Certamente vi é una forte tangenza fra Albers e Wittgenstein. L'uno come artista che sperimenta, l'altro come filosofo che si interroga e teorizza, entrambi, ognuno per conto proprio, viaggiano al fianco di uno stesso enigma: l'analisi dell'esperienza e ancora più profondamente tra codici simbolici ed esperienza psichica. Wittgenstein rifiuta le sintesi teoriche e i grandi sistemi, Albers ricusa un catalogo generale del colore , una tabella del pittore perfetto e delle armonie possibili. La grammatica del colore diventa per ambedue il banco di prova per uno scardinamento continuo delle regole a favore di un procedimento empirico, vissuto momento per momento. "Quando tu realmente capisci che ogni colore "sostiene Albers, "e' mutato col cambiare delle circostanze, allora hai imparato anche rispetto alla vita quello che sai del colore". Ma aggiunge Wittgenstein " lo sai perche'giá ne possedevi un concetto, una sintassi".
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