Una nuova rubrica dedicata alle mie milonghe preferite in Italia.
Parto inevitabilmente da quella che più di ogni altra ho nel cuore. Milano, Viale Bligny… ARCI BELLEZZA. Forse perché la lego ad un anno speciale, quando borsista dell’Accademia di Brera, vivevo nella metropoli meneghina. Un anno frenetico, speso e consumato fra inaugurazioni e vernissage di gallerie d’arte, film d’avanguardia, shopping e tanto tango. Non ancora suonavo così tanta musica e mi scatenavo più a ballare. Segno il Bellezza ad un filo rosso di un’età dell’oro del tango italiano, quando l’innovazione/evoluzione nel tango era lungi dal diffondersi, e per conoscere un percorso personale e diversificato nel tango, lontano dai clamori dello show e della vetusta tradizione della pseudo cultura Gardel – milonguero viejo bisognava approdare solo in quel circolo Arci, dove un pioniere di quello che si chiamava, e forse in modo abusato ancora oggi, tango nuevo. Il pioniere in questione è Alberto Colombo, di cui parlerò in un post successivo, che per primo ha proposto la lettura del tango di Gustavo, ritengo inutile apporre i cognomi a personaggi che conosciamo tutti, le dinamiche di Fabian, l’astro nascente di Chicho. Mi ricordo la mia prima volta al Bellezza, una festa con Gustavo y Giselle, leggendaria: un’energia mitica, tanti tangueros diventati celebri nel nostro paese, da Germano a Paolo e Karola, Anna, Haim, Maki e la Giosi, la mia zia di Cerignola, amici da Lugano, Mimmo Cerminara in consolle.Ricordo anche al Bellezza il debutto in Italia di Ezequiel Farfaro con Milena Plebs, e qualche anno addietro una serata da brivido con Chicho y Eugenia. Ho sempre ballato da dio al Bellezza, credo anche per il clima conviviale ed assolutamente informale, di gente venuta sempre e solo a divertirsi, senza pregiudizi pseudo culturali, dove tutti sono pronti a darti una dritta per “far uscire “ un passo, o suggerimenti per nuove dinamiche. Stavo per dimenticare anche le serate dove ho suonato musica, special night con l’esibizione del padrone di casa, Alberto con Alessandra Rizzotti, gran talento di cui parlerò in un altro post, e soprattutto le leggendarie pratiche domenicali. Si partiva alle 14 – 15 per finire alle 22.00 seduti ad una mega tavolata sempre al Bellezza a cazzeggiare e divertirsi. Che tempi! Vorrei continuare, ma forse cercherò di rievocare qualche emozione guardando vecchie riprese in vhs del locale per fruire ancora una volta della magia del posto. Non potevo non scegliere l’Arci Bellezza come milonga della mia vita… e mi ricordo ancora quando girando l’Italia con un gruppo di amici, 6-7 anni fa, si diceva imbattendosi in una serata di merda
( musica fiacca, pubblico smorto e vecchio, livello di ballo down…) : “ Va bè la prossima settimana recuperiamo al Bellezza…”
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