Quanti gruppi rock alternativi hanno con l’opera d’esordio infiammato il pubblico, salvo poi deluderlo con i lavori successivi? Mi viene subito in mente il primo album dei Stone Roses o, e di questo vorrei parlare lo straordinario “Slanted and Enchanted” dei Pavement.
La band di Stephen Malkmus , con un timbro personalissimo shakera un cocktail di rumorismo alla Sonic Youth, inquietitudini dei Pixies, dissonanze alla Jesus and Mary Chain e soprattutto lo spirito dissacrante dei Velvet Underground. Le linee melodiche lo-fi vengono strapazzate e biascicate da Malkmus con una inusitata chiave ironica, e sebbene spesso sembra che l’album venga suonato su un leggero strato di carta vetrata l’ascolto risulta stranamente piacevole. È l’alchimia sorprendente di tracce quali Summer babe o Loretta’ scars. Non può mancare poi la ballad elettrica e struggente di Here, in grado di smuovere i puristi più integerrimi. E sembra da un momento all’altro che esca fuori Lou Reed.
È passato quasi un ventennio, ma le emozioni sono sempre le stesse. Forse l’indolenza di Malkmus ci ha privato di una band che avrebbe potuto segnare definitivamente la scena rock di fine millennio. Ma se si sposa in pieno una scelta di vita lo – fi, allora nessuno è così coerente come Malkmus!!!
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