martedì 14 gennaio 2014

Philip Glass...per liberarsi dalle cerniere della realtá





Una piccola casa editrice che propone grandi testi di critica musicale. Auditorium edizioni ha un catalogo davvero interessante che copre la musica a 360 gradi: si va da Vinicio Capossela a Fabrizio De Andre', passando per il mitico Demetrio Stratos, Jimi Hendrix, Laurie Anderson, Peter Gabriel, Frank Zappa… ma anche aspetti meno esplorati in Italia. Sto parlando di un volume sul jazz norvegese oppure di un testo sulle musiciste seminali per la musica elettronica. Tra le mani invece ho Philip Glass. L'opera tra musica e immagine, di Alessandro Rigolli. E' un libretto agile, che si divora tutto d'un fiato e aiuta a comprendere e sviscerare l'estetica del padre del minimalismo, o almeno il più celebre interprete, con una profonda escursione sull'aspetto più multidisciplinare del suo lavoro che coniuga arti figurative e suono. 

Si procede cronologicamente, dalla formazione musicale dell'artista di Baltimora, violinista a 6 anni , fino all'incontro con le avanguardie beat ( Kerouac, Ginsberg) ed il teatro sperimentale (Beck, Malina), e la fondamentale esperienza parigina. Memorabili ed affascinanti le pagine che ricordano il rapporto cruciale con il teatro di Bob Wilson e la creazione di un capolavoro drammaturgico - musicale quale Einstein on the beach. Utile l'approfondimento per un tema che non conoscevo molto, quale le musiche destinate alla danza. Un volume che consiglio davvero a tutti, con una ricca bibliografia, selezione discografica e filmografia. 

Spesso ho dei momenti in cui voglio liberarmi dalle cerniere della realtà e l'unico che forse riesce ad aiutarmi é Philip Glass. 

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