Le intuizioni geniali del passato ritornano accresciute e approfondite anche a distanza di anni. In questo brillante saggio il filosofo Gianni Vattimo ghermisce la teorizzazione di Benjamin sull'immagine filmica, anzi esperienza, per farne un inedito accostamento con il pensiero di Heidegger. Vattimo in una prospettiva che va ben al dilla delle frequenti banalizzazioni più o meno sociologizzanti dell'esperienza estetica, ha fatto risaltare le analogie che si possono stabilire tra l'esperienza dello shock di cui parla Benjamin e che va intesa come avventura del pericolo di perdere la vita e il tentativo dell'urto heideggeriano, cioè dell'oscillazione, dello smarrimento, dell'angoscia determinata dall'incontro con l'opera d'arte. Vattimo prende spunto da alcune considerazioni di Benjamin sullo shock come elemento costitutivo dell'esperienza filmica e sui vari correlati della percezione collettiva e distratta per documentare che l'esperienza dei media va integralmente ripensata in senso né positivo ne' negativo ma in senso costitutivo. E' a partire dal pericolo benjaminiano di perdere la vita che si é andata affermando una arte come dice il filosofo torinese "non più centrata sull'opera, ma sull'esperienza pensata peró in termini di variazioni minime e continue"
giovedì 5 maggio 2016
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