Non c’è forse nessuna analisi più lucida e puntuale della condizione regale nel Medioevo di quella descritta con un impareggiabile leggerezza di scrittura da Marc Bloch ne “I Re taumaturghi”. Un bellissimo saggio che parte dalla guarigione dei malati di scrofole da parte dei re di Francia attraverso la sola imposizione delle mani. Un potere divino su cui a lungo hanno costruito la propria fortuna i monarchi. La sacralità che diventa il controllo assoluto sulle plebi in un mondo, quello medioevale, dove la discesa del potere soprannaturale e religioso, sancisce il privilegio assoluto. Ovvero il trono temporale. Grazie a questa “pratica” spiega Bloch, si crea la discriminante di questi uomini superiori. Il re come “unto del signore”. Forse ai giorni nostri continua questa parabola?
domenica 2 gennaio 2011
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