martedì 12 luglio 2011

Incontro di sensi, Venezia ed il tango








Mi sembrava impossibile che Venezia, una delle città storiche della scena tanguera italiana a distanza di tanti anni non riuscisse ad avere un grande evento degno di questo nome. Finalmente si è sfatato questo terribile luogo comune.





L’edizione 2011 del Tango World in Venice, entra di diritto nel novero delle più rilevanti kermesse tanguere nazionale. Certo, un ruolo importante è stato svolto dalla location, il suggestivo Terminal Crociere di Venezia con una bellissima sala in parquet che si affaccia direttamente con una grande vetrata sul bacino acqueo della Serenissima.- Quasi a ribadire con voluttuosa arroganza l’anima portena del capoluogo veneto ed il suo legame indissolubile con l’acqua, un trait d’union con Buenos Aires. Raro vedere un evento costruito con grande perizia ed organizzato nel minimo dettaglio, fin dalla hall dove venivano accolti i partecipanti con stand di ogni genere e soprattutto le affascinanti fotografie di Alexander Portnoy ed il suo esuberante sguardo alla Bruce Weber. Un occhio che prepotentemente scava nell’anima dei ballerini e del pubblico, esaltandone l’anima e la passione. Pareva quasi che il fermento ed il carattere internazionale della Biennale d’Arte si fosse riversato nel Tango World in Venice con appassionati giunti da ogni parte del globo disposti a condividere questa passione con grande affabilità.





Ogni sera l’alternarsi di esibizioni e musica dal vivo. Tutto di altissimo livello. Le cinque coppie di artisti presenti hanno rappresentato un excursus storico nel tango, non solo a livello didattico, ma anche stilistico. Ormai celebrato padrino dell’evento, Miguel Angel Zotto, accompagnato nel suo lungo percorso artistico da ormai cinque anni dalla sua partner Daiana Guspero, in una serata dedicata a lui solo, ha sciorinato con la coinvolgente Daiana una performance da brivido ballando sulle note dal vivo dell’Orquesta Soledad strappando una irrefrenabile serie di applausi al pubblico ed emozionando con il suo consueto connubio di perizia tecnica, passione e Storia, quella con la S maiuscola. Perché ormai da tempo Miguel ha raccolto il testimone di padre nobile del tango, depositario delle fasi transitorie ed evolutive di questo universo, dalla dimensione più intima da milonga, fino ad affrancarsi verso quella da show e teatro, che ha determinato l’autentica tango renaissance nel mondo negli anni’90. Non è un caso se nella realtà italiana, quella che conosco meglio, molti hanno iniziato ad appassionarsi al mondo del 2x4 dopo aver visto gli spettacoli di Miguel che dieci anni fa rappresentavano anche dei tesori da scambiarsi furtivamente attraverso usurate vhs. Diego Escobar ed Angie, nel solco della tradizione e di un adamantino stile salon sono state una delle novità del cast dei maestri. L’importanza di essere chiari e la ricerca di una eleganza sia nella postura che nel movimento caratterizzano questa coppia che, raccogliendo gli umori del pubblico, hanno regalato brividi alla sala. Quegli stessi brividi che l’istrionico Ricardo Barrios con Laura Melo trasmettono con un tango personale, ricercato e mai banale dove l’irruenza creativa del prima si adagia e scivola nella morbidezza e sensualità di movimento della partner. Con il sabato due universi sul tango contemporaneo si sono schiusi in laguna: la dimensione orfica e teatrale di Joe Corbata e Lucilla Cionci, e la polisemica lettura del tango di Sebastian e Mariana. Non due contrapposti che lottano, ma strati di spirito tanguero che somatizzano con il loro incedere coreografico la bellezza e la diversità del tango. Il suo ontologico riverbero di irriducibilità ad una forma precostituita. Ed allora ecco che la classicità aurea delle performance di Sebastian e Mariana siaaffiancano al pathos di Joe e Lucilla, il tutto in un climax di emozioni.





Stupefacente è stato l’apporto della musica live. Conoscevo bene il sanguigno spettacolo del Sexteto Milonguero e l’impatto del suo frontman. La grande novità è stato ascoltare la straordinaria ORQUESTA SOLEDAD. Dalla Russia , come ha detto Miguel Angel Zotto che ha voluto fortemente esibirsi solo con la loro musica, il futuro del tango. Un futuro radioso se ci saranno interpreti di questo livello. Personalmente non avevo mai ascoltato dal vivo un’esecuzione così cristallina, pulita e mai sopra le righe di un’orchestra. Soprattutto nel tango non mi era capitato di poter affermare la qualità dio un concerto pari ad un CD. Sì, stavo proprio ascoltando un CD, che miracolosamente rinverdiva in milonga i fasti di tutte le grandi orchestre del passato. Una autentica estasi tanguera.





Una grande sfida aspetta dunque gli organizzatori del Tango World in Venice. Continuare a proporre un festival di così alto livello, dove grandi numeri equivalgono a grande qualità. Ma sono la passione e la professionalità di Anna e Davide la migliore garanzia sull’esito futuro di un evento che sono certo non tradirà le aspettative degli appassionati da tutto il mondo che sognano di ballare a Venezia.





Nessun commento: