Psichedelia. Una parola forse in disuso nella contemporaneità, ma che negli anni ’60 ed i primi seventies serviva a racchiudere quella voglia di libertà e di ricerca di mondi differenti che la realtà spesso soffocava. In questo filone, si inserisce uno dei dischi più leggendari di tutta la storia del rock: The parable of arable land dei Red Crayola di Mayo Thompson. Suoni dilatati fino a tangere un parossismo della distensione psichedelica, echi di melodie orientali, tribalismo contaminato da una ricerca elettronica ante litteram. L’album è strutturato come una lunga suite, forma prediletta dai gruppi lisergici dell’epoca ( Grateful Dead…), con brani di grande bellezza inchiodati dall’improvvisazione free che in quegli anni era un atteggiamento di rottura verso l’autorità precostituita, anche in ambito musicale. Il free jazz era il milieu da cui veniva il leader della band che fin dalla prima traccia viene ritmicamente frullato in vibrazioni psichedeliche e metalliche. Un caos primordiale mutaforma che si attorciglia all’ascoltatore. Questo il biglietto per il viaggio verso le porte della percezione, ma dobbiamo piegarci ai flussi sonori…
domenica 11 aprile 2010
RED CRAYOLA , IL PAROSSISMO DELLA PSICHEDELIA
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