mercoledì 17 giugno 2009

Blame, il comics espressionista arriva dall’Oriente.


Può un lettore di comics fottersene della trama e rimanere ipnotizzato solo dalll’ambientazione e dall’architettura dei luoghi , - non luoghi ove si svolge l’azione. Abissi metallici teconorganici dove il cyberpunk di fine millennio si deputa altare prediletto per la congiunzione orgaasmatica di acciaio e materiali senzienti? Blame è un fumetto unico, straordinario come il suo deus ex machina, Nihei, che si lascia ammirare solo per l’habitat. Sembra quasi di essere tornati all’espressionismo di Metropolis. Ma Fritz Lang e il suo capolavoro distano 80 anni. Killy il giovane protagonista è qui un semplice deuteragonista del paesaggio alla ricerca perenne di individui in possesso dei geni della rete terminale, ma dovrà vedersela con esseri tecnorganici anch’essi desiderosi di accedere alla rete.

Una metafora velata del grande web, dove noi siamo ragni minuscoli, all’interno di una grande ragnatela … ignari che le maglie nascondono molte insidie.

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