domenica 19 agosto 2012

Trapano mon amour, Driller Killer


Maledizione e redenzione, nevrosi metropolitane e complessi derivanti dall'educazione cattolica. Gli stilemi della sua produzione matura sono già presenti in The Driller Killer del 1979.

 E' in questo thriller urbano, teso e volutamente scomodo che uno dei registi morbosi per eccellenza, Abel Ferrara si fa le ossa. Studia per girare da grande capolavori del calibro de Il cattivo Tenente, Fratelli e King of New York. Un pittore d'avanguardia, interpretato dallo stesso regista, alle prese con uil problema insormontabile di creare e soprattutto gestire i rapporti umani, si diverte a trapanare dei poveri clochard in giro. Le immagini sono crudeli e stranianti e riportano con nostalgia alle avanguardia a cavallo fra i '70 e '80. 

Non vale la pena dannarsi per ricercare una morale nel film, qui siamo dalle parti di una esplosione psichedelica senza precedenti dove la narrazione é il pretesto per dare sfogo alle personali ossessioni del regista. Una pellicola interessante che lancia uno squarcio su alcune zone d'ombra della nostra personalità e che in alcune occasioni pare addebitare ogni gesto violento alla follia che spesso investe l'intera città e l'umanità stessa.

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