lunedì 1 ottobre 2012

Sandro Puliti: il tango è il tango, quel piccolo microcosmo di vita dove i sentimenti subiscono un’accelerazione











Apro con Sandro Puliti, una serie di interviste dedicate ai dj più rappresentativi nel panorama tanguero internazionale. Sandro, ospite fisso delle consolle di tutta Europa,  fine cultore e conoscitore del tango argentino, il cui tocco è richiesto dai grandi eventi, siano essi maratone che festival, è sulla breccia da anni, ed è un acuto testimone dell’evolversi del fenomeno tango in Italia e sulle platee estere.

Una chiacchierata informale che vuole essere un viaggio alla scoperta dei segreti dei “musicalizador”, tutti diversi nello stile e nelle personalità, ma con un denominatore comune rappresentato dalla passione per il tango. Dalla splendida Firenze, Sandro Puliti ci rivela i suoi segreti e la sua venerazione per Osvaldo Fresedo…

 

 I tuoi inizi. Presumo come tutti che il tuo primo approccio sia stato con la pista. Cosa ti ha spinto a fare il salto in consolle? Una scelta ponderata o é stato frutto della casualità?
Beh, l’approccio più che con la pista fu con le lezioni. Lì incontrai la musica. Lo racconto sempre, prima di incominciare ad andare a lezione, a casa avevo solo due cd di tango, uno di Gardel ed uno di Piazzolla, nel mezzo il vuoto. Quando scoprii tutto il mondo musicale che il tango offriva ne rimasi colpito. Anzi, fu la musica la vera spinta iniziale a proseguire nell’imparare a ballare. Il salto in consolle fu la normale conseguenza.


Ai tuoi esordi quali erano i gusti dei tangueri? Ci sono differenze significative con la scena attuale?
Non parlerei di gusti musicali, c’era quello che c’era. Eravamo bambini da quel punto di vista. Tutto partiva dalle proposte che i maestri facevano a lezione e da lì cominciavamo a formare il gusto….poi in milonga. Ma le proposte musicali erano più o meno le solite, doveva essere fatta ancora tanta strada per conoscere tutto il panorama musicale che il tango poteva offrire e soprattutto quanto di quel mondo poteva essere adatto alla pista. Adesso possiamo dire che abbiamo tanto da proporre ma rimane sempre il fatto che con tutto quello che hai da proporre, la qualità sta nel come lo proponi.


Ricordi la tua prima serata in consolle?
Eh, una milonga di Firenze e l’emozione di non sapere cosa sarebbe successo; si parla di circa dieci anni fa, un secolo. Tutti pezzi ed orchestre “classiche”; una particolarità, di Canaro, o comunque in generale di pezzi dei primi anni ’30, pochissimi, quasi assenti. Si privilegiava “la epoca d’oro” dalla fine degli anni ’30 a tutti gli anni ’40. Una nota importantissima. Lo stile di come mettere musica, a parte il grande Felix Picherna, che a quell’epoca era inarrivabile, con il suo stile totalmente personale, tutto per me cominciò ascoltando una “serata” tipo di Mario Orlando, dj del Nino Bien. Una selezione che arrivò in Italia su cd. Portati da due ragazze che andarono a Buenos Aires in quel periodo, Anna & Melenita. Credo fosse il 2002…. Poi nel 2003 ci andai anch’io a Baires.


Dalla difficoltà della ricerca dei brani su cd spesso masterizzati, all'esplosione del web , e la conseguente relativa facilitá nel reperire la musica. Secondo te questo cambiamento epocale ha cambiato il modo di lavorare del DJ?
Sicuramente l’uso del computer ha facilitato molto il dj. La possibilità di reperire files di canzoni praticamente ovunque, scatenata anche dalla possibilità di trasformare molti brani su vinili, mai editati in cd, in mp3 o simili.


Quando costruisci mentalmente la tua serata? Molto tempo prima, durante il viaggio per arrivare in milonga, oppure improvvisi attimo per attimo?
Anche in questo la storia è cambiata. Agli inizi “preparavo” le serate con una playlist base su cui poi facevo dei cambiamenti al momento. Poi, abbastanza velocemente, le cose cambiarono. Cominciai ad andare alle serate senza nessuna idea. Costruivo la serata mentre si svolgeva. Tra l’altro, e questa è una particolarità delle maratone di tango. Succedendo ad un collega ti informi su cosa lui ha passato per non riproporre, almeno nelle prime ore, musica che può essere già stata suonata.


Ti é mai capitato di annoiarti durante una serata, di aver compreso tardivamente che forse quella milonga non riusciva a darti le giuste motivazioni e non vedevi l'ora di finire?
Annoiato mai, semmai stanco. Talvolta, in alcune milonghe, può mancare una certa energia, che nessuna selezione musicale, seppur appropriata, può stimolare.

Accetti sempre tutto quello che ti propongono o cerchi di fare una selezione preferendo location affascinanti e serate con amici?

Non è un lavoro per me e quindi vado a sensazione. Di solito può essere il tipo di evento che mi stimola o il passa parola tra amici.


Come definiresti il tuo stile? Si é evoluto nel tempo ? Ed in quale direzione? Cosa può influenzarti in una serata, il pubblico, i ballerini, l'acustica della location, la durata della tua performance…
Onestamente non saprei, stile? Mah, lo scopo rimane sempre quello di riuscire a creare un’onda cercando di alternare le varie orchestre in maniera che la pista sia “piena”. Un’evoluzione c’è stata, sicuramente. E’ andata di pari passo con l’affinamento della sensibilità e la “scoperta, si fa per dire, di tutta quella quantità di musica che possiamo utilizzare. Tanta, veramente.


Spesso capita in alcuni eventi di condividere la serata con un/a collega. Preferisci lavorare generalmente da solo, o se in coppia con chi hai feeling? Oppure, ami il brivido di sperimentare con un collega mai ascoltato fino ad allora?
E’ una possibilità, quella di condividere con qualcuno la consolle. In molti casi è divertente e spesso il feeling si crea naturalmente. Poi, e parlo anche come ballerino, condividendo la consolle hai la possibilità di farti anche delle tande ballando.

Se qualcuno ti chiede il nome di una traccia gliela dici, magari consigliando il cd dove é inclusa, oppure lo inviti ad avventurarsi in una faticosa ricerca?

Si, non ho mai posto veti in questo senso. Se qualcuno mi chiede qualcosa, e spesso si tratta ormai di files, gliela faccio avere.


Il pubblico ti molesta in consolle con richieste assurde. Cerchi di accontentarlo oppure fai capire chiaramente che non sei un jukebox?
Diciamo che la richiesta me la possono fare ma non è detto che la accolga. È una possibilità.

Ti piace ballare ed ascoltare i tuoi colleghi, gustare le selezioni altrui e stili differenti dalle tue esecuzioni?

Certo che mi piace ballare, rimane per me la cosa più bella del tango. E veramente posso dirti che quando qualche collega mi fa “sognare” con la sua selezione sono estremamente felice. Come stili differenti posso dirti che non amo molto ballare su selezioni di tango elettronico od anche semplicemente di orchestre attuali, soprattutto se usate in maniera pesante. Sai la tanda di elettronico e/o di orchestra attuale ci può stare….. una.


Ritieni che il modo di musicalizzare sia differente per macroaree geografiche ? Argentina, Nord Europa, Est Europa, Mediterraneo… o tutto il mondo é paese?
A questa domanda posso rispondere in maniera attendibile. Fuori dall’Europa non sono mai andato sia a mettere musica che a ballare,  e da Baires è tanto che manco. L’ultima volta che ci sono stato, il 2005, era molto presente, almeno in certi ambienti, il tango elettronico e conseguentemente si ballava il “tango nuevo”. Per intenderci i tempi dei vari Bajofondo, Gotan, ecc. Però in molte milonghe classiche si continuava con selezioni altrettanto classiche. Dal mio punto di vista un altro discorso va fatto per l’Europa. Qua, è mia opinione, si è sviluppata tutta una corrente di djs estremamente raffinati ed, in un certo senso, originali. Credo che adesso in Europa si possa ascoltare e ballare dell’ottima musica praticamente dappertutto, almeno agli eventi ma anche in molte milonghe stabili.


Ti piacerebbe avere un locale solo per te, arredarlo con l'impianto adeguato ai tuoi desideri, cercare di creare un'onda che ti soddisfi oltre a suonare quando ne hai voglia e creare un calendario di eventi a misura dei tuoi gusti?
La cosa sarebbe molto bella. Chi non vorrebbe un’opportunità del genere. Sicuramente la vorrei però condividere con altri. Anche dal punto di vista organizzativo. Il tango è condivisione.


Le classiche domande a bruciapelo, vietato non rispondere:

Tre orchestre che non possono mancare in una serata:

Come sai direi :Fresedo,Fresedo,Fresedo…… a parte gli scherzi…. Fresedo, D’Arienzo, DiSarli


Le tue tre orchestre preferite, che possono essere anche diverse dalle precedenti:
Fresedo, Canaro, Laurenz.

Suggerisci una tanda di tango strumentale, una tanda di tango con cantante, una di vals ed una di milonga

Biagi: Cielito Lindo, Racing Club, La marca del fuego, Belgica

Fresedo con Ray: Volver, No me pregunten porquè, Arrabal amargo, Te juro madre mia.

Troilo: Romance de Barrio, Lloraras lloraras, Valsecito amigo

Laurenz: La vida es una milonga, Maldonado, Chatero de aquel entonces

Quali sono le tre orchestre o cantanti che non sopporti?
Ormai lo sanno tutti: Alfredo De Angelis…. Non riesco a farmelo piacere.

Quale é l'orchestra più sottovalutata dal grande pubblico e quale la più sopravvalutata?

Fresedo.

…sopravvalutata? Nessuna direi.

Le tue tre serate top ( a giudizio tuo ovviamente…)
Onestamente non saprei….. davvero.


Siamo meno seri: i dj rimorchiano ? Quante storie hai avuto con i tuoi colleghi?
Sabino, il tango è il tango, quel piccolo microcosmo di vita dove i sentimenti subiscono un’accelerazione. Un abbraccio.

 

Fine della conversazione in chat

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