venerdì 12 ottobre 2012

Tina Ferrari: Lavoro attimo per attimo, secondo la pista, e non programmo in anticipo. Infatti prima della serata preferisco non ascoltare il tango - così arrivo con una “tela vuota”.






La passione tanguera di Tina Ferrari, dj dal respiro internazionale che ha debuttato in consolle prima a Buenos Aires ed in seguito in giro per il mondo. Il nostro viaggio alla scoperta dei tango dj si arricchisce di un ritratto unico. Con Tina si respira l’aria delle milonghe di Buenos Aires, con una selezione 100% ballabile.

I tuoi inizi. Presumo come tutti che il tuo primo approccio sia stato con la pista. Cosa ti ha spinto a fare il salto in consolle? Una scelta ponderata o é stato frutto della casualità?
Frutto della casualità.  Era nel 2008. Abitavo a Buenos Aires, e in quel periodo 2 cari amici avevano una milonga molto piccola che si chiamava “Así se baila el tango”.  Una settimana avevano un’urgenza perché non avevano il loro DJ e non sapevano chi chiamare.  Visto che amo la musica e si fidavano di me come amica, mi hanno chiesto di aiutarli. La mia risposta era: “IO? Alla consolle? Ma siete pazzi! Non saprei cosa fare!”  Hanno insistito e quel giovedì mi sono trovata dietro la consolle insieme ad un muy viejo milonguero che ha tutta la musica che vuoi, che mi aiutava a capire cosa si fa e cosa non si fa, come costruire una tanda, ecc.  Così ho iniziato, e l’esperienza mi è piaciuta molto.  Poi nel 2009 sono arrivata in Italia, e nelle poche milonghe dove ero stata in quell’epoca la musica era un po’ diversa rispetto alla musica che sentivo sempre a Buenos Aires.  Devo dire che ero ancora un po’ ignorante; non sapevo che ci fosse questo circuito di DJ in Italia, non sapevo della presenza di raduni milongheri (dove me trovo sempre bene), non conoscevo tutte le milonghe tradizionali in Italia. In ogni caso, avevo qualcosa da condividere.  E fin da allora, il mio obbiettivo è quello di condividere la mia esperienza personale che ho avuto a Buenos Aires. Non parlo solamente del tango, nonostante sia stato molto importante; parlo anche della vita quotidiana, gente, strade, amicizie, amori, sorrisi, lacrime, abbracci… queste sono le cose che porto sempre dentro e se lavoro bene, sono presenti nelle mie selezioni in milonga.

Ai tuoi esordi quali erano i gusti dei tangheri? Ci sono differenze significative con la scena attuale?
Se trovo qualche differenza, è solo dovuto al fatto che oggi conosco meglio il tango nelle varie città italiane ed europee e conosco meglio i vari DJ.  Fammi la domanda un’altra volta tra qualche anno. :-)

Ricordi la tua prima serata in consolle?
Si – vedi la risposta alla prima domanda.  Ricordo che c’era poca gente (“meno male,” pensavo) e che tremavo! 

Dalla difficoltà della ricerca dei brani su cd spesso masterizzati, all'esplosione del web, e la conseguente relativa facilitá nel reperire la musica. Secondo te questo cambiamento epocale ha cambiato il modo di lavorare del DJ?
Difficile da dire; ho cominciato a musicalizzare solo 4 anni (e mezzo) fa.  Questa domanda la lascio ai DJ che hanno più esperienza di me. :-)

Quando costruisci mentalmente la tua serata? Molto tempo prima, durante il viaggio per arrivare in milonga, oppure improvvisi attimo per attimo?
Lavoro attimo per attimo, secondo la pista, e non programmo in anticipo. Infatti prima della serata preferisco non ascoltare il tango - così arrivo con una “tela vuota”.

Accetti sempre tutto quello che ti propongono o cerchi di fare una selezione preferendo location affascinanti e serate con amici?
In generale sono aperta!

Come definiresti il tuo stile? Si é evoluto nel tempo ? Ed in quale direzione?
Non ho mai pensato ad una definizione per il mio stile, ma prende molta ispirazione dalla mia milonga preferita a Buenos Aires, Cachirulo, dove musicalizza il leggendario Carlos Rey (il sabato – in Villa Malcolm).  Non so se il mio stile è evoluto tanto ancora (o forse si e non ne sono consapevole?), ma sto sempre studiando e imparando.

Cosa può influenzarti in una serata, il pubblico, i ballerini, l'acustica della location, la durata della tua performance…
Tutto. Il locale, la gente, il tempo, il livello dei ballerini, se vedo che conoscono bene o meno la musica, ecc…Per questo non posso programmare una serata in anticipo; non avrebbe senso.

Spesso capita in alcuni eventi di condividere la serata con un/a collega. Preferisci lavorare generalmente da solo, o se in coppia con chi hai feeling? Oppure, ami il brivido di sperimentare con un collega mai ascoltato fino ad allora?
L’ho fatto 4 volte e se c’è uno spirito di collaborazione tra noi e se i nostri gusti sono affini, è una bellissima esperienza che ripeterei. Non lo farei con qualsiasi DJ.

Se qualcuno ti chiede il nome di una traccia gliela dici, magari consigliando il cd dove é inclusa, oppure lo inviti ad avventurarsi in una faticosa ricerca?
Certo che gliela dico!  Non solo gelosa della musica – non è “mia”!

Il pubblico ti molesta in consolle con richieste assurde. Cerchi di accontentarlo oppure fai capire chiaramente che non sei un jukebox?
Se la richiesta la trovo assurdo, dico semplicemente che non credo di poter farlo.  All’inizio mi sentivo in colpa se dicevo di no, ma ora non mi faccio tanti problemi: è più importante essere me stessa ed esprimere quello che ho dentro e quello che vedo in pista, piuttosto che accontentare una sola persona che nemmeno conosco. Se volete altra musica, ci sono altri DJ.

Ti piace ballare ed ascoltare i tuoi colleghi, gustare le selezioni altrui e stili differenti dalle tue esecuzioni?
Si!  Abbiamo qualcosa in comune: la passione per questa musica.  È un piacere scoprire quello che ispira gli altri.  Anche quando non abbiamo gli stessi gusti è sempre interessante.

Ritieni che il modo di musicalizzare sia differente per macroaree geografiche ? Argentina, Nord Europa, Est Europa, Mediterraneo… o tutto il mondo é paese?
Si, è naturale.  Ci sono orchestre che si sentono più in Argentina e meno in Italia o negli USA (dove ho iniziato a ballare nel 2003), e vice versa.

Ti piacerebbe avere un locale solo per te, arredarlo con l'impianto adeguato ai tuoi desideri, cercare di creare un'onda che ti soddisfi oltre a suonare quando ne hai voglia e creare un calendario di eventi a misura dei tuoi gusti?
Da sola? No. In collaborazione con delle persone? È possibile.  Ma la cosa più bella di fare la DJ è che sono libera: arrivo, lavoro, mi pagano, vado a casa, senza impegni e senza coinvolgermi in nessuna polemica. Ma non si sai mai.  Dipende.

Le classiche domande a bruciapelo, vietato non rispondere:
Tre orchestre che non possono mancare in una serata.
Anibal Troilo, Juan D’Arienzo, Carlos Di Sarli.

Le tue tre orchestre preferite, che possono essere anche diverse dalle precedenti.
Anibal Troilo, Carlos Di Sarli, Osvaldo Fresedo.

Suggerisci una tanda di tango strumentale, una tanda di tango con cantante, una di vals ed una di milonga
Tango strumentale:
Carlos Di Sarli – Nobleza de Arrabal, Shusheta, El Estagiario, El Pollo Ricardo
Tango con cantante:
Pedro Laurenz/Alberto Podesta – Recien, Que Nunce me Falte, Garua, Todo
Vals:
Anibal Troilo/Floreal Ruiz – Romance de Barrio, Flor de Lino, Lloraras Lloraras
Milonga:
Angel D’Agostino/Angel Vargaas – El Porteñito, Compadreando, Señores Yo Soy del Centro

Quali sono le tre orchestre o cantanti che non sopporti ?
I tanghi strumentali di Alfredo De Angelis sono da buttare! 
Anche quelli di De Angelis cantata da Oscar Larroca.

Quale é l'orchestra più sottovalutata dal grande pubblico e quale la più sopravvalutata?
La più sottovalutata: Anibal Troilo, Osvaldo Pugliese.   La più sopravvalutata: Alfredo De Angelis.

Le tue tre serate top ( a giudizio tuo ovviamente…)
Ci sono due che vengono subito in mente:
- l’estate 2012 all’Hungaria (TangOblivion, Venezia).
- sempre l’estate 2012, a Tango a 5 Stelle a Castellaneta Marina.
- un bel pomeriggio al Todi Tango Festival passato con Valeria Norcia e Stefania Panucci.

Siamo meno seri:  i dj rimorchiano ?
 Sai, ho dovuto aprire il dizionario italiano/inglese per capire questa domanda. Comunque, nella mia esperienza personale, no.
Quante storie hai avuto con i tuoi colleghi?  Sabino, se ci fossero delle storie non le racconterei qui. ;-)
 

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