domenica 17 gennaio 2010

Musica ne "La Valle dei Templi" - Perigeo



Quando cinque grandissimi musicisti jazz si uniscono in una session e decidono di suonare insieme della buona musica rock senza preconcetti, viene fuori della grande musica non classificabile o ascrivibile ad alcun genere salvo uno: la grande musica. Sto parlando dei Perigeo, ovvero il contrabbassista Giovanni Tommaso, il sommo pianista Franco D’Andrea, il chitarrista Tony Sidney, il sax di Claudio Fasoli ed il batterista Bruno Biriaco. Traccio anche le coordinate: 1972 – 1976, l’era del grande progressive italiano, ma i Perigeo non possono essere ridotti solo al Canterbury Style. È un turbinio di jazz rock, di virtuosismi incredibili declinati con le sfumature blues, ma di un blues suadente mai scontato. Se Azimut rappresenta un debutto per alcuni versi acerbo, Abbiamo tutti un Blues da Piangere, è a dir poco sconvolgente. Potenti assoli di sax e piano che liberano un’energia senza eguali, ma non serpenti sonori liberi di scorazzare a piacimento, bensì cobra addomesticati dal virtuosismo degli artisti. La Valle dei Templi, grazie al contributo del grande Tony Esposito, irrompe con tutta la sua virulenta febbre funky fino a portare i Perigeo nell’olimpo del rock nostrano del periodo. Dopo questa escalation il gruppo interrompe la sua frenetica attività, grazie anche alle spinte dei suoi membri sempre più votati a carriere da session men. Ritorno in grande stile nel 1981 con i New Perigeo che vede accanto a Tommaso, Danilo Rea, Agostino Marangolo, Maurizio Giammarco, Carlo Pennini per un album di rara reperibilità, Effetto amore.


Con i Perigeo ripenso , e non senza una punta di nostalgia ad una stagione per certi versi magica del nostro panorama musicale…

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