sabato 3 settembre 2011

Sergio Chiaverini, l'impeccabile lettura sonora del piso


Molti ritengono che per musicalizzare sia un grande vantaggio ballar bene. Si intuiscono perfettamente i gusti dei ballerini e si anticipano i gusti e le esigenze della pista.


Se questa tesi é valida allora Sergio Chiaverini parte con un grande vantaggio, difficilmente colmabile da molti altri. Lo ritengo uno dei migliori tangheri presenti in Italia. Basta solo vedere come esegue il giro, un fondamentale che neofiti tangheri venuti su negli ultimi anni a pane e volcada, merenda e colgada ignorano beatamente (impunemente?), per capire che conosce il tango come pochi. Forse proprio per questo se ne infischia da pseudo mode e ridicole tendenze, e vive l'universo tango da appassionato in modo straordinario al pari della sua partner Francesca.


Ma il talento di Sergio si esprime oltre che in pista al meglio anche in consolle, con una direzione orchestra eccelsa.Un ritmo serrato e mai monocorde che lega in un pentagramma affascinante ritmica e melodia, lirica e pathos, coprendo in un ventaglio più ampio possibile le possibilità dello scibile tanghero. Ogni orchestra, al pari di un tassello imprescindibile in una costruzione armonica, trova spazio nella sua selezione, da D'Arienzo a Pugliese passando per Caló e Donato. Nessuna é trascurata.


Autentiche gemme sono le sue tande di milonga . Ma qui Sergio gioca sul velluto perché la sua passione per questa "specialità" é evidente, e la trasmette a tutta la sala. Spesso mi chiedo come faccia a resistere in consolle… dovrebbero forse creargli una minimilonga personale a ridosso della sua postazione dove consumare la traccia ballando. ma forse il suo pudore tanghero e rispetto del pubblico glielo impedirebbero, consapevole del ruolo del musicalizador, ovvero il demiurgo che genera l'energia del compas.


Ed in questo Sergio é un vero guru.

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