
30 ANNI FA USCIVA IL PIU' GRANDE OMAGGIO MAI FATTO AL CRAZY DIAMOND...
D.J.TangoGrooveMaster...latin strut music, contemporary sound
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Gz- Que te cansa en el medio del tango ?
SS- Estereotipos y topicos. Especialmente falsa amistad y hipocresia.
Gz- Dónde y con quién descubriste el tango ?
SS- Descubrí la musica escuchando los discos de Astor Piazzolla de mi hermano y despues toda otra orquesta buscando musica e informaciones en todo el mundo. El tango bailado lo descubrì en la Universidad de Venecia. Anuncios en bacheca de un curso.
Gz- El futuro del tango, según vos, por dónde pasa ?
SS-Por tradicion un impulso para la innovacion.
Gz- Un buen recuerdo y un mal recuerdo
SS-
B: La Primera vez que vi bailar Mariano Chicho Frumboli. El pasado milenio, 1999 a Bologna (Italia) con Lucia Mazer.
M: Pronto olvidan los recuerdos desagradables
Gz- 3 tangos / 3 orquestas / 3 bailarines
SS -
3 tangos: Oblivion, El Puntazo, Bahia Blanca
3 Orquestas: Astor Piazzolla, Juan D’Arienzo, Carlos Di Sarli
3 Bailarines: Chicho, Julio Balmaceda, Sebastian Arce
Gz- Cual es la mejor manera de terminar una milonga ?
Opciones:
a)con los pies doloridos de tanto bailar.
b) buscando un after.
c) desayunando.
d) con alguien
e) otra, precisar :
SS- Terminar con un estado de animo relajado y feliz.
SUPERSABINO
http://supersabinotango.blogspot.com/
La colonna sonora di questa torrida estate:
Grateful Dead, “Aoxomoxoa”. Il viaggio lisergico e psichedelico per eccellenza. Jerry Garcia al massimo prima del trip senza fine di Dark Star.
Peter Murphy, “Deep”. La leggendaria voce dei Bauhaus ci regala perle assolute. Bastano Strange Kind of Love e Cuts you Up a rendere questo disco immortale.
Traveling Wilburys “Collection”. Un supergruppo di amici rivisita il folk americano alla ricerca delle sue radici. Gli allegri compagni di merende sono personaggi del calibro di Bob Dylan, Tom Petty, Roy Orbison, Jeff Lynne e George Harrison. L’anno scorso è uscito ristampato dalla Rhino un doppio imperdibile.
Tre Libri per l’Estate 2009
Tre volumi differenti per epoche e tematiche, per rilassarsi, ma non troppo durante questa estate.
L’Asino d’Oro di Apuleio, grandioso romanzo latino che contamina tutti i generi narrando le avventure di Lucio che diventa animale e poi ritorna uomo, attraverso una serie di mirabolanti “favole”. E tra queste l’immortale Amore e Psiche.
Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile. Alter ego napoletano del Decamerone. Da riscoprire in tutta la sua intatta bellezza.
Panino al Prosciutto di Charles Bukowski. Uno dei più formidabili autoritratti adolescenziali in negativo di tutti i tempi. Sesso, rabbia giovanile, alcool, autodistruzione. Catarsi attraverso la scrittura. Indimenticabile.
Non è un caso se per l’ultima campagna pubblicitaria, gli stilisti mediterranei per eccellenza Dolce & Gabbana, abbiano scelto come location la più incantevole delle isole del Mediterraneo. Capri. Un vero tormento perché dovrò aspettare un altro anno per tornare in quello che per me rappresenta un Festival da sogno. Unico per paesaggio, ma soprattutto perché nessun altro appuntamento ha un’atmosfera così lieve, rilassante e gaudente, nel senso più puro del termine. L’unico festival dove i maestri e i dj sembrano in perenne vacanza, come se si trovassero d’incanto ad una rimpatriata goliardica tra vecchi amici, ed i pubblico si crogiolasse immergendosi in un ambiente privo di qualsivoglia spirito di competizione o manie esibizionistiche. Un capri 2009 segnato per me da una leggendaria performance di Chicho e Juana, che nella gran notte del Sabato hanno sciorinato quattro pezzi da brivido. Bastava scrutare gli sguardi attoniti e frastornati del pubblico, in bilico tra l’estasi e la lacrima da tensione emotiva per affermare di aver assistito ad una performance irripetibile. Una superba interpretazione di un denso e struggente Di Sarli/Florio. Ma Capri non è solo tango nel senso stretto del termine. Vuol dire fruire d’incanto di un giardino di profumi e colori sempre presenti ad avvolgere il pubblico in quello che pare il set di un film anni’60. Ed allora la memoria corre leggera all’epoca d’oro dell’isola non ancora inquinata dal morbo del turismo mordi e fuggi, dove lo star system mondiale camminava con inusitata deferenza fra le viuzze di quella che il grande imperatore Tiberio definì il paradiso in terra. Non riuscivo a credere che i tangueros ballassero di pomeriggio su una splendida terrazza sdraiata e protesa verso i faraglioni. Le note soavi di un Calò o il compas di D’Arienzo perdersi nell’orizzonte marino. Posso rendere giustizia con le parole a questo incanto? O racchiudere in un semplice post le splendide serate, seppure il sabato la pioggia ci abbia concesso solo un primo tempo fino all’esibizione? Sono in grado invece di dettagliare fino all’eccesso la splendida ospitalità e classe degli organizzatori, Luca ed Antonella accompagnati da una splendida figlia a proprio agio a Capri come una diva d’altri tempi. Sono in grado di ricordare tutto lo straordinario cast dei maestri, disponibili, simpatici e vecchi compagni di baldoria, da Bruno a Julio, da Juan a Pablo, Ney e tutti gli altri. Vedere questi grandi maestri rivelare i segreti di passi e posture con alle spalle i Faraglioni nella incredibile terrazza della Canzone del Mare. Un luogo magico che rammenta la storia della cantante inglese Grace Fields che negli anni’40 innamoratasi perdutamente dell’isola trasforma un fortino in un luogo di seducente bellezza da dividere con i posteri. A proposito Bruno più istrionico che mai con una maschera incredibile nella performance del sabato che tanto mi ricordava i rapinatori di Point Break. Il piacere di aver reincontrato dopo un anno la mia cara amica Jenney, DJ e ballerina di Londra. Affastellato da tanti ricordi mi rinfranca sapere che il tango può essere coniugato con location splendide ed un pubblico internazionale che parla un linguaggio condiviso. Quando Luca due anni fa mi narrò la filosofia del suo festival di tango, del suo progetto ne rimasi folgorato. Un sognatore pronto ad investire le energie è sé stesso per far condividere la sua voglia di tango, la sua esuberanza ad un pubblico selezionato ma vasto. Perché portare oltre 500 persone in questa isola è davvero un’impresa titanica. Un’equivalenza di 2000 persone in qualsivoglia altra location. Dimenticavo l’unico festival ad avere un regista alle spalle, l’occhio artistico ed intrigante di Alejandro Rumolino che produrrà abreve un videoclip compendio di quei momenti.
E allora Luca è già iniziato il mio conto alla rovescia per Capri 2010.
Forse manca ancora qualcosa … il canto delle sirene, ma può essere benissimo il compas del tango, quel suono che ammalia e trasforma questo lungo week-end in un ricordo indelebile della vita.
FRANK COSTELLO FACCIA D’ANGELO.
Quando Alain Delon solo e disarmato scende nel club a farsi ammazzare , sembra un antico sacerdote pronto ad officiare la sacralità liturgica della morte. Frank Costello faccia d’angelo tramortisce con il suo straniamento, l’arcaicità e iteratività delle azioni, il trench molto francese di Delon. Alain è unico, incredibilmente splendido nella sua neutralità, in quello sguardo freddo e privo di emozioni che pervade questa pellicola del re del noir d’oltralpe. Melville. Introdotto da una “falsa” citazione del bushido, Costello è un moderno samurai che riceve ordini dal misterioso mnandante per “esecuzionare” il malcapitato di turno.
Solo il genio assoluto di Frank Miller poteva partorire la più sexy eroina dell’universo Marvel. Ma forse anche la più bastarda! Elektra. Uno splendido protagonista nel mondo dei super eroi. Tormentata, tragica, ribelle, amante del meno potente dei talenti Marvel, Devil, tha Man without fear. Figlia di un greco assassinato incarna una sublime dea della vendetta, diventando una spietata ninja, eliminata prima dal crudele Bullseye, ma resuscitata dalla mano. Arrapante in quel sexy costume rosso che rasenta più volte il perisoma inguinale, è sempre fatale, e pronta a sguainare i suoi metallici dardi per eliminare avversari. Forse non c’è niente di più seducente della vendetta.
Può un lettore di comics fottersene della trama e rimanere ipnotizzato solo dalll’ambientazione e dall’architettura dei luoghi , - non luoghi ove si svolge l’azione. Abissi metallici teconorganici dove il cyberpunk di fine millennio si deputa altare prediletto per la congiunzione orgaasmatica di acciaio e materiali senzienti? Blame è un fumetto unico, straordinario come il suo deus ex machina, Nihei, che si lascia ammirare solo per l’habitat. Sembra quasi di essere tornati all’espressionismo di Metropolis. Ma Fritz Lang e il suo capolavoro distano 80 anni. Killy il giovane protagonista è qui un semplice deuteragonista del paesaggio alla ricerca perenne di individui in possesso dei geni della rete terminale, ma dovrà vedersela con esseri tecnorganici anch’essi desiderosi di accedere alla rete.
Una metafora velata del grande web, dove noi siamo ragni minuscoli, all’interno di una grande ragnatela … ignari che le maglie nascondono molte insidie.
Un canzoniere per raccontare sotto forma di poesia lo sport per eccellenza: IL CALCIO.
Quando il “Pallone” non era asservito al dio denaro, o incu..to sotto gli altari poco nobili delle pay tv. E mi commuovo ripensando a giocatori che non ho mai visto, ma di cui ho sentito parlare ed ho letto come figure mitologiche, eroi ed angeli di tempi pionieristici dove 22 atleti si rincorrevano per dar luogo ad un evento poetico. Un titolo bellissimo… “La solitudine dell’ala destra” di Acitelli, che fa pendant nella mia mente ad un dramma letterario diversissimo ma accomunato nel nome e nella temperie “La paura del portiere prima del calcio di rigore “ di Peter Handke. Voglio approfondire. I capitoli sono divisi per tematica temporale, ma anche affinità elettive spirituali o del destino. Ed allora partenza con i pionieri, da Ferrari e Meazza, a Combi e il destinato ad imperitura memoria Cesarini. La gloriosa età di mezzo con gli indimenticabili Schiaffino, la Perla Nera Pelè, l’irregolare Best, l’abatino Rivera. I frenetici e mitici anni’70, gli anni della contestazione, il calcio totale di Cruijff, Krol, il kaiser Beckenbauer, l’argentina di Passarella e Kempes. Gli ’80 di Zoff e i campioni dell’82, El Pibe de Oro, Rummenigge. L’ultima decade del secolo scorso, Baresi, Maldini, Schillaci e le notti magiche, Del Piero. Ma forse il capitolo più bello e struggente è quello dedicato a meteore, con sul groppo però storie indimenticabili: Sollier, Boranga, Filippi, Luis Silvio…
Sono ottimista , il calcio rimarrà poesia.
Scandagliare attraverso le voci, seppure sotto forma di intervista, la musica cosiddetta d’avanguardia degli ultimi (recenti?) anni è un privilegio raro nel florilegio talvolta banale della saggistica musicale. Pierluigi Castellano, musicista impegnato a 360°, ne “Le Sorgenti del suono” nientedimeno che ben trenta ce ne fa incontrare per una succulenta ma “digestiva” scorpacciata. In un arco temporale dal 1988 al 2004, il menù comprende una serie di raffinate ghiottonerie. Si parte dal grande minimalista californiano Terry Riley per chiudere con la greca Karaindrou musa musicale, scusate l’assonanza del suo regista compatriota Angelopoulos, il maestro dei piani sequenza e dei campi lunghi. In mezzo interviste a Laurie Anderson, Harold Budd, Sakamoto, Kronos Quartet, Bill Laswell, ma anche il jazz di Corea e Molvaer, il nu jazz di Wesseltoft. Immancabile anche il grande e geniale Brian Eno, il maieuta par excellence.
Non so sia ancora reperibile questo volume stampato dalla DeriveApprodi, ma se il destino con voi fosse generoso, facendolo sorgere da qualche pila polverosa di testi nel Remainders di turno… bè allora…