giovedì 13 maggio 2010

Kenneth Anger...l'undergroud da Babilonia ad Hollywood


Kenneth Anger fu assieme Ad Andy Warhol il più celebre tra i registi undergrounde dei sixties. Nipote di una costumista di cinema, è presto affascinato da Hollywood di cui celebra le nefandezze nel suo libro Hollywood Babilonia. Il suo primo film importante e pubblico è Fireworks, che interpretato dal regista stesso è una storia semiotica, senza dubbio la prim a trascrizione diretta, nel cinema, dei fantasmi omosessuali sadomasochisti. Jean Cocteau dirà del film che “tocca l’animo nel vivo, il che è cosa rara”. Questo incoraggiamento e la censura che subisce negli USA, lo inducono a stabilirsi a Parigi, dove gira Rabbit’s moon. Tra le sue altre pellicole notevoli Inauguration of the Pleasure Dome, rituale erotico-mitologico al modo di quelli che agli inizi del secolo Alesister Crowley organizzava nella sua abbazia siciliana, e saluta l’inizio dell’era dell’Acquario con Scorpio Rising, lungometraggio girato tra finzione e documentario a Brooklyn in un ambiente di motociclisti. Sulle note delle più popolari canzoni dei’60 segue la lenta e rituale vestizione di un motociclista, tutto in nero, gli stivali adorni di borchie, con catene in vita. La motocicletta è oggetto di adorazione. Scorpione è anche il motociclista, al centro di una sorta di cerimonia sacrale in una chiesa, assieme agli altri componenti di una banda metropolitana. Tutti si scatenano in un’orgia dagli aspetti farseschi, che ha il suo apice nell’unzione con senape del sedere del protagonista. Il motociclista perde il controllo della sua moto e si schianta fuori strada, arriva un’ambulanza, ma non c’è più niente da fare. Scorpio rising riflette, ironizzando sulla cultura di massa, con procedimenti simili a quelli della Pop Art. un clamoroso esempio di innovazione linguistica, che si avvale di un montaggio scandito secondo il beat del jazz sincopato, di una travolgente colonna sonora intessuta di scatenati rock and roll e di una tecnica di ripresa che alterna la fissità pop delle immagini alla loro moltiplicazione e frazionamento temporale spinto fino alla subliminalità. Il risultato complessivo è costituito dall’immediatezza visuale con cui Anger oggettiva attraverso un’emergente tecnica pop l’universo sociale nella sua negatività, un cosmo dominato dai mass media e dalla tecnologia, dagli oggetti splendenti rovesciati in feticci e dai prodotti dell’industri culturale che provocano regressioni selvagge della coscienza.

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