lunedì 11 marzo 2013

Festival Internazionale di Tango Argentino di Padova. Alberto Muraro: Il motore del festival si accende con la passione per il tango, che si traduce nel proporre sempre novità, da affiancare ad iniziative consolidate.






Un bel salto nel tempo. Tredici anni sono una eternità se misurati con il metro del tango. Oggi conversiamo con Alberto Muraro , organizzatore con Marta Lorenzi,  di grandi eventi tangheri, pioniere con il suo Festival Internazionale di Tango Argentino di Padova delle kermesse nel Belpaese. Una chiacchierata che sa tanto di madeleine prussiana e che serve a rinfrescare la memoria sugli albori del fenomeno tango in Italia. Tra l'altro forse proprio ad Alberto si deve la paternità a livello cronologico della prima maratona su suolo tricolore. Un grande appassionato di tango argentino, un universo approfondito con studio e viaggi a Buenos Aires e sopra tutto un grande cultore e conoscitore della musica, amante dei concerti dal vivo con proposte interessanti anche a livello didattico. Ricordo un bellissimo seminario sulla storia ed evoluzione del tango a cura del leggendario Roberto Alvarez e dei Color Tango. Ad Alberto attribuisco una grande perspicacia ed una capacita' di ironizzare e smitizzare sul fenomeno tango unica. Un viaggio affascinante nella storia del tango in Italia che non poteva non fare tappa a Padova. Una scelta obbligata. Buona lettura.
Il grande pubblico ti riconosce soprattutto come l'organizzatore del Festival Internazionale di Tango Argentino di Padova. Quale il segreto del successo di questo evento?
Piu' che il grande pubblico, mi conosce chi è nel tango da molto tempo.Il festival di Padova (PD Tango) nasce nel 2000 ,una delle 3-4 manifestazioni del settore in Italia all'epoca. Ha mantenuto delle caratteristiche originali e nel contempo "di nicchia", che ne fanno un festival prettamente divulgativo , in particolare a livello locale, e atipico, con iniziative che escono dal clichè SMS(Stages-Milongas -Shows) Il successo non è pertanto dettato dalla capacità di attrazione di appassionati ma dalla diffusione della cultura del tango a 360°(dalle mostre alle conferenze,dai concerti alle degustazioni, alle milonghe in piazza). Voglio pensare che se a Padova il tango è di casa,con concerti ,spettacoli,iniziative, oltre una dozzina di scuole stabili(e infiniti corsi...) e si balla pressocchè tutte le sere, il merito sia anche del festival(me la tiro un po' n°1), oltre  che delle tante associazioni attive sul territorio,che tra l'altro hanno ottimi insegnanti.
Nonostante tutte queste edizioni la tua passione rimane intatta?
E' sempre piu' difficile e gravosa l'organizzazione(sarà l'età...).La preparazione dell'edizione seguente parte appena finisce il festival,se non prima. Con Marta,l'altra metà di "PD tango", cerchiamo ogni anno di tarare l'impegno sulle nostre forze e capacità, pero' il motore del festival si accende con la passione per il tango, che si traduce nel proporre sempre novità, da affiancare ad iniziative consolidate. E' cosi' che siamo riusciti ad arrivare all'edizione n.14! (me la tiro un po' n°2) 
Il " mestiere dell'organizzatore" spesso risulta uno dei meno gloriosi nel mondo del tango? Come ci si costruisce un potente parafulmine per respingere critiche del pubblico, capricci degli artisti, problematiche di carattere logistico-pratico?                                                                                     
Credo che l'organizzatore sia visto troppo spesso come un businessman senza scrupoli, quando piu' frequentemente è un appassionato che spesso desidera avere un ruolo  magari di prestigio, o piu' semplicemente proporre le proprie idee, nel mondo del tango, mondo che si è evoluto principalmente nell'area dell'associazionismo e volontariato.E' un aspetto complessivamente positivo,ma  indubbiamente ha anche dei limiti legati alle professionalità necessarie all'organizzazione di grandi eventi.Sembra retorico ma il parafulmine a critiche e problemi sta nel credere nella propria proposta, punto ed basta. La nostra manifestazione non necessita di grandi nomi ma di professionisti che siano in sintonia con lo spirito della proposta, che accettino di "mescolarsi  al pubblico".I "capricci" sono banditi in partenza!Diverse sono le problematiche logistico pratiche che nel nostro caso riguardano anche i rapporti, buoni ma sempre farraginosi, con le istituzioni.     Siamo oramai una delle manifestazioni tradizionali dell"Estate Carrarese" a Padova ed il limite-problema si riassume in un...complimento (me la tiro un po' n°3), ricevuto dall'assessore alla Cultura del Comune di Padova:"Loro(noi,PD Tango) fanno una cosa bellissima , con pochissimi soldi!" ecco appunto...il budget!
Quali sono secondo te gli elementi che rendono grande un evento? Artisti di fama internazionale, splendide location, pubblico internazionale, livello alto di Tangueros...?
Come ben sai la nostra proposta è atipica, per durata(da 8 a 10 giorni) e finalità',per cui il mio giudizio è legato a questa specificità .La nostra mission, come si dice ora,è dalla prima edizione:"far conoscere il tango ai padovani e Padova ai tangueros" per cui i luoghi del festival sono importanti.Direi  pero' che l'elemento principale che rende grande, o meglio , interessante un evento, sono le idee o le novità. L'idea di fondo "rivoluzionaria" per le nostre finalità, è far  vedere e far apprezzare al grande pubblico il tango ballato da gente normale come me e te(vabbè tu sei una star della consolle). Chi vede gli artisti sul palco pensa:"che bravi!".Chi vede il proprio elettricista ballare in piazza dice"quasi quasi provo anch'io!".                                               
Spesso chi frequenta i festival  o segue un maestro, o li considera un ritrovo per ballare ad un certo livello, anche se i partecipanti alle lezioni e e alle serate ,diversamente dalle maratone, sono un po' di tutti i livelli( aggiungo:giustamente!).                                                                                                            Si rischia comunque di entrare nel clichè SMS di prima, perfetto per una convention di appassionati(magari rinchiusi in uno splendido hotel sulla tangenziale), ma non per noi.                
 Nel nostro caso l'obiettivo è allargare la base dando la massima visibilità al nostro "movimento", mettendolo appunto letteralmente in piazza.                                                                  Da sempre si tende a considerare "grande" un festival per i numeri(=presenze in milonga) ed è del tutto plausibile. Per scelta pero',le milonghe di PD Tango , che nella nostra ottica non sono cosi' rilevanti rispetto ad esempio al ballo in piazza o a iniziative di matrice culturale, sono di dimensioni medio piccole(150-300 partecipanti).E' il principio per cui ad una festa di matrimonio, con 100 persone alla fine conosci tutti , con 1000 ti riduci a stare  al tuo tavolo da 8  (io comunque odio le feste di matrimonio).                                                                                     
Prima parlavo di novità:siamo orgogliosi di aver "scoperto" artisti come gli Otros Aires o i fratelli Macana(me la tiro un po' n°4),  come di aver dato visibilità "festivaliera"a libri come "Lezioni di tango raccontate da una principiante" o "Tango in scatola"o aver proposto la mitica" 24 ore"o il format "Degustango".E per l'edizione 2013  abbiamo altre piccole/grandi idee... Devo dire a questo proposito che , grazie a Marta, i media (locali e non)ci seguono sempre con molta attenzione ed è un aspetto molto importante, che accresce la caratura di PD Tango. Questo puo' avvenire piu' facilmente in una città delle dimensioni di Padova, ma solo trattando il tango nella sua accezione  culturale piu' ampia (ed in forma originale), dalla musica, alla letteratura all'arte in genere.Nel 2006 mi sono trovato a Buenos Aires ad un convegno di organizzatori di Festival(me la tiro un po' n°5), . Giustamente l'organizzatore del piu' grande festival europeo di tango argentino all'epoca,che per altro è quasi esclusivamente musicale(Granada),puntualizzava che molte rassegne avrebbero dovuto titolarsi "festival di tango danza" presentando in programma esclusivamente questo aspetto.In Argentina, è un aspetto poco conosciuto credo, gli appassionati di tango che ballano sono una minoranza. Ovviamente da noi il "veicolo di contagio" è il ballo, pero' troppo spesso ci si ferma lì a discutere della nuova star in pista,di tango nuevo o milonguero,codigos, sacadas e volcadas. Per gustarsi il tango appieno forse c'è dell'altro.
Il calendario degli eventi tangueri risulta sempre più fitto. Come si riesce organizzare un evento di grande portata nonostante l'offerta enorme di milonghe, festival, maratone?
Cerchiamo appunto di proporre qualcosa di diverso:ballare al cortile di palazzo Moroni o in Piazza dei Frutti è unico.In passato i festival erano occasioni per una full immersion nel tango.Adesso anche una realtà viva ma piccola come Padova offre innumerevoli opportunità di ballare e studiare tutto l'anno ,tanto piu' che nel raggio di un'ora d'auto le proposte si moltiplicano
Come giudichi il rapporto con gli artisti con cui lavori ( ballerini, dj)? Preferisci che lavorino in esclusiva con te nell'area limitrofa alle tue locations?
A parte il festival, e "Terme Tango",organizziamo milonghe sporadicamente per cui non ci poniamo il problema, ci adeguiamo alle esigenze degli altri organizzatori.Diverso è il discorso per i Maestri del festival:stiamo attenti a non replicare le proposte che ci sono già sul territorio.
Quale è l'evento o l'edizione a cui sei più legato? Quali gli artisti con cui hai un rapporto più stretto?
Direi "La Rosa Rossa" omaggio a Pugliese nel 2005 con le orchestre Imperial e Color Tango, se non altro perchè ho conosciuto e ospitato Lidia(la vedova di Osvaldo) che cucina un ottimo Locro(e dopo insisteva per lavare i piatti, a proposito di artisti che fanno i capricci) Tralasciando le molte amicizie con coppie di maestri (ho adottato come fratello minore Matteo Panero) ,un rapporto speciale è con il Maestro Alvarez e i Color Tango che ci hanno dedicato addirittura un tango "Hotel de las orquestas" (me la tiro un po' n°6), Anche se non ci vediamo spesso, la stima  e l'affetto sono sempre presenti e per me è un onore.
Cosa ti da' più soddisfazione nell'organizzazione di un evento? 
Al di là del piacere che leggi nelle persone che lo frequentano, direi proprio la possibilità di lavorare in sintonia con gli artisti. Sono un insegnante( di tango e non)mi ritengo un "divulgatore", pero' con loro qualche volta gioco a fare l'artista anch'io
Cosa ti fa più arrabbiare?
Chi, alla Cumparsita della milonga di chiusura, che di solito è in piazza e termina alle 23.30-24.00, dopo 8-10 giorni di festival ti chede:"è già finita la serata?"
Con quali artisti avresti voluto lavorare ma non ci sei mai riuscito?                                              
Col  Sexteto Milonguero: sono il rock del tango e mi piacerebbe portarli a suonare in piazza
Quali consigli daresti a chi per la prima volta vorrebbe organizzare un evento di tango?               
E' un mezzo decalogo che a grandi linee mi è stato richiesto da poco da  amici per me importanti, per cui è una bella responsabilità: 1)pensa innanzitutto qual 'è il tuo obiettivo            2) cerca di fare una cosa diversa per distinguerti dalle altre proposte 3) coinvolgi le realtà locali(tanguere e non)  4)informati da chi ha già esperienza e di cui hai fiducia, e magari senti "campane"diverse  5)fai una cosa semplice ma onesta.
E' possibile realizzare eventi in sinergia con altri organizzatori? Ti piace partecipare ad eventi non tuoi? 
Lavorare in sinergia con altri organizzatori, anche non tangueri, è un nostro fiore all'occhiello(me la tiro un po' n°7), .Sembra difficile , ma se c'è unità d'intenti, disponibilità ed empatia, dà risultati eccezionali. Inoltre da sempre, pur essendo un po'"autarchici" dal punto di vista organizzativo, abbiamo cercato di coinvolgere  altre associazioni nel festival ed ora anche nell'esperienza di Tango tribu'. Come fruitore mi piace andare , quando posso, ad altri eventi,con lo spirito della gita fuori porta,magari con excursus gastronomico.Per questo cerchiamo di coinvolgere nelle uscite anche i nostri Cochabambini e Cochabambine               (Gli allievi della ns associazione Cochabamba444)

Ed ora quattro domande " fuori dagli schemi".Quale evento non tuo avresti voluto organizzare?
Il festival di Tarbes,ma mi accontenterei di andarci, prima o poi
Preferisci i festival o le maratone, e perché ?
Delle maratone mi piace l'idea che danno di una passione"inarrestabile", spesso pero' hanno criteri selettivi che non condivido.Per i festival dipende dalla proposta...Tra le due dovrei dire maratona, visto che  l'ho inventata io (nel 2000,me la tiro un po' n°8), e sei stato anche tu protagonista: la 24 ore di Tango al Caffè Pedrocchi .Ecco, baratto il festival di Tarbes di prima con la riedizione della 24 ore al Pedrocchi!(ma senza denunce penali)
Come giudichi complessivamente il livello delle milonghe e dei grandi eventi italiani? Migliore o inferiore rispetto a quello europeo?
Il tango ha bisogno di sedimentazione progressiva, per cui sul territorio nazionale vedo differenze anche notevoli in milonga nel livello di ballo e nella qualità delle proposte. Ma la passione che si respira è la stessa. In Italia si abusa del termine festival e questo nuoce talvolta alla qualità della proposta. Anche se effettivamente il dizionario riporta alla definizione di festival:"Festa popolare con musica, canti e balli" io preferisco:"una manifestazione che comprende una pluralità di spettacoli nell’ambito di un coerente progetto culturale effettuato in un arco di tempo limitato ed in un medesimo luogo".In tutti i casi, a parte innocenti(spero) "improvvisazioni" il livello delle proposte è mediamente discreto(gli insegnanti, di scuola, non di tango, sanno cosa vuol dire).In Europa mi è capitato di frequentare piu' facilmente miloghe che festival, ma ho avuto modo di notare il fenomeno che chiamerei Isolafestival .Cos'è l'Isolafestival ?   E' una rassegna anche di livello, in una città (non sto parlando di luoghi turistici dove ha un senso) dove il tango non è radicato particolarmente, per cui prima e dopo la rassegna, di fatto, il tango sparisce o è per pochi intimi( e trovare una milonga è un'impresa).Per il mio modo di vedere,se una rassegna non lascia uno strascico positivo sul territorio, ha fallito almeno in parte.Per inciso,noto che anche nella culla del tango, Buenos Aires, fioccano i festival (adesso ogni quartiere ne DEVE avere uno!).Sinceramente nell'ottica esposta precedentemente,non ne vedo la necessità, ma credo che pensino  di copiarci un business di fatto inesistente
Secondo te nel tango esistono dei clan? La loro presenza può risultare determinante per il successo o il fallimento di un evento? 
Sono nel tango da oltre 15 anni (me la tiro un po' n°9), e molte cose sono cambiate o si sono evolute:ci sono linee diverse,proposte diverse,stili diversi e sicuramente "aggregazioni"di vario tipo.Dovrebbe essere una ricchezza e non un limite.Da organizzatore e fruitore spero che il successo o meno, sia dettato dalla bontà della proposta: ovviamente non è sempre così.

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