mercoledì 8 giugno 2011

Cowboy Bebop... caccia al cosmo


Una squadra di cacciatori di taglie in giro per lo spazio. Trama semplice per un manga che sciorina una stratificazione affascinante di diversi livelli di lettura , accompagnato da una colonna sonora incredibilmente bella, tra improvvisazione jazz e bebop, blues.

Se il personaggio principale è Spike, un giovane e ribelle bounty killer, che vaga alla ricerca di criminali rintanati nelle basi spaziali dove si è rifugiata l’umanità, nondimeno le altre figure si riducono a comprimari. Bensì ognuno diviene a suo modo un personaggio a sé stante, a partire da Jet Black, passando per Faye Valentine, Edward ed il cane Eie. A distanza di anni da Capitan Harlock, questo manga riaccende in me, ma credo in tanti, la nostalgia per quell’animazione che poneva al centro di tutto il viaggio, quasi un peregrinare senza meta, se non alla ricerca unicamente di se stessi. Sembra che negli oltre venti episodi di Cowboy Bebop ci si addentri in un percorso iniziatico, misterioso e pieno di insidie quantunque ammiccante.

Tra ammiraglie spaziali e uomini agghindati da cowboys in un futuro ipertecnologico il viaggio cosmico procede all’infinito. Il genio di Shinichiro Watanabe ci regala un meraviglioso girovagare fra epica e sogno, ammaliando bambini ed adulti verso uno stadio dell’età in cui tutti desiderano essere esploratori dell’infinito.

Un manga da godere fino in fondo , e da rivedere immediatamente subito dopo aver finito la visione del ciclo, perché genialmente solo negli episodi conclusivi viene svelato il passato dei protagonisti. Ma avremo capito tutto?

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