venerdì 1 gennaio 2010

Le lacrime di Eros


GEORGES BATAILLE


Le lacrime di Eros


I francesi con una certa tracotanza ritengono di essere stati dominatori assoluti del pensiero nel XX sec. citando un’infinità di nomi di cui molti a merito sono finiti nella panchina del pensiero dopo breve tempo. Le illusioni rivoluzionarie e le chimere filosofiche post sessantottine hanno tritato in un ventennio personaggi illustri. Non di certo il genio di Georges Bataille, inafferrabile ed a sistemico maitre a penser. Ogni volta che leggo uno dei suoi capolavori, Le lacrime di Eros, rimango basito dalla potenza di un erotismo che è legato alla morte. Al disfacimento putrescente della carne, marcia, che assume le stigmate di una incontrollata pulsione distruttiva. Dovrò prima o poi parlare delle 120 giornate di Sodoma, del Marchese de Sade, uno dei pensatori più religiosi che mi sia capitato di incontrare. Ed ecco che le immagini che Bataille mi disvela scuotono un’eccitazione cerebrale unica rivolgendomi il dubbio se spesso non confondiamo l’erotismo con la mera carnalità. Le pratiche di Gilles de Rais e della nobildonna Bathory, i corpi dei suppliziati, il mito mai morto della Salomè, la tortura cinese dei cento pezzi. Conclude il suo libro Bataille: “ limitato al campo che gli è proprio, l’erotismno non avrebbe potuto accedere a questa verità fondamentale data nell’erotismo religioso, l’identità dell’orrore e del religioso. La religione nel suo complesso si fonda sul sacrificio. Ma solo una digressione interminabile ha permesso di accedere all’istante in cui evidentemente gli opposti sembrano legati, in cui l’orrore religioso, dato, come sapevamo, nel sacrificio, si lega all’abisso dell’erotismo, agli ultimi singulti che solo l’erotismo illumina”.

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