giovedì 27 settembre 2012

Che amore quello di Amores Perros...


Rivisto dopo alcuni anni Amores Perros di Alejandro Inarritu mantiene ancora intatti gli stilemi di film sordido e maledetto, ragion per cui ha l'aura di cult. Una pellicola debitrice alle visioni kubrickiane ed alle narrazioni sincopate in episodi di Quentin Tarantino che peró mostra in maniera personale un universo interamente dominato dalla violenza. Ad ogni livello. E con comune denominatore i cani , che diventano il driver narrativo nei tre episodi che si dipanano a partire da un terribile incidente automobilistico. 

Se nel primo Octavio vuole scappare dalle luride favelas con la moglie guadagnando nelle lotte fra i cani facendo combattere il suo, nel secondo episodio un direttore di una rivista patinata molla la famiglia per abbandonarsi con una modella ed il suo barroccino, per arrivare alle vicende de El Chivo, un killer, ex terrorista, che vive come un barbone in una muta di cani randagi, che sogna di donare una piccola rendita alla figlia abbandonata in gioventù, facendo fuori più persone possibile. Geniale il cambio di passo e stile in ogni episodio che tiene incollati sulla poltrona fin dall'incipit con il brutale combattimento tra cani e prosegue senza un hippy ending con lo scomparire in un piano sequenza del killer. 

Inarritu sembra forse indicarci la via del riscatto… dopo l'amore e l'odio solo la morte può rigenerare, ma a che prezzo? E soprattutto si può scampare agli scherzi del destino? Ed allora andiamoci a rivedere anche 21 Grammi e Babel... 

Nessun commento: