from the eternity


Capita guidando l'auto di essere folgorati da un pezzo che passano in radio di cui avevamo perso completamente tracce nel nostro scrigno di ricordi musicali.Cosi' improvvisamente grazie ad un network padovano, ritorna d'attualità un personaggio il cui peso nella storia della disco music é stato fondamentale, ma oggi é sconosciuto ai più giovani: Giorgio Moroder.


Sono andato a recuperarmi un disco di cui avevo perso le tracce, From here to eternity, e con il senno di poi, avvezzo ad ascoltare molte porcherie che propinano ai giorni nostri per scatenarsi in pista, resto pistivamente colpito dalle sinfonie disco ben costruite dal mago della disco music, nonché mentore di astri del calibro di Donna Summer. Echi di Kraftwerk,musica elettronica ed industriale teutonica, contaminata dai leggendari sintetizzatori dei seventies, suo autentico marchio di fabbrica. Una disco colta, e per certi versi cerebrale, non scevra dall'ascolto di musica colta, quasi barocca nella sua architettura. Un funk robotizzato, ma privo delle trasgressioni nere e dei profondi connotati sociali della black music. In questo lavoro, Moroder, riesce a condensare in poco più di mezz'ora l'avanzata tecnologica dell'era sintetica, liquida ed immateriale con ben trent'anni di anticipo.


Un genio che nonostante l'aspetto freak e simpaticamente zappiamo, nascondeva del vero talento. Invito tutti a fare un giro in qualche negozio di cd, se ne esistono ancora, e recuperare nel cestone delle offerte, i lavori di Moroder, tra cui From here to eternity,… dovremmo riuscire a vincere l'orrore di quella copertina super kitsch.





Nessun commento: