domenica 11 aprile 2010

TORINO TANGO FESTIVAL, DIECI ANNI DI SUCCESSI





Ricordati di santificare le feste. Non vorrei essere tacciato di blasfemia, ma applicando questo precetto all’evento Pasquale non posso esimermi dal parlare di uno dei più grandi eventi tangueri mondiali: il Torino Tango Festival. Giunto alla sua decima edizione, mi ricordo ancora la prima a Moncalieri, è attualmente ospitato al Lingotto. Un centro che rappresenta la storia industriale italiana, legato com’è alla Fiat, sia dal punto di vista produttivo che artistico, ospita all’interno la Pinacoteca Agnelli. Discutere di tango a Torino vuol dire inevitabilmente parlare di Marcela Guevara e Stefano Giudice. Anche se il ricordo va in maniera doverosa a Pedro Monteleone, personaggio di grande caratura nella storia e cultura tanguera. Anche quest’anno il Festival si è dispiegato in tutta la sua armonica ed impressionante bellezza. Un caleidoscopio di oltre milleduecento partecipanti a serata nel week-end, maestri di livello assoluto, che non esito a definire il top della scena attuale, ed un’onda incredibile che ha portato le serate dalla notte a sfociare nell’alba per interrompersi al mattino quando il crepuscolo ci aveva già abbandonati. Ho vissuto solo tre giorni di questo evento, ma sono bastati a rinforzare ancor più un mio assunto: un grande festival necessariamente deve avere grandi maestri. Non può essere autoreferenziale e nutrirsi soltanto dell’energia generata dal suo pubblico quantunque questo possa avere un grande slancio vitale. Sono rimasto folgorato dalla performance di Sebastian Arce y Mariana Montes. Hanno riempito con la loro densità di ballo, la loro maturità artistica l’intero luogo che chiamare milonga potrebbe suonare riduttivo. Due temi differenti , una milonga di Varela ed un classico da show, Tanguera, per dimostrare come la coreografia può non essere un arido esercizio stilistico, ma la summa di un lavoro complesso che da percorso interiore diviene la cifra esterna su cui misurare il proprio valore. Una sfida che è verso se stessi, ma soprattutto nei confronti di un pubblico, quello italiano ed internazionale, che abbuffato e saturo da molti eventi ed esibizioni è diventato sempre più esigente. Mission accomplished, potremmo dire con una locuzione di tipo militare. La sicurezza quasi sfrontata di Sebastian affiancata da una teatralità e gestualità mai sopra le righe, si sposa con la classe ed il genio femminile di Mariana, che secondo il mio modesto parere attualmente è la più grande ballerina vivente. Vedere l’esibizione su Youtube non riesce a far rivivere quel viaggio assoluto e vorticoso nella bellezza del movimento, nella velocità di un passo che si incastra come una nota musicale in una sinfonia perfetta. Non c’è sbavatura o azzardo. E’ la sicurezza che deriva dalla conoscenza del tango, sia come ballo che come cultura e musica. E Sebastian e Mariana, oltretutto eccellenti insegnanti, ne potrebbero parlare. Ma Torino è stato anche l’omaggio di Miguel Zotto e della sua giovane compagna Daiana alla tradizione tanguera, di Javier e Andrea alla tradizione del Salon, di Erna e Santiago all’interpretazione personale che rende questo ballo unico. Non posso esprimermi sulle altre tre coppie perché purtroppo venerdì non c’ero. Ho scoperto anche il nuovo, ma già mitico, Club Almagro. Il locale di Stefano e Marcela che rapidamente è assurto a milonga di riferimento nel panorama tanguero nazionale, trasudando già le stimmate del 2 x 4. Un sincero ringraziamento a Marcela e Stefano per proporre ogni anno un evento che riconcilia con la grandezza del tango e con la sua magia. Per creare un’atmosfera di cordiale convivialità e leggerezza che mette tutti di buonumore crea un’onda incredibile. Non ho mai sentito Picherna così in forma. Countdown già partito per l’edizione 2011.


Nessun commento: