martedì 8 giugno 2010
La tempesta, il congedo del Bardo
La tempesta fu l'ultimo dramma scritto da Shakespeare, rielaborato in occasione delle nozze di Elisabetta, figlia di Giacomo I, con l'elettore palatino, nozze che sembrarono sancire l'alleanza, poi rivelatasi di breve durata, fra due delle maggiori potenze protestanti emerse dalla guerra di religione, che, come ogni evidenza, stava cercando di imitare una forma per lui nuova, completamente diversa da Giulietta e Romeo o Macbeth o Amleto che sono invece confrontational dramas, essendo questo secondo Masolino D'Amico " un dramma di conclusione o addirittura di celebrazione". Questo genere si è riprodotto nel teatro contemporaneo nella forma del dramma psicologico. Tale testo teatrale è diventato molto rilevante negli anni '70 ed '80, essendo molto legato alle problematiche di fine secolo, trattando rinascita e rinnovamento, fondandosi sul desiderio di perdono in situazioni di vendette senza fine, e evidenziando il tema della conoscenza, del suo accumulo e della possibilità insita di potersene infischiare sbarazzandosene, è come dice Renè Girard " ... una ragnatela al centro della quale Prospero - Shakespeare osserva il processo della propria creazione".
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