sabato 6 ottobre 2012

Armando Tatafiore: Il tango è empatia in tutti i suoi aspetti, il musicalizador si nutre dell’apporto emozionale di chi balla e il suo compito è non tradire la pista restituendo energia.


Il viaggio alla scoperta dei tango dj si arricchisce di una nuova puntata. Questa volta a rivelarci i suoi segreti, Armando Tatafiore, pioniere assoluto nella scena italiana. Con lui per primo entrano in milonga  con regolarità tande degli anni'20 ed anni'30. Cultore del tango,  ballerino, detentore assoluto dei segreti della chimica musicale che riempie la pista. Una chiacchierata che si traduce altresì in un film che ripercorre  la storia del tango a Roma, dalla fine dello scorso millennio ai giorni nostri. 

I tuoi inizi. Presumo come tutti che il tuo primo approccio sia stato con la pista. Cosa ti ha spinto a fare il salto in consolle? Una scelta ponderata o é stato frutto della casualità?
Direi che è stato un gioco al quale ho accettato di giocare, e che poi è diventato sempre più una cosa seria. Avvenne nell’autunno del 2000, naturalmente a Roma: allora a Roma non era diffuso l’uso del musicalizador, nella maggior parte delle milonghe il maestro o l’organizzatore di turno metteva musica passando interi cd monotematici, senza tandas e cortinas, così a volte capitava di ballare l’intera colonna sonora di “Lezioni di tango”, oppure Di Sarli o Pugliese per un’ora intera, fino ad esaurimento (del cd o nervoso dei ballerini). Io all’epoca gravitavo intorno a Tangopolis, una delle poche milonghe già attente al problema delle scelte musicali, che fino all’anno precedente aveva avuto in consolle lo storico Alberto Valente, il primo a Roma a usare tandas e cortinas. Per la nuova stagione 2000/2001 l’associazione decise di puntare sui giovani. Eravamo in tre, mettemmo in comune il nostro mini “patrimonio” di cd, ci dividemmo le serate e partimmo a razzo! Naturalmente da subito con tandas, ma ancora raramente con cortinas, i più non ne capivano il senso.

Ai tuoi esordi quali erano i gusti dei tangheri? Ci sono differenze significative con la scena attuale?
Come puoi immaginare i gusti erano ancora confusi. Si iniziava a diffondere la conoscenza delle orchestre della epoca de oro grazie ai cd delle serie “Reliquias” e “Tango Argentino 20 exitos”, ma eravamo quasi tutti lontani dall’avere in mente un quadro generale della storia del tango e della sua evoluzione. Chi non ha vissuto tanghisticamente quell’epoca non credo possa rendersi conto delle difficoltà che incontravamo, dei “misteri” che doveva risolvere chi voleva avere un approccio culturale e non consumistico al tango. Personalmente mi furono di grande aiuto le fotocopie della collana “la Historia del Tango” ed. Corregidor regalatemi da una cara amica tanguera di discendenza argentina, Michela. Oggi grazie a internet le notizie e il materiale si sono moltiplicati e sono a portata di mano, è molto più semplice acquisire una basica cultura e via via affinare i gusti. La differenza con la scena attuale, quindi, è enorme, oggi il pubblico è molto più preparato ed esigente e… trovi sempre qualcuno che ne sa più di te!

Ricordi la tua prima serata in consolle?
Come dimenticare? Giovedì 12 ottobre 2000, Tangopolis, via degli Ausoni 4! Saltellai nervosamente per tutta la serata, non riuscivo a credere che le persone stessero ballando grazie alle mie scelte musicali… ah, il primo tango che passai fu “Felicia” di Carabelli! 

Dalla difficoltà della ricerca dei brani su cd spesso masterizzati, all'esplosione del web , e la conseguente relativa facilitá nel reperire la musica. Secondo te questo cambiamento epocale ha cambiato il modo di lavorare del DJ?
Decisamente sì. E direi che il cambiamento è avvenuto in meglio. A me pare che ancora quattro-cinque anni fa prevalevano serate oneste ma senza scelte sorprendenti, oggi invece capita spessissimo di ascoltare brani e tande particolari, il che è un bene, sempre che la scelta sia fatta per la pista e non solo per stupire. Oltretutto, il confronto tra colleghi permette un arricchimento reciproco che aumenta la qualità.

Quando costruisci mentalmente la tua serata? Molto tempo prima, durante il viaggio per arrivare in milonga, oppure improvvisi attimo per attimo?
Sempre attimo per attimo! Parto con tre-quattro tande “pilota”, molto diverse tra loro, individuo quale può essere la giusta “onda” e poi vado, trascinato dall’emozione della pista. 

Ti é mai capitato di annoiarti durante una serata, di aver compreso tardivamente che forse quella milonga non riusciva a darti le giuste motivazioni e non vedevi l'ora di finire?
Purtroppo sì, anche se di rado. Il tango è empatia in tutti i suoi aspetti, il musicalizador si nutre dell’apporto emozionale di chi balla e il suo compito è non tradire la pista restituendo energia. Ma se manca questo scambio, se non parte il circolo virtuoso, se si ha l’impressione che chi balla non colga il valore di quello che stai proponendo, le sottigliezze, e non si affidi alle tue scelte, possono esserci anche 500 persone a ballare ma subentrano la noia e il desiderio di andare presto a ninna!

Accetti sempre tutto quello che ti propongono o cerchi di fare una selezione preferendo location affascinanti e serate con amici?
Vado molto a istinto, sono belle le serate con gli amici ma è emozionante anche l’incontro con piazze sconosciute, e può dare altrettanta soddisfazione!

Come definiresti il tuo stile? Si é evoluto nel tempo ? Ed in quale direzione?
Guarda, posso dire, senza tema di smentita, di essere stato pioniere, almeno qui a Roma, nel senso che sono stato il primo ad avere usato con regolarità registrazioni degli anni ’20 e ’30, e quindi orchestre come Lomuto, Petrucelli, Juan Maglio, Tipica Victor, Fresedo anni ’20, Donato. La cosa destava curiosità ed apprezzamento, al punto da spingermi ad un uso sempre maggiore di questi “strani” tanghi (così venivano percepiti allora, all’inizio degli anni 2000); questo definì un mio stile, sono stato inconsapevole precursore di tipologie di serate oggi molto diffuse, specie in ambienti “maratoneti”. Nel corso degli anni ho decisamente ampliato la gamma delle mie scelte e spazio in ogni epoca, cercando di utilizzare il più possibile l’immenso patrimonio delle registrazioni di tango ballabile… con il solo limite dell’elettronica che con tutta la buona volontà non riesco ancora a considerare tango!

Cosa può influenzarti in una serata, il pubblico, i ballerini, l'acustica della location, la durata della tua performance…
Naturalmente tutte le variabili che hai citato influenzano il dj, nel senso che devono necessariamente influenzarlo. Personalmente, pur restando fedele ai miei gusti musicali, scelgo in questo ambito ciò che reputo migliore per quei ballerini, in quella location, rispetto a quella acustica. Ed anche la durata è importantissima: nella mia mente c’è sempre una fase introduttiva della serata, un apice (che può durare anche ore), ed una fase conclusiva, in cui il dj deve accompagnare i ballerini fino a “casa” nella maniera migliore, con le scelte e l’atmosfera più coerenti rispetto a quello che è stata la serata. Addirittura a me viene istintivo proporre cortine più morbide all’approssimarsi delle ultime tande. E tutto questo non può prescindere dal conoscere con un minimo di anticipo l’orario approssimativo di chiusura.

Spesso capita in alcuni eventi di condividere la serata con un/a collega. Preferisci lavorare generalmente da solo, o se in coppia con chi hai feeling? Oppure, ami il brivido di sperimentare con un collega mai ascoltato fino ad allora?
Generalmente lavoro solo, ma quando capita mi piace lavorare in coppia con colleghi dai gusti affini ai miei, così come con colleghi che non conosco: in questo caso c’è l’imprevisto che elettrizza, occorre calibrare le proprie scelte su quelle dell’altro, tanda dopo tanda, cercando la scelta ottimale per la pista. E’ una sfida!

Se qualcuno ti chiede il nome di una traccia gliela dici, magari consigliando il cd dove è inclusa, oppure lo inviti ad avventurarsi in una faticosa ricerca?
Assolutamente sì, gliela dico! Il tango è di tutti, noi siamo custodi, non proprietari della musica.

Il pubblico ti molesta in consolle con richieste assurde. Cerchi di accontentarlo oppure fai capire chiaramente che non sei un jukebox?
In ogni caso cerco di essere gentile con chi è gentile, perché spesso chi chiede non si rende conto del carico di responsabilità e di tensione che abbiamo stando lì dietro. Detto questo, se la richiesta è davvero assurda cerco di spiegare perché la ritengo tale, altrimenti mi riservo di valutarla… può essere sempre un suggerimento valido!

Ti piace ballare ed ascoltare i tuoi colleghi, gustare le selezioni altrui e stili differenti dalle tue esecuzioni?
Sì, sì, sì. Mi piace ballare la musica dei colleghi e dedico sempre attenzione alle sue scelte, cercando di comprenderne la logica, naturalmente diversa dalla mia. E spesso mi capita di pensare: bella scelta, bravo! A volte però sono un po’ rompiballe ed ipercritico, specie quando il collega mischia un po’ troppo le epoche nell’ambito della stessa tanda!

Ritieni che il modo di musicalizzare sia differente per macroaree geografiche ? Argentina, Nord Europa, Est Europa, Mediterraneo… o tutto il mondo é paese?
Credo sia naturale che i gusti varino a seconda dei posti in cui si va, e nemmeno è necessario viaggiare tanto per constatarlo. In Italia, come in Europa o in Argentina, le differenze si apprezzano anche tra diverse milonghe della stessa città!

Ti piacerebbe avere un locale solo per te, arredarlo con l'impianto adeguato ai tuoi desideri, cercare di creare un'onda che ti soddisfi oltre a suonare quando ne hai voglia e creare un calendario di eventi a misura dei tuoi gusti?
Mi piacerebbe, sì… ad averne il tempo!

Le classiche domande a bruciapelo, vietato non rispondere:
Tre orchestre che non possono mancare in una serata.

Te ne dico due: D’Arienzo e Di Sarli, le uniche alle quali non potrei mai rinunciare!

Le tue tre orchestre preferite, che possono essere anche diverse dalle precedenti.
Di Sarli, Pugliese, Lomuto, ma se me lo chiedi domani saranno altre !

Suggerisci una tanda di tango strumentale, una tanda di tango con cantante, una di vals ed una di milonga

Strumentale (D’Arienzo 40/41): Quasi Nada, Canaro, La Bicoca, Fuegos Artificiales
Cantato (Di Sarli con Pomar ‘52): Duelo Criollo, No Me Pregunten Por Qué, Domani, Se Muere De Amor;
Vals (Tipica Victor): Amor Cobarde, La Serenata De Ayer, Dulce Cariño
Milonga (Donato con Lagos): De Punta A Punta, Porteña Linda, Sentir del Corazon

Quali sono le tre orchestre o cantanti che non sopporti?
Mario Bustos come cantante e come orchestre Miguel Villasboas, e (salvo qualche eccezione) Francini-Pontier, quest’ultima musicalmente sorprendente ma indigesta da ballare.

Quale é l'orchestra più sottovalutata dal grande pubblico e quale la più sopravvalutata?
La più sottovalutata Domingo Federico, raffinata come poche, la più sopravvalutata direi Hector Varela.

Le tue tre serate top ( a giudizio tuo ovviamente…)
Ricordo molte grandi serate qui a Roma, specie alla Milonga de’ Serpenti o a Cascabelito, il Raduno Milonguero di Impruneta del 2009, l’Apuliatangofestival sempre nel 2009…

Siamo meno seri: i dj rimorchiano ? Quante storie hai avuto con i tuoi colleghi?
Mai nessuna storia con colleghe, ma il Tango-dj è come il front-man di un gruppo rock: rimorchia, eccome se rimorchia!


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