martedì 12 luglio 2011

IL CULTURAME CHE PROTEGGE LO SQUALLIDO MACELLAIO BATTISTI






Una delle storie più nere e squallide degli ultimi anni che intreccia terrorismo, bassa politica, radical chic e pseudo cultura antagonista.




È quella denunciata da Giuseppe Cruciani ne " Gli amici del terrorista” un avvincente saggio che narra le vicende dell’assassino Cesare Battisti , pluriomicida che di colpo, grazie al soccorso rosso-radical chic si trasforma in uno scrittore di noir di successo e diventa nella arrogante gauchista parigi di fine millennio un intellettuale di tutto rispetto. Sostenuto da una claque di filosofi (Henri-Levy ), politici (Lula e la moglie di Sarkozy, l’ex modella Carla Bruni) e scrittori ( Vargas, il compagno esegeta biblico De Luca…) ha potuto in maniera del tutto indisturbata vivere ed essere riverito come un maitre a penser ed addirittura passare come vittima degli anni di piombo.




Cercare di comprendere le ragioni di chi ne sostiene l’impunità va ogni oltre umana comprensione, ed alla luce delle ultime vicende con il Brasile che ha negato l’estradizione rende forse plausibile affidarsi come ultima ratio alla giustizia divina, o meglio a qualche improbabile ( sarebbe) giustizia terrena. In Italia c’è ancora un gruppo dir educi intellettuali del terrorismo convinti di poter posizionare sullo stesso piano uno squallido assassino e lo Stato, soprattutto quando Battisti deve la sua grande vena narrativa alle sensazioni vissute in prima persona e di cui non si è mai pentito: ovvero l’assassinio a sangue freddo di vittime non politiche, ma di un criminale comune, che di romantico non ha proprio nulla.




Ma il lato più triste e squallido è l’appoggio di una parte dell’intellighentia nostrana. Sempre dalla stessa parte, e sempre convinta che la violenza diventa necessaria e giustificabile nel processo di cambiamento dello stato. Ma il plotone d’esecuzione per il culturame, quando arriverà?

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