lunedì 2 marzo 2015

Luigi Felisatti: Credo che dalle selezioni musicali si possa estrapolare e capire l'anima ed il mondo culturale del DJ




Riprendono le interviste ai grandi dj del tango. Questa volta di scena un signore della consolle, che regala perle musicali durante le sue selezioni.

Luigi Felisatti é in primis un grandissimo conoscitore e collezionista di tanghi. Conversare con lui, vuol dire scoprire i segreti delle orchestre storiche, ma anche di quelle "minori", addentrarsi nei segreti di Osvaldo Pugliese come di Carlos Di Sarli.
Ma non siamo nel campo del nozionismo fine a se stesso. Né del piglio di chi tratta il pubblico come un gregge da essere istruito o da trattare con superiorità. Quanti frequentatori di milonghe e quanti neo dj devono essere grati a Luigi Felisatti, soprattutto alla sua generosità, ed alla sua intelligenza che non teme di rivelare i titoli e la paternità di tanghi affascinanti e magari poco frequentati, sapientemente suonati , in maniera parca, come perle che si devono dosare, e non affastellare come un campionario vuoto ed illogico di chicche da sciorinare per dimostrare agli altri il possesso di una collezione unica, piena di introvabili. Ma ha senso parlare di pezzi introvabili nell'era del web, del file sharing, di emule? Piuttosto si potrebbe parlare di cd introvabili, o meglio di vinili che Luigi detiene, custoditi come un grande vino d'annata, evocando in chi come me ha profonda invidia nel non annoverare nella propria discografia alcuni originali cd della serie Disco Latina.

Chiacchieriamo con Luigi, alla scoperta dei suoi segreti


I tuoi inizi. Presumo come tutti che il tuo primo approccio sia stato con la pista. Cosa ti ha spinto a fare il salto in consolle? Una scelta ponderata o é stato frutto della casualità? Nell'agosto 2003, dopo numerosi inviti,  ho accolto la proposta del compianto Maurizio Ennati,  che mi ha voluto in consolle all'Amusement Park di Padova. 

Ai tuoi esordi quali erano i gusti dei tangheri? Ci sono differenze significative con la scena attuale?
Le differenze rispetto alla scena attuale sono tantissime, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di variazioni nelle scelte musicali con le orchestre. Nel passato, e qui ti parlo anche da frequentatore di milonghe, prima della mia attività da DJ, si proponevano meno orchestre, e tutto era rapportato in base alla qualità e grado di conoscenza del  pubblico. La scena del tango nazionale parte in modo significativo intorno al biennio 1995/1996. Era piuttosto avara nelle opportunità: dominavano  orchestre codificate quali  D’Arienzo,  Tanturi, D’Agostino con  Vargas, Pugliese, e ad altri brani che sono rimasti preclusi poi per gli anni a venire, da alcuni temi Piazzolla passando per le interpretazioni di Goyeneche, che all'epoca andava per la maggiore con brani quali Vuelvo al Sur. 

Ricordi la tua prima serata in consolle?
Ho un ricordo particolare e molto nitido. Proposi tra gli autori all'epoca poco frequentati, una tanda di Donato Racciatti, D’Arienzista  uruguagio, con Felicia, che ero certo avrebbe riscosso il gradimento di Maurizio Ennati.  Il pubblico rispose apprezzando e non conoscendo questa orchestra più di un ballerino mi raggiunse dalla pista per  chiedermi informazioni .

Dalla difficoltà della ricerca dei brani su cd spesso masterizzati, all'esplosione del web , e la conseguente relativa facilitá nel reperire la musica. Secondo te questo cambiamento epocale ha cambiato il modo di lavorare del DJ?
Assolutamente.  Ormai la musica è liquida, si passa da un contenitore all’altro con grande facilità. Ritengo che senza il web solo una decina di persone potrebbero fare ricerca musicale. Va benissimo tutto ciò che viene scelto purché abbia alle spalle una valida conoscenza e studio, e non si riduca ad un semplice prelievo decontestualizzato da quello che é il mondo del tango. Brani catturati dalla rete per officiare un momento che è quello di musicalizzare senza apprezzarne il valore. Nel passato  vi erano grandi difficoltà, dovute alla reperibilita' e al costo dei cd, nel costruirsi una discografia. A cavallo del secolo scorso  il peso era paritario al dollaro, coincidendo  con il momento del boom del tango in Italia. Quindi l'impegno nel comprare i supporti musicali , era notevole anche dal punto di vista   economico. 

Quando costruisci mentalmente la tua serata? Molto tempo prima, durante il viaggio per arrivare in milonga, oppure improvvisi attimo per attimo?
Cerco di costruire una base su cui poter diversificare all’ istante, se la milonga dove musicalizzo é per me inedita,  altrimenti in milonghe già frequentate, l'improvvisazione é totale. Essenzialmente non ho tande precostituite. La serata si crea momento per momento. Certo cambia molto anche dal tipo di serata, se una semplice milonga, un festival, o un evento speciale.


Ti é mai capitato di annoiarti durante una serata, di aver compreso tardivamente che forse quella milonga non riusciva a darti le giuste motivazioni e non vedevi l'ora di finire?
Puo capitare che in alcune serate non ci sia una grande risposta del pubblico per quanto tu lo possa incitare. Ma per impedire una stanchezza psicologica , bisogna proporre musica che piace a te, perché solo se sei coinvolto in prima persona, riesci a selezionare brani che "entrano nella pancia della gente".

 Accetti sempre tutto quello che ti propongono o cerchi di fare una selezione preferendo location affascinanti e serate con amici?
Come definiresti il tuo stile? Si é evoluto nel tempo ? Ed in quale direzione? Cosa può influenzarti in una serata, il pubblico, i ballerini, l'acustica della location, la durata della tua performance…
Non sono mai selettivo perché cerco sempre di accontentare tutte le persone che chiamandomi, hanno piacere di ascoltarmi.  Difficilmente mi nego,  compatibilmente con i miei impegni lavorativi. Il mio stile personale credo subisca ahimè dei condizionamenti dovuti ai diversi cambiamenti del ballo. Mi spiego, quelle che erano le tendenze di sei/sette anni fa in cui un grande ballerino che si esibiva o un disc jockey non poteva non ballare Piazzolla, attualmente nella scena musicale e del ballo, si sono ribaltate. Si vede cambiamento di segno opposto,  una ricerca di  un archetipo musicale sulla fine anni ’20 e ’30 , che finisce per condizionare uno stereotipo di ballo. In tal senso anche se tutta questa musica non appartiene al mio bagaglio culturale per quanto la apprezzi, la propongo, perché il dj é al  servizio del pubblico. Non so se questa evoluzione dei gusti, sia una semplice moda o celi un archetipo di tango differente. 

Spesso capita in alcuni eventi di condividere la serata con un/a collega. Preferisci lavorare generalmente da solo, o se in coppia con chi hai feeling? Oppure, ami il brivido di sperimentare con un collega mai ascoltato fino ad allora?
Lavoro benissimo da solo, ma non ho alcuna preclusione, anzi il suonare con altri colleghi è divertente per stimolare la fantasia.

Se qualcuno ti chiede il nome di una traccia gliela dici, magari consigliando il cd dove é inclusa, oppure lo inviti ad avventurarsi in una faticosa ricerca?
Al giorno d'oggi  è sempre più difficile difendersi da Shazam.  Partendo dal concetto che la musica è liquida, negarsi è quasi impossibile e controproducente per la tua immagine, perché tutto si può reperire.  Non ha più senso il concetto delle chicche introvabili.

Il pubblico ti molesta in consolle con richieste assurde. Cerchi di accontentarlo oppure fai capire chiaramente che non sei un jukebox?
Nei limiti del possibile ho  rispetto del  pubblico, e anzi lo comprendo  quando fa delle richieste non avventate,  ricercate. D'altro canto mi risento quando mi vengono domandate orchestre che ho appena proposto, magari una tanca prima. Vuol dire che  il pubblico non ha conoscenza, e questo é grave.  La richiesta sensata e colta invece va bene, e se il brano domandato non é in mio possesso faccio mea culpa

Ti piace ballare ed ascoltare i tuoi colleghi, gustare le selezioni altrui e stili differenti dalle tue esecuzioni?
Da morire.  Sia ballare che ascoltare, mi intriga molto. Credo che dalle selezioni musicali si possa estrapolare e capire l'anima ed il mondo culturale del DJ. 

Ritieni che il modo di musicalizzare sia differente per macroaree geografiche ? Argentina, Nord Europa, Est Europa, Mediterraneo… o tutto il mondo é paese?
In Argentina si è molto più conservatori, intendo dire le orchestre sono sempre quelle idonee al ballo. Non possono e non devono mancare determinate orchestre. Fondamentalmente di un periodo 1935 - 1956 a farla lunga. In Italia invece sempre più si sta omologando la proposta musicale motivo per cui spesso diventa più facile capire colui che fa vera ricerca musicale volta a dare una propria  impronta alle sue selezioni. Nella massificazione si vede chi realmente fa ricerca , più o meno come succedeva negli anni 2000, quando si riconosceva chi era indipendente rispetto alle tande  precostituite acquistate nei pacchi di compilation a Buenos Aires.  Nell’ Est Europa c'e'  più libertà di proposizione e lo  ritengo anche per la cultura musicale di questi popoli la cui assimilazione del tango é  molto più facile. 
Una grande vocazione musicale, come il tango modificato nel proprio background culturale, vedasi la Turchia.


Ti piacerebbe avere un locale solo per te, arredarlo con l'impianto adeguato ai tuoi desideri, cercare di creare un'onda che ti soddisfi oltre a suonare quando ne hai voglia e creare un calendario di eventi a misura dei tuoi gusti?
A me piacerebbe moltissimo avere un locale dove si suona e si balla tango in maniera multifunzionale, palco per orchestre, e impianto di amplificazione che faccia sentire i brani “nella pancia”. Questa la sento come una richiesta prioritaria come l'obbligo di una buona diffusione musicale anche per gli ambienti adattati.  Alcune milonghe sono carenti da questo punto di vista. Spesso si adattano locali storici, molto alti con grandi vetrate e con una amplificazione insufficiente, questo va a scadimento dell'immagine della milonga  e a discapito dei ballerini. Un elemento sottovalutato dagli organizzatori .Ricordo con grandepiacere una serata con i grandissimi Solo Tango a Vignola organizzata dagli amici del Circolo Gardel che mi hanno assecondato nella richiesta di una amplificazione idonea. Ho goduto nell’ascoltare Gobbi come se fossi ad un concerto dei Pjnk Floyd.

Le classiche domande a bruciapelo, vietato non rispondere:

Tre orchestre che non possono mancare in una serata.
Facciamo quattro D’Arienzo, Troilo, Calò, Canaro

Le tue tre orchestre preferite, che possono essere anche diverse dalle precedenti.
Pugliese, Troilo, Gobbi

Suggerisci una tanda di tango strumentale, una tanda di tango con cantante, una di vals ed una di milonga
Strumentale:
Canaro,
La melodia de nuestro adios
Ciertos amores
Buen amigo
Todo Corazon

Cantante: 
Marino,
Mi tango triste
La luz de un fosforo
Cotorrita de la suerte
Sin palabras

Vals:
Di Sarli, 
Tu pálida voz
Un momento
Acuérdate de mi

Milongas:
Ella as así
Milonga brava
Milonga vieja milonga


Quali sono le tre orchestre o cantanti che non sopporti?
Diciamo indifferenti, che potrei proporre solo su richiesta.
D’Agostino/Vargas, Varela, Juan Sanchez Gorio

Quale é l'orchestra più sottovalutata dal grande pubblico e quale la più sopravvalutata?
Gobbi. Canaro

Le tue tre serate top ( a giudizio tuo ovviamente…)
Solo Tango a Vignola ( Circolo gardel), Roma (Casa del jazz), Portici (Bologna)


Siamo meno seri: i dj rimorchiano ? Quante storie hai avuto con i tuoi colleghi?
Credo che i DJ godano di un buon sex appeal. Nessuna storia con colleghe.

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