giovedì 18 dicembre 2008

La rinascita degli Dei


Fra le figure più affascinanti della tarda romanità. Giuliano l'Imperatore, tramandato alla Storia come l'Apostata ci consegna opere filosofiche e politiche di grandissimo spessore: l'ultimo disperato tentativo di restaurare in un mondo sempre più votato al cristianesimo, il culto delle divinità pagane. Invito a recuperare questi scritti per comprendere una delle epoche più tormentate della nostra cultura...

da Wikipedia,

Giuliano è uno dei principali autori in lingua greca del IV secolo. Scrisse lettere, discorsi ed un'opera di critica al cristianesimo (Contro i Galilei). Quest'ultimo scritto, giudicato "demoniaco" nelle epoche successive, non ci è stato tramandato. Se ne conosce, tuttavia, una buona parte grazie all'opera Contro Giuliano, composta da Cirillo di Alessandria nel V secolo (questa confutazione prova che lo scritto di Giuliano era ancora considerato pericoloso 50 anni dopo la sua morte). In Contro i galilei compare la tesi giulianea secondo la quale la dottrina cristiana costituisce il prodotto di una macchinazione, un'eresia del giudaismo diffusa da una minoranza di ebrei che si erano distaccati dalla loro tradizione.

Oltre alla citata opera contro i cristiani, possiamo elencare tra i suoi scritti:

  • lettere ad amici o a personaggi del suo tempo;
  • scritti satirici o polemici (Contro i Galilei, I Cesari, Misopogon, Contro Eraclio cinico, Contro i Cinici ignoranti);
  • scritti filosofico-religiosi (Inno alla Madre degli Dei, Inno a Re Helios);
  • scritti politici o filosofico-politici (Lettera a Temistio, Lettera agli Ateniesi);
  • scritti retorici (elogio dell'imperatore Costanzo II, suo cugino, e di Eusebia, moglie di Costanzo, una Consolazione a sé stesso).

Adepto della filosofia neoplatonica, Giuliano tenne sempre, tuttavia, a precisare che non era arrivato a diventare un vero filosofo e che in quest'ambito si considerava ancora uno studente. Questo è il motivo per cui non scrisse mai un'opera propriamente filosofica, anche se la maggior parte dei suoi scritti si ispirano esplicitamente alle posizioni filosofiche. Tra le sue fonti, oltre ai misteri di Cibele (in onore della dea compose Alla Madre degli Dei), vi è il filosofo neoplatonico Giamblico, definito "divino" dall'imperatore per la sua sapienza e religiosità. Il trattato Inno a Re Helios è infatti basato sulla dottrina e sugli scritti di Giamblico; dedicato a Saturnino Secondo Salustio, suo amico, collaboratore e filosofo, nel progetto di Giuliano avrebbe dovuto costituire il testo dottrinale del "enoteismo solare" di ispirazione neoplatonica (Helios come immagine dell'Uno dal quale vengono emanati la molteplicità distinta degli Dèi, e tutta la realtà) in opposizione al cristianesimo, che doveva immettere nuova linfa nella tradizione classica. Inno alla Madre degli dei è un'esegesi dei miti greci sulla base delle dottrine misteriche.

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