lunedì 6 ottobre 2008

JEFFREY LEE PIERCE: GUN CLUB, IL VOODOO BLUES VIOLENTA IL POST PUNK


Non è una esagerazione considerare Jeffrey Lee Pierce il Morrison degli anni’80. Il frontman dei Gun Club, con la sua carica erotica dal vivo e il mix lascivo di blues, country e inevitabile punk rock rappresentava a pieno in quella decade la parabola del leader dei Doors. Sono letteralmente impazzito la prima volta che ho ascoltato i primi album della band: Fire of Love, Miami. Per certi versi preferisco il secondo: tracce come Carry Home, Like Calling up thunder scorrono come un trip voodoo nelle vene. E poi la maliconica ballad Mother Earth. Nel primo album sono autentici brividi She’s like heroin to me e Sex beat, autentiche raffiche epilettiche di blues distorto. Su tutte il piglio luciferino e sciamanico di Jeffrey L. Pierce, che rotea la voce con un tribalismo ipnotico. In agguato l’alcool, l’ulcera e l’epatite che lo fulminanel 1996. Ed è subito leggenda.

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